Giornata mondiale contro l’Aids, 270mila nuovi casi di Hiv tra bambini e adolescenti nel 2022
- 01/12/2023
- Mondo
Hiv e Aids non fanno più paura come una volta. Negli anni ’80 del secolo scorso il virus e la forma più grave di malattia che esso provoca (la Acquired Immune Deficiency Sindrome, ovvero l’Aids) sono stati una piaga e hanno mietuto nel mondo 35 milioni di vittime fino a oggi. Attualmente, grazie alla ricerca, ci sono terapie per diminuire la carica del virus fino alla sua intrasmissibilità, per tenerlo a bada e anche per la prevenzione. Ma l’Hiv rimane ancora un enorme problema: i progressi si sono fatti più lenti e in occasione del World Aids Day, che cade oggi 1 dicembre, l’Unicef accende la luce sulla condizione di bambini e ragazzi, che purtroppo non sono estranei a queste problematiche.
Tutt’altro: nel 2022, 99mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni sono morti a livello globale per cause legate all’Aids. Si tratta del 15% di tutti i decessi dovuti a questa sindrome, eppure la fascia di età considerata rappresenta solo il 7% delle persone con Hiv.
L’Africa orientale e meridionale continua a registrare il maggior numero di contagi
Lo studio dell’Unicef, dal titolo ‘2023 Global Snapshot on HIV and AIDS – Progress and priorities for children, adolescents and pregnant women’ (Panoramica Globale sui bambini che vivono con Hiv e Aids), analizza ‘progressi e priorità per i bambini, gli adolescenti e le donne incinte’.
Questi i risultati principali a livello globale nel 2022:
• ci sono stati 270mila nuovi casi di Hiv tra i bambini e gli adolescenti fra 0 e 19 anni, per un totale di 2,6 milioni di giovani che vivono con l’Hiv
• 4 neonati su 10 affetti da Hiv non hanno avuto una diagnosi tempestiva
• circa 1 milione di persone fra 0 e 19 anni che vive con l’Hiv non sta ricevendo trattamenti, circa il 60% dei quali abita in Africa orientale e meridionale
• solo il 57% dei bambini tra 0 e 14 anni riceve le cure antiretrovirali, rispetto al 77% delle persone di età pari o superiore a 15 anni (un dato che evidenzia le disuguaglianze nell’accesso alle terapie salvavita)
• 99mila, come detto, sono i giovani tra 0 e 19 anni morti per cause legate all’Aids
• si stima che 84mila bambini (0-14 anni) siano morti causa dell’Aids, il 13% dei decessi ma solo il 4% circa delle persone che vivono con l’Hiv
• l’Africa orientale e meridionale continua a registrare il maggior numero di contagi da HIV nella fascia di età 0-19 anni, seguita dall’Africa occidentale e centrale, dall’Asia orientale e dal Pacifico, dall’America Latina e dai Caraibi e dall’Asia meridionale
Le ragazze rischiano di più per colpa delle disuguaglianze
Un’emergenza che riguarda soprattutto le ragazze: nel 2022 circa 98mila adolescenti femmine fra i 10 e i 19 anni hanno contratto il virus dell’Hiv, ovvero 1900 casi ogni settimana. A livello globale, il 71% delle nuove infezioni da Hiv in persone tra 10 e 19 anni riguarda le ragazze.
Anche se i casi totali fra le ragazze tra i 10 e i 19 anni sono quasi dimezzati dal 2010 – passando da 190mila a 98mila –, lo scorso anno le giovani avevano ancora più del doppio di probabilità di contrarre l’Hiv rispetto ai ragazzi. In particolare, nell’Africa sub-sahariana, la diffusione dell’Hiv tra le ragazze tra i 10 e i 24 anni è costantemente superiore di oltre tre volte rispetto alla loro controparte maschile.
Le ragazze sono le più colpite per vari motivi:
• disuguaglianze e discriminazioni di genere di lunga data (che spesso ad esempio impediscono di ottenere rapporti sessuali protetti)
• emarginazione
• negazione dei diritti, aggravata dalla povertà e dalla violenza
• le comunità in cui vivono sono spesso lontane dai centri di assistenza sanitaria
• mancanza di accesso ai programmi di prevenzione dell’HIV
• mancanza di accesso a programmi per la salute sessuale e riproduttiva
“È inaccettabile che le ragazze adolescenti, che dovrebbero pianificare il loro futuro, continuino a sopportare il peso maggiore della diffusione dell’HIV”, ha dichiarato a tal proposito la direttrice associata dell’Unicef per l’Hiv/Aids Anurita Bains, aggiungendo: “Noi – Nazioni Unite, comunità, governi e organizzazioni – dobbiamo eliminare gli ostacoli che rendono l’HIV una minaccia per la loro salute e il loro benessere. Ciò include la garanzia che la salute sessuale e riproduttiva e i diritti delle ragazze e delle giovani donne siano rispettati”.
