“Sono ancora viva”: donna thailandese trovata viva nella bara prima della cremazione
- 1 Dicembre 2025
- Mondo
Thailandia. Una bara che emette un rumore pochi istanti prima di finire nel forno crematorio. Sembra assurdo, ma il rumore è inconfondibile: qualcuno sta bussando dall’interno della cassa di legno. E quel qualcuno può essere soltanto Chonthirot, la donna di 65 anni creduta morte fino a qualche secondo prima dell’incredibile vicenda.
A salvare la signora è stata la burocrazia thailandese, che ha negato la cremazione in assenza di un certificato di morte ufficiale, me come è possibile sembrare morti pur essendo vivi?
Ecco cosa è successo.
Il viaggio di 500 chilometri in una bara
Domenica 23 novembre un uomo di nome Mongkol porta il corpo di sua sorella Chonthirot al tempio buddista Wat Rat Prakhong Tham, nella provincia di Nonthaburi, alle porte di Bangkok.
Prima di questa difficile decisione, Mongkol aveva tentato di parlare con la sorella allettata senza ricevere risposta. La vedeva rigida, immobile, apparentemente senza respiro. A questo punto, la conclusione sembrava inevitabile: Chonthirot è morta.
L’uomo carica il corpo della sorella in una bara bianca e percorre circa 500 chilometri dalla provincia di Phitsanulok fino a Bangkok per portare il corpo al Chulalongkorn University Hospital di Bangkok, dove la donna aveva espresso il desiderio di donare gli organi. L’ospedale, però, respinge la richiesta di accettare il corpo per la donazione degli organi perché il fratello non aveva un certificato di morte ufficiale.
Mandato indietro dall’ospedale, Mongkol si rivolge al tempio buddista Wat Rat Prakhong Tham a Nonthaburi (sempre nell’area di Bangkok) che offre cremazioni gratuite alle famiglie meno abbienti.
Anche il tempio, però, si rifiuta di procedere senza certificato ed è qui che succede l’incredibile, come riportato dalla Cnn: mentre il responsabile del tempio, Pairat Soodthoop, spiega a Mongkol come ottenere la documentazione necessaria, dall’interno della bara arrivano colpi insistenti e grida.
Dopo lo stupore, gli addetti del tempio si accorgono che la donna stava muovendo leggermente le braccia e la testa, proprio poco prima di venir cremata.
“Ero un po’sorpreso, così ho chiesto agli addetti di aprire la bara e tutti sono rimasti di stucco”, ha raccontato Pairat all’Associated Press. “L’ho vista aprire leggermente gli occhi e bussare sul lato della bara. Forse aveva iniziato a farlo da un bel po’”. Una volta aperto il feretro, la donna tremava e con le mani ridotte all’osso tentava di scacciare le mosche. L’equipe medica dell’ospedale dove è stata immediatamente trasferita ha spiegato che si era trattato di un fortissimo calo di zuccheri che aveva ingannato il fratello.
Quando il corpo simula la morte
Il caso di Chonthirot apre una finestra su un fenomeno medico raro ma reale: la morte apparente. La sindrome di Lazzaro, così chiamata in riferimento al personaggio biblico, descrive la ripresa spontanea delle funzioni vitali dopo che una persona è stata dichiarata clinicamente morta e sono cessate le manovre di rianimazione.
A luglio 2025 un caso simile si è verificato a Tarquinia (Viterbo), dove un 78enne dichiarato morto dopo un arresto cardiaco ha riaperto gli occhi dopo mezz’ora chiedendo delle figlie. La catalessi rappresenta un’altra condizione che può ingannare: i pazienti si trovano in uno stato di rigidità totale, mantengono gli occhi chiusi, non rispondono ai richiami e a volte è difficile persino percepire il ritmo cardiaco. Questa condizione neuropsichiatrica, sintomo frequente di epilessia, schizofrenia o lesioni del cervelletto, può portare a scambiare una persona viva per deceduta.
Cosa è successo alla donna thailandese
Nel caso di Chonthirot, allettata da circa due anni con condizioni di salute in peggioramento, l’ipoglicemia aveva raggiunto livelli così critici da indurre uno stato di incoscienza profonda. I segni vitali diventano estremamente deboli: il polso può risultare quasi impercettibile, il respiro così superficiale da sembrare assente, il corpo freddo e rigido.
In pazienti con ipoglicemia cronica o molto ben controllati dal punto di vista metabolico, i sintomi premonitori (tremori, sudorazione) possono non manifestarsi affatto e l’ipoglicemia si presenta direttamente come coma ipoglicemico.
Chonthirot non mostrava segni di arresto cardiaco né insufficienza respiratoria quando è stata esaminata dai medici. Il suo cuore batteva ancora e i polmoni funzionavano, ma a livelli così ridotti che il fratello, privo di strumenti medici, non li aveva percepiti.
Il recupero rapido
Una volta somministrato glucosio in ospedale, le condizioni di Chonthirot si sono stabilizzate rapidamente. Questo è tipico dell’ipoglicemia: se trattata in tempo, il paziente si riprende completamente appena i livelli di zucchero nel sangue vengono ripristinati. Già la sera della stessa domenica i medici la ritenevano abbastanza stabile da poter tornare a casa, anche se la hanno tenuta in osservazione più a lungo per sicurezza. Se non trattata, l’ipoglicemia severa può causare danni cerebrali permanenti, convulsioni e morte.
I numeri della morte apparente
I casi documentati di sindrome di Lazzaro nella letteratura medica restano estremamente rari, sebbene gli esperti ipotizzino che molti episodi non vengano segnalati. Poche sono le anche le certezze scientifiche a riguardo.
La legislazione italiana è fra le più rigide al mondo proprio per scongiurare eventi drammatici: prima di certificare il decesso devono trascorrere periodi di osservazione specifici e sono necessari controlli accurati. Non sempre, però, queste precauzioni vengono rispettate nei Paesi con sistemi sanitari meno strutturati.

