Libertà d’espressione? Trump ‘vieta’ l’uso di parole su diritti, inclusione e ambiente. Sparisce anche ‘Enola Gay’
- 13/03/2025
- Mondo
Da paladino della libertà d’espressione a censore: il presidente Usa Donald Trump, creando un paradosso, da una parte fa del free speech la propria bandiera, dall’altra preme sulle agenzie federali statunitensi perché eliminino o limitino nei documenti ufficiali, nei siti web e nelle linee guida interne (ma anche programmi scolastici) molte parole ed espressioni. Nello specifico, quelle che possano rimandare a un linguaggio inclusivo nei confronti di minoranze e comunità marginalizzate, comprese le donne.
È stato il New York Times a stilare un elenco, dichiaratamente incompleto e non definitivo, delle parole ‘proibite’, analizzando migliaia di pagine dei siti web delle agenzie federali prima e dopo l’insediamento di Trump.
Si va dai termini più ovvi, come ‘transgender’ a ‘women (donne)’. Poi ci sono LGBTQ+, crisi climatica e attivismo, ma anche ‘bias (pregiudizi)’, ‘cultural heritage (patrimonio culturale)’, ‘disparity (disparità)’ o ‘pollution (inquinamento)’. Nemmeno la locuzione ‘hate speech (discorsi d’odio)’ si potrà più usare.
E si arriva anche ad estremi: il segretario alla Difesa Pete Hegseth avrebbe ordinato la rimozione di ‘Enola Gay’ da ogni documento ufficiale che lo contiene, foto comprese. Enola Gay era il nome del bombardiere da cui venne sganciata la bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945. ‘Gay’ si riferiva al nome della madre del pilota, dunque nulla a che vedere con l’orientamento sessuale, ma non importa: via l’immagine dell’aereo dal sito ufficiale del Pentagono. Hegseth ha anche sospeso in ambito militare diverse celebrazioni, tra cui il Martin Luther King Day e il Giorno della Memoria, e quelle legate al Pride Month, in conseguenza dell’ordine del presidente di eliminare ogni riferimento e ogni programma su diversità, equità e inclusione nei luoghi di lavoro federali.
Lotta all’identità di genere
Insomma, sotto Trump sembra bandita o fortemente scoraggiata ogni parola o espressione che anche alla lontana possa richiamare diritti civili e sociali, così come l’immigrazione e i cambiamenti climatici: in sintesi, tutte le cose che il presidente vede come posizioni progressiste e della sinistra (“follia woke”) e che dunque odia, rigetta e combatte.
In cima a tutto, l’identità di genere. D’altronde uno dei primissimi ordini esecutivi di Trump, firmato già il giorno dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, riguardava proprio lo smantellamento del settore Dei (Diversity, Equity and Inclusion) in quanto – parole del tycoon – “pericoloso, avvilente e immorale” oltre che centro di discriminazione (verso i maschi bianchi).
Poi, i primi di febbraio, è stata la volta del ‘Keeping Men Out of Women’s Sports (Tenere gli uomini fuori dagli sport femminili)’ per vietare alle persone transgender l’accesso alle competizioni sportive delle donne. E ancora, il 5 febbraio Trump ha dichiarato per legge che esistono due generi: “Da oggi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti prevederà l’esistenza di due soli generi, maschile e femminile”.
Far sparire dal discorso pubblico ogni parola e ogni narrazione che possano ricordare le sfaccettature della realtà è dunque una logica conseguenza. Come sottolinea il New York Times, le parole ‘proibite’ “sono un riflesso inequivocabile delle priorità di questa amministrazione”.
Va detto, e l’articolo del NYT lo sottolinea, che tutte le presidenze Usa suggeriscono cambiamenti linguistici e lessicali nei documenti ufficiali per riflettere la propria visione politica, ma stavolta c’è un “marcato – e notevole – cambiamento nel corpus del linguaggio utilizzato sia nei corridoi del potere del governo federale che tra la sua base”.
Il paradosso di Trump
Le pressioni di Trump mettono in luce il paradosso di chi a parole difende il free speech e si fa portatore della libertà d’espressione e nei fatti decide cosa si possa e non possa dire, facendo leva sul proprio potere.
D’altronde la battaglia sull’uso del femminile sovraesteso o di parole come ‘ministra’ o ‘avvocata’, e più in generale l’energia che la destra radicale sta mettendo nel vietare e cancellare parole, nel tentativo di far sparire le realtà che esse rappresentano, significa che la questione è centrale, nonostante quelli che dicono che ‘i problemi sono altri’ e non l’uso di una ‘a’ o una ‘o’.
Cancel culture discrezionale
Trump si fa beffe anche di un altro paradosso: quello di aver attaccato la cancel culture per poi procedere esattamente nella stessa direzione: ciò che non viene menzionato a parole non esiste, e vietarne alcune (molte) fa sì che la narrazione si incanali in un certo modo. E quel certo modo è la visione conservatrice del mondo e della società che la nuova amministrazione vuole imporre.