Ma non solo le ragazze sono vittime di disuguaglianze nell’accesso alle cure. Rispetto agli adulti, bambini e adolescenti in generale ne subiscono gli impatti, anche in questo caso per diversi fattori:
• procedure diagnostiche complesse
• requisiti specifici dei test per i neonati che non sono sempre disponibili nei Paesi a medio e basso reddito
• mancanza di farmaci antiretrovirali adatti all’età per i gruppi di età più giovani
I progressi
Non bisogna tuttavia dimenticare i progressi compiuti negli ultimi decenni sia per quanto riguarda la prevenzione sia per la riduzione delle morti correlate all’Aids, così come nell’allargamento della platea che ha accesso alle cure salvavita. In particolare, nell’Africa sub-sahariana, che ospita circa l’87% dei bambini (0-14 anni) e l’82% degli adolescenti (10-19 anni) che vivono con l’Hiv, le nuove infezioni e i decessi Aids-correlati sono diminuiti notevolmente: nel 2022, il numero annuale di nuove infezioni verticali da Hiv nei bambini è crollato di oltre il 75% rispetto al 2000 e si è dimezzato (53%) il numero delle ragazze adolescenti e delle giovani donne ha contratto l’Hiv rispetto al 2010.
Altro elemento di ottimismo è il miglioramento della copertura del test e del trattamento dell’Hiv per i neonati: i nuovi strumenti di test (tra cui l’EID point-of-care e gli autotest per l’HIV) sono più ampiamente disponibili e l’introduzione delle formulazioni ARV pediatriche di dolutegravir significa che i bambini hanno opzioni di trattamento paragonabili alle migliori formulazioni per adulti. Infine, sono finalmente disponibili formulazioni antiretrovirali pediatriche efficaci.
Questo anche se permangono evidenti disparità: come abbiamo visto, nel 2022 quattro neonati su dieci con Hiv non hanno ricevuto una diagnosi tempestiva e quasi la metà degli 1,5 milioni di bambini che vivono con l’Hiv non riceveva ancora antiretrovirali. Inoltre la copertura del trattamento era del 77% tra gli adulti (dai 15 anni in su) e solo del 57% tra i bambini (0-14 anni).
Miglioramenti anche in uno dei modi in cui si può contrarre l’Hiv, la ‘trasmissione verticale’ durante la gravidanza e l’allattamento. I tassi di trasmissione si sono drasticamente ridotti, scendendo dal 23% del 2010 a circa l’11% nel 2022. In quest’ambito Unicef segnala però un rallentamento dei progressi, per non dire un ristagno, così come per quanto riguarda la copertura della terapia antiretrovirale nelle donne incinte e in allattamento che vivono con l’Hiv: nel 2010, solo il 48% di esse ha ricevuto farmaci antiretrovirali, nel 2022 la percentuale è salita all’82%, ma poi i progressi si sono stabilizzati nella maggior parte delle regioni.
L’Unicef stima che dal 2000 siano state evitate 3,4 milioni di infezioni da Hiv nei bambini.
Quindici paesi e territori sono stati certificati per aver interrotto completamente la trasmissione verticale. Il Botswana è recentemente diventato il primo paese con un’alta prevalenza di Hiv a fermare la trasmissione verticale, con Malawi, Sudafrica e Namibia che si avvicinano allo stesso obiettivo.
Molto rimane da fare: nel 2022 una donna incinta su cinque che vive con l’Hiv non ha ricevuto antiretrovirali per prevenire la trasmissione verticale ai neonati e le sfide persistono con:
• bassa qualità dell’assistenza
• inadeguata diffusione dei test
• lacune nel collegamento delle donne alla terapia antiretrovirale e nel mantenimento in cura
In conclusione, i progressi sono stati notevoli e molti impegni sono stati presi a livello internazionale per abbattere l’incidenza di Hiv e Aids nei bambini, negli adolescenti e nelle donne incinte entro il 2030. Tuttavia, nel giorno dedicato all’Aids, che ancora provoca troppe morti e troppe morti premature (specialmente nei Paesi in via di sviluppo), è importante sottolineare come al ritmo attuale gli obiettivi decisi non saranno raggiunti nei tempi stabiliti
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