L’1% degli ultraricchi detiene un terzo della ricchezza mondiale
- 04/07/2024
- Mondo
Sempre più ricchi. Così li descrive il World Wealth Report 2024 di Capgemini che, analizzando 71 Paesi, ha rintracciato un nuovo record: la ricchezza dei milionari di tutto il mondo ha raggiunto gli 86.800 miliardi di dollari. Una crescita annuale del 4,7%, complice “il miglioramento delle prospettive economiche globali”. I Paesi analizzati, rappresentano il 98% del reddito nazionale lordo a livello globale e il 99% della capitalizzazione dei mercati azionari mondiali.
Ad aumentare, però, è stata anche la percentuale degli High Net Worth Individual (individui con un patrimonio investibile pari o superiore a 1 milione di dollari). Si è registrato un +5,1% lo scorso anno, raggiungendo i 22,8 milioni di persone a livello globale. Ma chi sono questi paperoni? Dove si trovano? E perché l’Italia è “un’anomalia”?
Dove crescono i ricchi e i capitali
Il Nord America è il luogo con il numero più alto di Hnwi a livello mondiale. La crescita rispetto all’anno precedente è stimata al 7,2% per ricchezza e 7,1% per numero di persone con oltre 1 milione. Il report, quindi, conferma la tenuta economica e il recupero del mercato azionario statunitense come propulsori di questa crescita.
Rispettivamente – in misura minore – un’altrettanta crescita si è registrata nella zona dell’Asia-Pacifico (4,2% e 4,8%) e in Europa (3,9% e 4,0%). “Notevoli anomalie rispetto alla modesta ricchezza degli HNWI e alla crescita della popolazione in Europa sono state registrate in Italia – si legge nel report -, dove la ricchezza è cresciuta dell’8,5% e la popolazione dell’8,4%, trainata dai rendimenti del mercato azionario e dalla ripresa del turismo, e in Francia, dove la ricchezza e la popolazione sono cresciute rispettivamente del 6,5% e del 6,4%. Francia che ha beneficiato di un anno record per il turismo, di una forte crescita nel settore dei beni di lusso e di un aumento delle esportazioni”.
L’America Latina e il Medio Oriente, invece, hanno registrato un aumento della ricchezza pari a +2,3% e +2,9% e della popolazione rispettivamente del 2,7% e del 2,1%. In Africa, invece, questo tasso diminuisce con la ricchezza dei “paperoni” che si riduce dell’1% e anche il numero degli stessi super ricchi (-0,1%).
Chi sono?
Capgemini denomina questi super ricchi suddividendoli in base al patrimonio. Ci sono i “milionari della porta accanto”, cioè coloro che hanno patrimoni da 1 a 5 milioni di dollari e che rappresentano il 90% del totale. Raccolgono il 43% della ricchezza tra gli ultraricchi. Poi i “milionari middle” con patrimoni tra i 5 e i 30 milioni: si attestano al 9% e detengono il 23% della ricchezza. E, infine, gli ultraricchi, che rappresentano l’1% e detengono un terzo delle ricchezze mondiali (34%).
Quali conseguenze?
Dai dati dei primi mesi del 2024 si stima una normalizzazione delle disponibilità liquide pari al 25% del totale del portafoglio, in netto contrasto con i massimi pluridecennali del 34% registrati nel gennaio 2023. Ciò comporta anche dei cambiamenti degli asset, con due milionari su tre che pianificano di investire maggiormente nel private equity nel 2024, in modo da sfruttare le possibilità di sviluppo future.
Quali conseguenze potrebbe avere tutto ciò? Le previsioni prevedono che, coloro i quali invecchieranno, saranno costretti a trasferire oltre 80 miliardi di dollari. Ciò aumenterà la domanda dei servizi, come gestione degli investimenti o pianificazione fiscali, e quella a valore aggiunto non finanziario come banalmente opportunità di networking, rappresentando un’opportunità remunerativa per le società di wealth management.
“I clienti chiedono di più ai loro wealth manager e la posta in gioco non è mai stata così alta. In questo momento di grandi trasferimenti di ricchezza e di crescita degli HNWI, le aziende possono adottare misure concrete per coinvolgere e fidelizzare i clienti attraverso un’esperienza personalizzata e multicanale- ha dichiarato Dario Patrizi, financial services director di Capgemini in Italia -. Sebbene il sistema tradizionale di profilazione dei clienti sia ormai onnipresente, sarebbe opportuno prendere in considerazione l’applicazione di strumenti di finanza comportamentale basati sull’intelligenza artificiale e sull’utilizzo di dati psicografici. Tali strumenti possono offrire un vantaggio competitivo grazie alla comprensione del processo decisionale dei singoli individui, che consente di ottenere un maggior grado di conoscenza del cliente”.
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