L’espressione ‘cancel culture (in italiano cultura della cancellazione o cultura del boicottaggio)’ indica una sorta di ostracismo, di ‘estromissione’ dalle cerchie sociali o professionali o dal dibattito pubblico, on line e off line, di qualcuno che sia oggetto di indignazione e conseguenti proteste. In Italia cancel culture si usa come termine ombrello per descrivere anche la censura preventiva degli editori e le polemiche su alcune favole.
Ne sono esempi la rimozione di statue dei conquistadores, simboli del passato coloniale, o la discussione se le opinioni politiche – talvolta le azioni – di certi artisti debbano portare a boicottarne le opere oppure se arte, pensiero e azioni debbano rimanere separate e dunque sia giusto riconoscere e omaggiare il genio anche se accompagnato da opinabili modi di pensare.
Ricerca e università a rischio
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti, e non solo perché ciò che non viene menzionato alla fine non viene legittimato e non esiste. Ma anche perché ci sono conseguenze pratiche.
Intanto nel mondo scientifico: enti di ricerca, agenzie e università americane, per paura di perdere fondi se per caso venissero beccati a fare riferimento a diversità, equità e inclusione, si stanno adeguando. Anche ad altissimo livello: per dirne una, la Nasa ha rimosso dal suo sito web tutte le informazioni dedicate alle donne nel campo Stem. Inoltre, la ricerca rischia di fermarsi o rallentare, e interi progetti di chiudere. Anche in ambito salute: ad esempio come si potrà parlare di problemi riproduttivi delle donne o di aborto se non si può usare la parola ‘donne’? Oppure ancora come si potranno presentare dati e ricerche sulla vulnerabilità di comunità marginalizzate – come i latinos – se non si può dire ‘etnia’ o ‘emarginato’?
Intanto interi dipartimenti universitari – impegnati negli studi di genere, sul clima e sulle migrazioni – stanno chiudendo, mentre ricercatori e professori stanno valutando di lasciare gli Usa per continuare il proprio lavoro in Europa.
Parole riabilitate
Sempre in tema di parole, sono significative anche quelle permesse o addirittura riabilitate: il pensiero va a un altro Paese americano, l’Argentina, dove recentemente, sempre in nome della lotta al politicamente corretto, sono stati reintrodotti termini il cui uso non aggiunge nulla ma toglie molto. Il presidente Javier Milei, infatti, ha stabilito di tornare a utilizzare ‘imbecille’, ‘ritardato’, ‘idiota’ per chi ha disabilità intellettive. Inoltre, ha annunciato di voler eliminare il riferimento al femminicidio dal Codice penale.
Trump non è Milei, ma il solco è lo stesso, e d’altronde i due condividono la visione del mondo e della politica e i toni molto sopra le righe. Elon Musk, braccio destro del tycoon Usa, non a caso ha recentemente sfoggiato e brandito una motosega alla maniera del presidente argentino, e, da quanto si sa dai media statunitensi, l’artigiano che le crea ne sta preparando una appositamente per Trump.
Le parole proibite sotto Trump (lista Nee York Times)
Per avere un’idea delle priorità dell’amministrazione Trump, ecco la lista delle parole vietate o fortemente scoraggiate, come individuate ed elencate dal New York Times:
• Accessible (accessibile)
• Activism (attivismo)
• Activists (attivisti)
• Advocacy (sostegno/lobby)
• Advocate/s (sostenitore/i)
• affirming care (assistenza affermativa di genere)
• all-inclusive (inclusivo di tutti)
• allyship (alleanza – comunità LGBTQ+)
• anti-racism (anti-razzismo)
• antiracist (antirazzista)
• assigned at birth (genere assegnato alla nascita)
• assigned female at birth (assegnata femmina alla nascita)
• assigned male at birth (assegnato maschio alla nascita)
• at risk (a rischio)
• barrier/s (barriera/e)
• belong (appartiene a)
• bias/es (pregiudizio/i)
• biased (pregiudizievole)
• biased toward (pregiudizievole nei confronti di)
• biologically female (donna biologica)
• biologically male (uomo biologico)
• BIPOC (Black Indigenous People of Color) (persone nere indigene e di colore)
• Black (nero)
• Breastfeed/ chestfeed + people/person (persone che allattano al seno)
• clean energy (energia pulita)
climate crisis (crisi climatica)
• climate science (scienza del clima)
• commercial sex worker (sex worker commerciale)
• community diversity (diversity di comunità)
• community equity (eguaglianza di comunità)
• confirmation bias (bias di conferma)
• cultural competence (competenze culturali)
• cultural differences (differenze culturali)
• cultural heritage (patrimonio culturale)
