Quando a partorire è il maschio, il caso (quasi) unico del cavalluccio marino
- 04/12/2024
- Mondo
La femmina mette incinto il maschio che porta avanti la gravidanza e dà alla luce i figli. Nessun percorso di transizione, né altri cambiamenti rispetto alla nascita: quella appena descritta è la normalità per il cavalluccio marino, uno dei membri più affascinanti della famiglia Syngnathidae, che si distingue per un comportamento riproduttivo (quasi) unico nel regno animale.
In questa specie è il maschio a portare avanti la gravidanza, come strategia evolutiva che consente di migliorare la sopravvivenza della prole in un ambiente marino ricco di predatori.
Come si accoppiano i cavallucci marini
Il rituale di accoppiamento dei cavallucci marini inizia con una lunga danza sincronizzata tra maschio e femmina, che serve a rafforzare il legame di coppia e sincronizzare i loro ritmi riproduttivi. Durante questa fase, i partner si muovono insieme, cambiando colore e intrecciandosi in un affascinante spettacolo subacqueo.
Quando il momento è maturo, la femmina utilizza un tubo chiamato ovopositore per trasferire le sue uova nella tasca incubatrice del maschio, situata nella parte anteriore del suo corpo. Questa tasca funziona come un “utero maschile”, dotato di una struttura simile alla placenta che fornisce ossigeno e nutrienti alle uova fecondate dal maschio.
Dopo un periodo di gestazione che può variare dai 10 ai 25 giorni, il maschio inizia il processo di parto. Contrariamente ai mammiferi, il maschio utilizza e contrae i muscoli scheletrici per espellere i piccoli dalla tasca incubatrice. Questo processo può durare diverse ore e porta alla nascita di centinaia, talvolta migliaia, di piccoli completamente formati.
Le nascite non avvengono tutte insieme: i piccoli vengono rilasciati in più ondate, riducendo il rischio che vengano predati immediatamente. Ogni neonato è autonomo fin dal momento del parto e deve affrontare il mare aperto da solo.
Perché partorisce il maschio?
Questo comportamento è il risultato di un’evoluzione unica. Nei cavallucci marini, spostare il compito della gravidanza al maschio permette alla femmina di produrre più uova rapidamente, aumentando così la frequenza della riproduzione. La scelta poi è strategica c’entra con l’autoconservazione della specie: il cavalluccio marino maschio riesce a proteggere meglio le uova da predatori e condizioni ambientali difficili, aumentando le probabilità di sopravvivenza della prole. Appena nati i piccoli cavallucci marini sono già “nel mondo dei grandi” e in balia delle acque (più che delle onde), per questo diventa cruciale che chi li protegge sia il più “forte” possibile e quanto più vicino al punto del parto.
Altre gravidanze rare nel regno animale
Oltre al cavalluccio marino, esistono altri esempi di gravidanze per noi atipiche:
- Dragoni marini e pesci ago: come i cavallucci marini, i maschi di queste specie si occupano della gestazione, proteggendo le uova in sacche o aree specializzate sul loro corpo;
- Pinguini imperatore: il maschio cova l’uovo durante i rigidi inverni antartici, mantenendolo al caldo nella sua tasca di pelle mentre la femmina cerca cibo;
- Rane Surinam: le uova si sviluppano nel dorso del maschio fino alla nascita, garantendo un ambiente protetto per la crescita degli embrioni.
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