Pappagalli “cantano” tradimento e testimonieranno in Tribunale. Ma l’infedeltà è ancora un reato?
- 08/04/2024
- Mondo
Due pappagalli sono stati chiamati a testimoniare al Tribunale di Istanbul, in una causa di divorzio. Una foto li ritrae dinanzi al palazzo di giustizia. La notizia ha fatto il giro del web negli scorsi giorni, attirando l’ilarità degli utenti online. Ma cos’è successo? I due volatili pare abbiano involontariamente aiutato un uomo a scoprire i tradimenti della moglie. La frase che ripetevano era: “Mio marito non è in casa, vieni”. Secondo l’uomo, i pennuti l’avrebbero imparata dalla donna. Da qui, l’ipotesi di infedeltà e la richiesta di divorzio.
In Turchia il divorzio, in base al Codice civile turco, può essere richiesto da uno o entrambi i coniugi. L’adulterio può essere una delle cause principali per lo scioglimento dei vincoli matrimoniali e il presidente Erdogan, già dal 2018, parla di inserire nuovamente il reato nel Codice penale. Se fossero vissuti in Afghanistan o in Indonesia, i due pappagalli, infatti, avrebbero potuto causare conseguenze pericolose per la donna. Perché mentre storie stravaganti legate all’infedeltà attirano da sempre l’attenzione facendo spesso sorridere, in alcuni Paesi l’adulterio è ancora un reato gravissimo.
Aldatıldığını “kocam evde yok gel” diye tekrarlayan papağanları sayesinde öğrenen müvekkilin davasında tanık dinletmeye gidiyoruz pic.twitter.com/MH8NBmz6Z2
— Av. Ted Buckland (@cubbeliveofkeli) March 25, 2024
L’infedeltà è un reato?
Da Madame Bovary di Flaubert sino a Anna Karenina di Tolstoj sono le donne, nella storia delle rappresentazioni letterarie o cinematografiche, ad essere le protagoniste dei tradimenti. Perché in molti Paesi, compreso l’Italia, fino a pochi anni fa, l’adulterio era considerato, principalmente per la moglie, un reato che avrebbe potuto anche costarle la vita.
Le Nazioni Unite, nel 1976, hanno siglato il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che dovrebbe rappresentare una tutela in più nei confronti di chi commette questo reato in un Paese in cui il fatto potrebbe avere ripercussioni anche sulla vita. L’art. 6 del Patto cita così: “Nessuno può essere arbitrariamente privato della vita. Nei Paesi in cui la pena di morte non è stata abolita, una sentenza capitale può essere pronunciata soltanto per i delitti più gravi […]. Ogni condannato a morte ha il diritto di chiedere la grazia o la commutazione della pena. L’amnistia, la grazia o la commutazione della pena di morte possono essere accordate in tutti i casi. Una sentenza capitale non può essere pronunciata per delitti commessi dai minori di 18 anni e non può essere eseguita nei confronti di donne incinte”. Tra i 173 Stati firmatari del Trattato delle Nazioni Unite ce ne sono alcuni che non hanno ratificato la Convenzione.
In quali Paesi l’adulterio è un reato
In Arabia Saudita, ad esempio, il reato d’adulterio prevede che ci siano quattro testimoni oculari al momento della penetrazione per poter applicare la pena capitale. In Brunei, invece, nel 2019 è stata reintrodotta la pena di morte per il reato d’adulterio e per l’omosessualità, come parte dell’attuazione di un nuovo codice penale basato sulla Sharia. In altri Paesi, come l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan le donne condannate per il delitto di adulterio vengono giustiziate con la lapidazione. E per il divieto di giustiziare “donne incinte” c’è chi si è adattato posticipando la pena capitale e chi l’ha sostituita con la detenzione a vita o inferiore, come in India, Laos, Malaysia, Singapore, Sri Lanka.
Il “reato” d’adulterio in Italia
Nel nostro Paese, il tradimento nei confronti del marito o della moglie non è un reato punito dal Codice penale, anche se non è stato sempre così. Alla fine degli anni Sessanta, due sentenze della Corte costituzionale hanno abrogato il reato di adulterio, cioè il tradimento della donna nei confronti dell’uomo e il reato di concubinato, cioè il tradimento dell’uomo verso la donna. Sino al 1969, però, chi tradiva il proprio compagno era punito dal Codice penale, e rischiava multe salate o la galera.
Anche se l’adulterio, in sintesi, non è più un reato, l’infedeltà rappresenta comunque un comportamento contrario agli obblighi del matrimonio, come lo sono l’abbandono immotivato della casa coniugale, le violenze e le vessazioni, l’omessa assistenza materiale e morale del coniuge. Rispetto a tutte le altre violazioni, il tradimento non implica sanzioni sul piano economico, né fa maturare il diritto a richiedere il mantenimento. La persona che tradisce, però, non potrà chiedere all’ex coniuge, in caso di separazione e divorzio, il mantenimento, neanche se le sue condizioni economiche non gli consentono di vivere e se a tradire sarà il coniuge con un reddito maggiore, l’altro avrà diritto agli alimenti non perché è stato vittima di adulterio ma perché non è economicamente autosufficiente.
Ma come nasce il reato d’adulterio?
Ripudiare la moglie, confiscarle i beni e spesso vendicarsi in modo privato anche con l’omicidio: non sembra sia cambiato molto oggi, ma il reato d’adulterio nasce nel 18 a.C. con la lex Iulia e si inasprisce con gli imperatori Costantino e Giustiniano che consideravano l’adulterio delitto pari all’omicidio e che addirittura riconosceva al marito il diritto di uccidere. L’adulterio aveva come matrice sul quale si basava la sua punibilità, il concetto d’onore. Il nesso etimologico è combattuto tra la tesi del ‘Ad alterum come andare verso un altro’ e ‘Ad alterum come cambiare, adulterarsi, diventare diversi’. Era visto fosse un reato che rientrava nei “danni” al buon costume, di una famiglia e, quindi, della società e del vivere civile. Dall’antica Roma all’abrogazione del reato di adulterio nel ’68- e dopo l’introduzione del divorzio nel 1970 (legge 898), del diritto di famiglia nel 1975 (legge 151), dell’aborto nel 1978 (legge 194) -, le disposizioni sul delitto d’onore sono state abrogate il 5 agosto 1981.
Anche se in Italia non è più un reato punibile in alcun modo violento, ancora oggi, il tradimento viene usato come “giustificazione” per omicidi o violenze ai danni delle donne. Solo nei primi quattro mesi del 2024, risulta che le donne uccise siano già 20 di cui 18 in ambito familiare/affettivo. Il reato di adulterio, in altre parole, non esiste più nelle norme giuridiche così come lo ricordiamo in passato, ma ha subito un’evoluzione ben peggiore: continua ad essere insito nelle nostre vite, frutto di un retaggio culturale che vede l’uomo più contento di vedere la propria compagna morta piuttosto che con un’altra persona, perché per certi versi, non siamo così lontani dalla mentalità dell’antica Roma.
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