• cultural sensitivity (sensibilità culturale)
• culturally appropriate (culturalmente appropriato)
• culturally responsive (che risponde in base alla cultura)
• DEI (Diversity Equity & Inclusion)
• DEIA (Diversity Equity Inclusion & Accessibility)
• DEIAB (Diversity Equity Inclusion Accessibility & Belonging)
• DEIJ (Diversity Equity Inclusion & Justice)
disability/ies (disabilità)
• discriminated (discriminato)
discrimination (discriminazione)
• discriminatory (discriminatorio)
• disparity (disparità)
• diverse (diversificato)
• diverse backgrounds (background di diversità)
• diverse community/ies (comunità diversificata/e)
• diverse group/s (gruppo/i diversificato)
• diversified (diversificato)
diversify (diversificare)
• diversifying (diversificante)
• diversity (diversità)
• enhance the diversity (favorire la diversità)
• enhancing diversity (favorendo la diversità)
• environmental quality (qualità dell’ambiente)
• equal opportunity (pari opportunità)
• equality (uguaglianza)
• equitable (equo)
• equitableness (equità)
• equity (equità)
• ethnicity (etnicità)
• excluded (escluso)
• exclusion (esclusione)
• expression (espressione)
• female/s (donna/e)
• feminism (femminismo)
• fostering inclusivity (che promuove l’inclusione)
• GBV (Gender-Based Violence) (violenza di genere)
• Gender/s (genere/i)
• gender based (in base al genere)
• gender diversity (diversità di genere)
• gender identity (identità di genere)
• gender ideology (ideologia gender)
• Gulf of Mexico (Golfo del Messico)
• hate speech (discorso d’odio)
• health disparity (disuguaglianza sanitaria)
• health equity (uguaglianza sanitaria)
• hispanic minority (minoranza ispanica)
• historically (storicamente)
• identity (identità)
• immigrants (immigranti)
• implicit bias/es (pregiudizio implicito)
• inclusion (inclusione)
• inclusive (inclusivo)
• inclusive leadership (leadership inclusiva)
• inclusiveness (inclusività)
• inclusivity (inclusività)
• increase diversity (aumentare la diversità)
• increase the diversity (aumentare la diversità)
• indigenous community (comunità indigene)
• inequality/ies (disuguaglianza/e)
• inequality (disuguaglianza)
• inequitable (iniquo)
• inequity/ies (iniquità/iniquo)
• injustice (ingiustizia)
• institutional (istituzionale)
• intersectional (intersezionale)
• intersectionality (intersezionalità)
• key groups/people/populations (gruppi/persone/popolazioni chiave)
• Latinx (persone di origine latina in modo neutro)
• LGBT
• LGBTQ
• marginalize (marginalizzare)
• marginalized (marginalizzato)
• men who have sex with men, MSM (uomini che fanno sesso con uomini)
• mental health (salute mentale)
• minorities (minoranze)
• minority (minoranza)
• most risk (a più rischio di)
• multicultural (multiculturale)
• Mx (neutro per Mr. o Mrs.)
• Native American (nativo americano)
• nonbinary (nonbinario)
• oppression (oppressione)
• oppressive (oppressivo)
• orientation (orientamento)
• people + uterus (persone con utero)
• people/person-centered care (cura basata sulle persone)
• polarization (polarizzazione)
• political (politico)
• pollution (inquinamento)
• pregnant people/person (persone in gravidanza)
• prejudice (pregiudizio)
• privilege (privilegio)
• privileges (privilegi)
• promote diversity (promuovere la diversità)
• promoting diversity (promuovere la diversità)
• pronoun/s (pronome/i)
• prostitute (prostituta)
• race (razza)
• race and ethnicity (razza ed etnia)
• racial (razziale)
• racial diversity (diversità razziale)
• racial identity (identità razziale)
• racial inequality (inequità razziale)
• racial justice (giustizia razziale)
• racially (su base razziale)
• racism (razzismo)
• segregation (segregazione)
• sense of belonging (senso di appartenenza)
• sex (sesso)
• sexual preferences (preferenze sessuali)
• sexuality (sessualità)
• social justice (giustizia sociale)
• sociocultural (socioculturale)
• socioeconomic (socioeconomico)
• status
• stereotype/s (stereotipo/i)
• systemic (sistemico)
• systemically (sistematicamente)
• they/them (pronomi neutri)
• trans
• transgender
• transsexual (transessuale)
• trauma
• traumatic (traumatico)
• tribal (tribale)
• unconscious bias (pregiudizio inconscio)
• underappreciated (sottovalutato)
• underprivileged (svantaggiato)
• underrepresentation (sottorappresentazione)
• underrepresented (sottorappresentato)
• underserved (con scarsi servizi)
• undervalued (sottovalutato)
• victim/s (vittima/e)
• vulnerable populations (popolazioni vulnerabili)
• women (donne)
• women and underrepresented (donne e persone sottorappresentate)