Una persona su 11 nel mondo soffre la fame
- 29/07/2024
- Mondo
Nel 2023, circa 733 milioni di persone hanno sofferto di fame, pari a una persona su undici a livello globale e a una su cinque in Africa. Lo rileva il recente rapporto “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” (SOFI), pubblicato dalle agenzie specializzate delle Nazioni Unite.
Il rapporto SOFI sottolinea come il mondo sia gravemente in ritardo nel raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 2, “Fame Zero”, entro il 2030. Il rapporto SOFI del 2023 evidenzia un arretramento di 15 anni nel progresso verso la lotta alla fame, riportando i livelli di sottoalimentazione ai valori del 2008-2009. Nonostante alcuni risultati positivi in settori come il ritardo della crescita e l’allattamento al seno esclusivo, il numero di persone che affrontano l’insicurezza alimentare continua a crescere. Negli ultimi tre anni, il numero di affamati nel mondo è rimasto statico, oscillando tra 713 e 757 milioni, con un incremento di 152 milioni rispetto al 2019.
A livello regionale, le disparità sono marcate: la percentuale della popolazione afflitta dalla fame è in aumento in Africa (20,4%), si è stabilizzata in Asia (8,1%), mentre mostra segni di miglioramento in America Latina (6,2%). Tuttavia, tra il 2022 e il 2023, la situazione è peggiorata in Asia occidentale, nei Caraibi e in molte sotto-regioni africane. Se queste tendenze continuano, si prevede che nel 2030 ci saranno circa 582 milioni di individui cronici sottoalimentati, metà dei quali in Africa.
Il doppio fardello della malnutrizione
Non si tratta solo di fame. Il rapporto evidenzia che nel 2023 circa 2,33 miliardi di persone nel mondo hanno affrontato un’insicurezza alimentare da moderata a grave, un dato che non ha mostrato miglioramenti significativi dopo il picco del 2020 durante la pandemia di COVID-19. Circa 864 milioni di persone hanno subito una grave insicurezza alimentare, rimanendo talvolta senza cibo per un’intera giornata o più. In Africa, il 58% della popolazione vive una condizione di insicurezza alimentare moderata o grave.
La mancanza di accesso a una dieta sana per motivi economici è un altro problema significativo, coinvolgendo oltre un terzo della popolazione mondiale. Nel 2022, più di 2,8 miliardi di persone non potevano permettersi un’alimentazione sana, con disuguaglianze che si accentuano nei paesi a basso reddito, dove il 71,5% della popolazione ha un accesso limitato rispetto al 6,3% nei paesi ad alto reddito. Sebbene i tassi di allattamento al seno esclusivo siano aumentati, il raggiungimento degli obiettivi globali sull’alimentazione rimane problematico.
Un altro aspetto critico del rapporto è la crescita dell’obesità, con i tassi tra la popolazione adulta in aumento dal 12,1% nel 2012 al 15,8% nel 2022. Se, nel corso degli ultimi venti anni, la magrezza e il sottopeso sono diminuiti, l’obesità ha registrato un aumento esponenziale. Questo fenomeno, definito “doppio fardello della malnutrizione”, indica una coesistenza di denutrizione e obesità, complicando ulteriormente le politiche alimentari e sanitarie.
Cause della crescita della fame e della malnutrizione
I fattori che alimentano l’insicurezza alimentare e la malnutrizione sono molteplici e complessi. La persistente inflazione dei prezzi dei generi alimentari continua a erodere i vantaggi economici di molti individui in diverse nazioni. Inoltre, conflitti, cambiamenti climatici e contraccolpi economici si sono intensificati, aggravando ulteriormente la situazione. La combinazione di questi fattori, unita a disuguaglianze strutturali e ambienti alimentari malsani, sta amplificando gli effetti negativi sulla sicurezza alimentare.
Il tema del rapporto di quest’anno è “Combattere la fame, l’insicurezza alimentare e tutte le forme di malnutrizione con i finanziamenti”. Le agenzie delle Nazioni Unite esortano a un approccio multidimensionale per raggiungere l’OSS 2, puntando sulla trasformazione dei sistemi agroalimentari, sulla lotta alle disuguaglianze e sull’accesso economico a diete sane.
I leader delle cinque agenzie hanno sottolineato l’urgenza di stimare il divario di finanziamento e di ricorrere a modalità innovative per colmare tale gap, affermando che garantire a tutte le persone l’accesso a cibo sicuro, nutriente e sufficiente è un dovere morale. La scarsità di finanziamenti richiede soluzioni innovative eque, soprattutto per i paesi con elevati livelli di fame e malnutrizione, che sono stati colpiti duramente dagli effetti climatici.
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