Francia, siti porno in sciopero contro la legge sulla verifica dell’età: Pornhub e YouPorn si spengono
- 4 Giugno 2025
- Mondo
Ieri, la Francia si è svegliata oggi senza Pornhub, YouPorn, Redtube e decine di altri siti per adulti. Non per un blackout tecnico, ma per uno “sciopero” partito dalla mezzanotte del 3 giugno 2025, quando i colossi del porno online hanno spento i server in segno di protesta contro la nuova legge francese sulla verifica dell’età.
Al posto dei consueti contenuti, gli utenti francesi si trovano davanti l’immagine della Marianne – il simbolo della Repubblica tratto dal celebre dipinto di Eugène Delacroix – accompagnata da una scritta che suona come una dichiarazione di guerra: “La libertà non ha pulsanti di off”.
La legge francese che ha scatenato la protesta
Il governo francese ha introdotto quest’anno l’obbligo per i siti pornografici di verificare l’età degli utenti prima di consentire l’accesso ai contenuti. Non basta più cliccare su “ho più di 18 anni” per accedere ai video, ora serve confermare la maggiore età attraverso documenti d’identità o carte di credito. Per tutelare la privacy, le piattaforme devono affidarsi a sistemi gestiti da terzi che impediscano agli operatori di accedere direttamente alle informazioni personali.
La misura riguarda una importante fetta della popolazione francese: solo Pornhub registra 7 milioni di visitatori quotidiani, se si considerano tutte le piattaforme, sono decine di milioni i francesi che da ieri non possono più accedere ai loro siti preferiti per la temporanea chiusura dei portali.
“Irresponsabile e sproporzionata”: la replica dell’industria
Aylo, la casa madre che controlla i principali portali pornografici, non ha usato mezzi termini per definire la normativa francese: “irresponsabile, sproporzionata e inefficace”. Secondo Alex Kekesi, dirigente di Aylo, richiedere alle singole piattaforme di verificare l’età “pone un rischio molto serio per quanto riguarda il diritto alla privacy”.
L’azienda teme che i dati sensibili degli utenti possano finire nel mirino di hacker o subire fughe di informazioni.
Una preoccupazione non campata in aria, considerando i numerosi attacchi informatici che hanno colpito database contenenti informazioni personali negli ultimi anni. Solo pochi giorni fa è stato scoperto un database liberamente accessibile che presenta le credenziali di 184 milioni di account, incluse quelle per accedere ai servizi bancari.
In questo contesto, Solomon Friedman, di Ethical Capital Partners (proprietaria di Aylo), propone una soluzione alternativa: affidare la verifica dell’età a Google, Apple e Microsoft, che già dispongono nei loro sistemi della capacità di confermare l’età dell’utente a livello di dispositivo o sistema operativo.
Il braccio di ferro con il governo
Dall’altra parte della barricata, il governo francese non mostra segni di cedimento. Aurore Bergé, ministra per le Pari Opportunità, ha accolto con soddisfazione la decisione delle piattaforme di abbandonare il mercato francese: “Tanto meglio! Ci saranno meno contenuti violenti, degradanti e umilianti accessibili ai minori in Francia”, ha dichiarato.
Su X la ministra ha ribadito che “proteggere i minori è il nostro impegno, la nostra responsabilità”, trasformando quello che doveva essere uno sciopero di protesta in una vittoria politica.
Anche Bruxelles contro il porno senza controllo
La Francia non è sola in questa battaglia. La Commissione europea ha già avviato un’inchiesta contro i colossi del porno online, accusandoli di non aver adottato misure sufficienti per la verifica dell’età e la protezione dei minori, in possibile violazione del Digital Services Act.
Anche l’Italia si muove nella stessa direzione: con il decreto Caivano, il governo ha varato una norma simile a quella francese, le cui linee guida devono essere stabilite dall’Agcom. Altri Paesi europei stanno valutando misure analoghe, prefigurando uno scenario in cui l’industria pornografica dovrà scegliere tra adeguarsi alle nuove regole o abbandonare progressivamente il mercato europeo, ipotesi che sembra piuttosto complicata.
Tra libertà digitale e protezione dei minori
Lo “sciopero” dei siti porno solleva questioni che vanno oltre la pornografia online. Da un lato, c’è il diritto dei minori a essere protetti da contenuti inappropriati. Dall’altro, la libertà digitale degli adulti e il diritto alla privacy. Come in “1984” di Orwell, dove il Grande Fratello controlla ogni aspetto della vita privata, il rischio è che la protezione dei più giovani si trasformi in sorveglianza di massa.
La partita è appena iniziata. Aylo spera di “avviare un dialogo diretto” con gli utenti francesi e convincere altri governi della validità della propria posizione. Ma con milioni di francesi tagliati fuori dalle piattaforme e un governo determinato a non fare passi indietro, questo braccio di ferro potrebbe durare a lungo.
La domanda che rimane è: chi cederà per primo? L’industria del porno, che rischia di perdere uno dei mercati più importanti d’Europa, o il governo francese, che potrebbe trovarsi di fronte alla protesta di milioni di elettori privati dei loro siti preferiti?