Trump dà la caccia agli immigrati come fossero Pokémon: “Got Catch ‘Em All!” – Video
- 30 Settembre 2025
- Mondo
“Gotta Catch ‘Em All!”, “Catturali tutti”. Per molti lettori, soprattutto per i Millenials e GenZ, questa frase evoca bei ricordi, con in sottofondo la sigla dei Pokémon che ha accompagnato l’infanzia di milioni di bambini. Ora, però, l’amministrazione Trump sta utilizzando lo slogan più iconico della serie per promuovere la caccia agli immigrati, che vanno catturati proprio come gli animaletti del cartone animato giapponese. Per loro non è previsto un soggiorno nella sfera Poké, ma l’espulsione dagli Stati Uniti d’America, un tempo sinonimo di integrazione e diversità.
Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale americano ha infatti pubblicato un video che utilizza “Gotta Catch ‘Em All!” per celebrare gli arresti di immigrati scatenando una tempesta di polemiche e la replica della Pokémon Company, che ha preso ufficialmente le distanze dalla campagna dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement).
Il video che ha scatenato la bufera
Il 21 settembre, l’account X del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha pubblicato un video che ha lasciato esterrefatti gli utenti. Le immagini mostrano agenti dell’Ice che arrestano persone, accompagnate dalla colonna sonora dell’anime Pokémon e dallo storico slogan. Il filmato culmina con finte “carte Pokémon” che ritraggono i volti degli arrestati, completi di presunti reati e icone del ghiaccio che richiamano l’acronimo Ice.
Qui il video: https://x.com/DHSgov/status/1970251208322621530
Il video ha totalizzato milioni di visualizzazioni sui social, ma ha anche sollevato una valanga di critiche per il tono scelto nel trattare un tema delicato come l’immigrazione. Aaron Reichlin-Melnick, esperto dell’American Immigration Council, ha fatto notare che una delle operazioni mostrate nel video ha coinvolto un’abitazione “dove vivevano diversi cittadini americani”. Questi – probabilmente familiari, coniugi o coinquilini degli obiettivi del raid – sono stati ammanettati e trattenuti temporaneamente durante l’operazione, pur non essendo i bersagli dell’arresto.
Le politiche di Trump: deportazioni record e terrore diffuso
Dal suo secondo insediamento nel gennaio 2025, Donald Trump ha implementato quello che definisce “il più grande programma di deportazione di criminali nella storia americana”. Le operazioni dell’Ice sono aumentate esponenzialmente, eliminando la politica delle “aree sensibili” che impediva gli arresti in scuole e chiese.
I numeri parlano chiaro: secondo il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, entro giugno erano stati deportati oltre 207.000 immigrati, anche se alcune stime riducono questa cifra della metà. Le deportazioni avvengono spesso con aerei militari, con i deportati tenuti in catene durante il volo e molti espulsi senza un giusto processo, come sottolineato anche dal giornalista e scrittore americano Alan Friedman nel suo intervento a Turi (Ba), lo scorso 30 giugno.
A marzo, il procuratore generale Pam Bondi ha autorizzato le forze dell’ordine a entrare nelle case dei migranti senza mandato. Un mese dopo, Trump ha chiesto a Bondi di perseguire legalmente gli avvocati che si oppongono alle deportazioni.
Nel mirino dell’amministrazione Trump ci sono gli immigrati in quanto tale, non solo quelli irregolari. Sul punto, il tycoon ha inserito una tassa da 100.000 dollari per gli stranieri altamente qualificati che si trasferiscono negli Usa per lavorare. O una persona è molto preziosa per l’azienda e per l’America, oppure se ne andrà”, ha dichiarato il segretario al Commercio Howard Lutnick.
Per approfondire: C’era una volta il sogno americano: Trump e la tassa da 100.000 dollari per i lavoratori stranieri altamente qualificati
Le voci del terrore: testimonianze dall’America
“Il mio cuore perde un battito ogni volta che ricevo una telefonata da lui. Non voglio che lasci casa o che guidi. Non riesco a guardare le notizie perché vedo mio marito in ogni immigrato ammanettato e incatenato”, dice all’Aclu (American Civil Liberties Union) una donna statunitense sposata con un immigrato irregolare.
“Non penso di essermi mai sentito così nemmeno dopo più di vent’anni qui”, confida alla Bbc l’insegnante Eric Bautista, un ‘Dreamer’ californiano di 29 anni che beneficia del programma che protegge dalle deportazioni chi è arrivato da bambino negli Stati Uniti. “È come se fossimo su un precipizio, un’ondata di nativismo come quella che insegno. È solo tanto timore e incertezza per noi”.
Una ricerca della Kaiser Family Foundation rivela che il 41% degli immigrati ora teme la detenzione o la deportazione, un aumento di 15 punti percentuali rispetto al 2023. “Un terzo degli immigrati riferisce di aver visto o sentito rapporti sulla presenza dell’Ice nella propria comunità”, documenta lo studio.
Pokémon Company prende le distanze: “Non abbiamo dato il permesso”
La reazione della Pokémon Company International è stata immediata e inequivocabile. “La nostra azienda non è stata coinvolta nella creazione o distribuzione di questo contenuto, e non è stato concesso il permesso per l’uso della nostra proprietà intellettuale”, ha dichiarato l’azienda alla Bbc.
Il video dell’Ice espone il brand a un significativo danno d’immagine considerando che Pokémon è un marchio per famiglie, di proprietà congiunta di Nintendo, Game Freak e Creatures, difficilmente compatibile con temi delicati come deportazioni, omicidi e traffico di esseri umani, menzionati nel video governativo.
I Pokémon predicavano la diversità: le citazioni della serie animata
Il video pubblicato dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale stride con la filosofia della serie animata giapponese, che ruota proprio attorno al concetto di diversità. La saga esiste perché i Pokémon (1025 in totale) sono tutti diversi tra di loro, ognuno con i propri punti di forza e le proprie debolezze.
Il cartone animato giapponese ha sempre celebrato la diversità e l’accettazione dell’altro come valori fondamentali.
“Voglio fare amicizia con tutti i Pokémon del mondo. Questo deve essere ciò che significa essere un Maestro Pokémon”, dichiara Ash Ketchum nell’ultimo episodio della serie. Una filosofia opposto a quella della discriminazione.
Mewtwo, nel primo film, offre una delle riflessioni più profonde dell’intera saga: “Ora capisco che le circostanze della propria nascita sono irrilevanti; è quello che fai con il dono della vita che determina chi sei”. Un messaggio che smonta alla radice ogni discriminazione basata sull’origine.
Karen dei Superquattro insegna che “Pokémon forti. Pokémon deboli. Questa è solo la percezione egoista delle persone. Gli allenatori veramente esperti dovrebbero cercare di vincere con i Pokémon che amano di più”.
Il personaggio di N in Pokémon Nero e Bianco lancia il messaggio più significativo: “Non è respingendo idee diverse, ma accettando idee diverse che il mondo crea una reazione chimica. Questa è veramente la formula per cambiare il mondo”. Un inno al pluralismo che stride con le deportazioni di massa celebrate dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale americano.