Insediamento Trump, le promesse sulla “follia transgender”: “Via da esercito, scuole e sport femminili”
- 20/01/2025
- Mondo
Questione di priorità. E per Donald Trump, 47mo presidente degli Stati Uniti, una è fermare la “follia transgender”, fin dal primo giorno. Anche se per gli elettori la questione non pare essere così pressante, sembra esserlo invece a livello di dibattito politico e di provvedimenti messi in campo. Basti pensare che durante l’ultima campagna elettorale i repubblicani hanno speso 215 mln di dollari solo in spot televisivi contro le persone transgender.
Il tycoon ha ribadito le sue intenzioni a poche ore dall’insediamento, ma già lo scorso 22 dicembre, all’America Fest 2024 in Arizona, aveva dichiarato chiaro e tondo che “con un tratto della mia penna, il primo giorno, fermeremo la follia transgender: firmerò gli ordini esecutivi per porre fine alla mutilazione sessuale infantile, per far uscire i transgender dall’esercito e dalle nostre scuole elementari, medie e superiori”.
“Caccerò i transgender dall’esercito e dalle scuole e terrò gli uomini fuori dagli sport femminili”, aveva ribadito, avvisando che “sotto l’amministrazione Trump, la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci siano solo due generi: uomo e donna”.
“Non voglio entrare nella ‘questione del bagno’”, ha aggiunto al Time: “Queste poche persone dovranno accettare quello che deciderà la legge”.
Il riferimento è alle polemiche sorte dopo che lo scorso novembre lo speaker della Camera Mike Johnson ha deciso che Sarah McBride, prima deputata transgender americana (democratica, eletta in Delaware, entrerà alla Camera questo mese), non potrà usare i bagni delle donne. Pochi giorni prima la deputata repubblicana Nancy Mace, il cui posto verrà preso proprio da McBride, aveva presentato un disegno di legge ad hoc in merito.
Cosa significa ‘transgender’
Transgender è un termine generico che indica le persone la cui identità di genere e/o l’espressione di genere non corrisponde a quelle tipicamente associate al sesso assegnato alla nascita.
Si definiscono transessuali se il loro comportamento sessuale è caratterizzato dalla non accettazione del proprio sesso e dall’identificazione in quello opposto o se hanno portato avanti una transizione per rendere il proprio corpo più simile a come si sentono, con trattamenti ormonali e/o con interventi chirurgici. La condizione per cui una persona presenta un’identità di genere diversa dal genere assegnato alla nascita si definisce anche incongruenza di genere.
Quante sono le persone transgender negli Usa?
Secondo un censimento condotto nel giugno 2022 dal Pew Research Center di Washington, negli Usa sono almeno 5,3 milioni le persone che si dichiarano transgender o non binarie e si stima che 1,6 milioni di persone di età pari o superiore a 13 anni si identifichino come tali. Il numero è in aumento. La ricerca dice anche che chi ha meno di 30 anni ha più probabilità degli adulti più anziani di essere trans o non binari. In particolare, circa il 5,1% degli under 30 sono trans o non binari, a fronte dell’1,6% dei 30-49enni e dello 0,3% di quelli di 50 anni e più.
Fuori dall’esercito anche chi è già in servizio
Una delle questioni più delicate riguarda la presenza di persone transgender nell’esercito. Era stato Joe Biden appena dopo il suo insediamento nel 2021 a riammettere le persone transgender nell’esercito, eliminando il divieto introdotto proprio da Trump nel 2017. Ora il nuovo presidente promette di reintrodurlo all’istante, e in modo più pesante del precedente: l’ordine stavolta vieterebbe non solo gli arruolamenti ma anche la permanenza in servizio di chi è già stato arruolato.
Ma di quante persone si parla? Non è facilissimo quantificarne il numero, a causa delle policy sulla privacy, ma secondo il Pentagono, come riferisce The Times, sono circa 2.200 le persone in servizio attivo a cui sia stata diagnosticata una disforia di genere nel 2021, su un totale di circa 1,3 milioni di personale attivo nell’esercito a stelle e strisce.
Da notare che l’esercito Usa ha problemi a raggiungere gli obiettivi di reclutamento – corpo dei marines a parte -, quindi il provvedimento potrebbe portare a una carenza di organico oltre che di competenze.
Un problema che non sembra toccare Trump, il quale lo scorso dicembre anzi se l’è presa con le pratiche “woke” nell’esercito, affermando che alcuni alti ufficiali siano più interessati alla diversità, all’equità e all’inclusione che a pianificare le tattiche di combattimento: “Le nostre forze armate devono concentrarsi sull’ottenere travolgenti e decisive vittorie e non possono essere oppresse dai terribili costi sanitari e dai disagi che la presenza di transgender nell’esercito implicherebbe”.
Ma è proprio così? Secondo i dati del dipartimento della Difesa, nel 2019 circa 15mila persone in servizio si consideravano transgender, e non tutte richiedevano l’operazione di transizione all’altro sesso, anzi solo 1071 hanno riportato questa necessità. Per il Pentagono, tra il 2016 e il 2019, le spese mediche per le persone transgender sono ammontate a 8 milioni di dollari, a fronte di un budget complessivo per la difesa di oltre 50 miliardi.
Cosa accadrà a questi militari una volta che Trump avrà firmato l’ordine esecutivo? Verranno congedati per motivi di salute, considerati non sono idonei a prestare servizio.
Si prevedono dunque numerosi contenzioni legali.
Americani divisi sul tema gender nelle scuole
Anche nelle scuole il tema ‘gender’ è particolarmente sensibile. Secondo il PRC, quando si tratta di insegnare l’identità di genere, e nello specifico se il genere di una persona possa essere diverso o sia determinato dal sesso assegnato alla nascita, metà degli insegnanti della scuola pubblica afferma che gli studenti non dovrebbero impararlo tra i banchi. Un pensiero condiviso soprattutto tra i maestri elementari (62%) rispetto a chi insegna nelle scuole medie e superiori (45% e 35%).
In generale, un terzo degli insegnanti ritiene che gli studenti dovrebbero imparare che una persona può essere maschio o femmina anche se il sesso è diverso da quello assegnato alla nascita, mentre per il 14% gli studenti dovrebbero imparare che il sesso di una persona alla nascita determina se è maschio o femmina.
Sia i familiari sia gli studenti, dalla scuola materna alle superiori, si mostrano più divisi. Nel sondaggio del 2022, il 31% dei genitori preferirebbe che i propri figli imparassero che il genere può essere diverso dal sesso alla nascita, ma una quota identica preferirebbe che i propri figli imparassero che il genere è determinato dal sesso alla nascita. Un altro 37% dei genitori ha affermato che i propri figli non dovrebbero imparare l’identità di genere a scuola.
Tra gli adolescenti, un quarto afferma che preferirebbe imparare che il genere di una persona può essere diverso dal sesso alla nascita, il 26% che il genere è determinato dal sesso alla nascita e per circa la metà (48%) non si dovrebbe imparare l’identità di genere a scuola.
Secondo gli americani, infine, i genitori dovrebbero poter impedire ai propri figli di apprendere informazioni sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere a scuola (54%) e sono complessivamente più propensi degli insegnanti a sostenere che i genitori dovrebbero avere la possibilità di escludere i propri figli dalla scuola.
Ma quanto è presente questo tema nelle aule? La maggior parte degli insegnanti che insegnano da più di un anno (68%) afferma che gli argomenti dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere sono stati raramente o mai affrontati in classe nell’anno scolastico 2022-23. Circa uno su cinque (21%) afferma che questi argomenti sono stati affrontati a volte e l’8% afferma che sono stati affrontati spesso o estremamente spesso.
Per gli americani gli atleti devono gareggiare in base al proprio sesso biologico
Il tema delle persone transgender nello sport è tornato alla ribalta in occasione delle Olimpiadi 2024, soprattutto per la nota vicenda della pugile algerina Imane Khelif, che tra l’altro ha visto l’Italia direttamente coinvolta.
Gli oppositori sostengono che le atlete transgender possano avere un vantaggio biologico a causa della pubertà maschile e nonostante i trattamenti ormonali. Tuttavia, studi scientifici non hanno raggiunto un consenso su come i livelli di testosterone influenzino le prestazioni atletiche in modo uniforme in tutti gli sport.
Il Comitato Olimpico Internazionale comunque ha introdotto nel novembre 2021 un nuovo quadro normativo “di equità, inclusione e non discriminazione basato sull’identità di genere e le variazioni del sesso” come guida per i comitati olimpici e le federazioni sportive internazionali nella definizione delle proprie regole relative ad atleti transgender e a variazioni del sesso.
Ma il vento è decisamente cambiato, ed è notizia recente che in Gran Bretagna, dal 25 gennaio, alle donne transgender non sarà più permesso di giocare a tennis nella categoria femminile. Questo avverrà nella maggior parte dei tornei britannici, dopo la decisione della Lawn Tennis Association, l’organo di governo del tennis inglese.
Quella messa in atto dalla LTA è una vera e propria marcia indietro rispetto alle regole vigenti, che consentono ai giocatori di identificarsi liberamente nel genere che preferiscono: da sabato prossimo non sarà più così. Agli individui nati come maschi sarà possibile competere, almeno all’interno dei tornei sotto la giurisdizione della LTA, soltanto nella categoria maschile. La novità non riguarderà le partite internazionali e dunque del circuito WTA o ATP.
Negli Usa, l’idea di Trump trova un terreno fertile: lo scorso aprile la Camera dei Rappresentanti ha approvato un divieto per le atlete transgender di entrare a far parte di squadre sportive femminili in scuole e college destinatari di fondi federali, proibendo agli istituti scolastici di permettere a qualcuno il cui “sesso assegnato alla nascita sia maschile” di gareggiare insieme alle donne.
Legislazioni simili erano state adottate da 20 Stati, diventati poi 23, e sembrano godere di ampio consenso: secondo un sondaggio Gallup, per il 69% degli americani gli atleti transgender devono gareggiare in squadre che riflettono il proprio sesso biologico.
Biden era intervenuto sul tema, dato che le norme federali attualmente in vigore vietano discriminazioni, e aveva dato sostanzialmente discrezionalità agli istituti: se questi dimostrano che l’inclusione di persone transgender possa minare l’equità competitiva, l’esclusione sarà legale rispetto alla legge nazionale.
In ogni caso, con Trump ogni sfumatura verrà bandita: il provvedimento approvato alla Camera, che deve passare in Senato (a maggioranza repubblicana), andrà a eliminare direttamente il divieto federale di non discriminazione in base al sesso.
Secondo alcuni dati, nei College Usa ci sarebbero 510mila atleti aderenti al NCAA (National Collegiate Athletic Association), meno dello 0,002% dei quali sarebbero transgender.