Violenza digitale, ne è vittima un adolescente su tre: +40% negli ultimi 5 anni
- 26 Settembre 2025
- Giovani
La violenza digitale in Italia ha superato la soglia dell’episodio isolato per diventare una vera e propria emergenza sociale. Dai banchi di scuola ai forum online, esiste un “filo rosso” che lega tra loro le varie forme di aggressione. A rilevarlo è l’ultima infografica realizzata e diffusa dall’Università Niccolò Cusano (Unicusano), che ha realizzato una fotografia aggiornata dell’odio online dal 2019 a oggi, raccogliendo i numeri di enti di ricerca nazionali, i quali non lasciano spazio a interpretazioni: la violenza online è quasi raddoppiata in soli cinque anni.
I numeri dell’emergenza
Oggi, un adolescente su tre è vittima di cyberbullismo. In Italia, quasi sette ragazzi su dieci (tra gli 11 e i 19 anni) hanno vissuto almeno un episodio di violenza digitale. Il fenomeno non solo è diffuso, ma è in costante crescita:
- Se nel 2019 il 18% degli studenti italiani si dichiarava vittima di cyberbullismo, questa percentuale è salita al 23% nel 2021 (complice anche la pandemia) e ha raggiunto il 29% nel 2023.
- Nel 2024, le segnalazioni di casi alle linee di aiuto, come Telefono Azzurro e Terre des Hommes, hanno registrato un aumento del 40%.
- Secondo il Consiglio nazionale delle Ricerche, oltre un milione di adolescenti italiani ha sperimentato almeno una volta episodi di cyberbullismo o hate speech, di cui il 21% con continuità.
Le nuove frontiere della violenza
L’analisi di Unicusano sottolinea come il web sia un terreno fertile per nuove e diverse forme di aggressione. Non esiste un solo volto della violenza online. Le forme più comuni sono diverse:
- Cyberbullismo: È la forma più diffusa, responsabile del 60% dei casi. Comprende insulti, minacce ed esclusione dai gruppi digitali.
- Hate Speech (Linguaggio d’Odio): Riguarda oltre un terzo dei giovani italiani (il 35% dei casi) e consiste in attacchi basati su genere, etnia o orientamento sessuale. Un dato allarmante è che nella comunità Lgbtq+ un giovane su due subisce hate speech.
- Revenge Porn e Deepfake: Questi fenomeni sfruttano l’intimità per generare forme di ricatto con materiale reale o manipolato con l’intelligenza artificiale e sono in forte crescita.
Le denunce per revenge porn hanno superato le 2 mila nel 2024, con un aumento del 30% in un solo anno. Già nel primo semestre 2024 erano stati segnalati circa 700 casi solo in Italia. I deepfake sono aumentati del 25% in un anno.
Chi paga il prezzo più alto?
Gli adolescenti sono le vittime maggiori e più vulnerabili. La fascia d’età tra gli 11 e i 13 anni è la più a rischio di subire violenza continuativa (23,7%), seguita dai 14-19enni (19,8%). E le differenze di genere sono evidenti: le ragazze hanno il doppio delle probabilità di subire sextortion o revenge porn rispetto ai ragazzi.
La violenza digitale non si ferma però agli adolescenti: anche adulti e donne sono fortemente esposti. Si stima si attesti intorno al 14% la percentuale di donne tra i 15 e i 70 anni che ha ricevuto offese o proposte offensive via internet almeno una volta nella vita. Le molestie online legate al lavoro o allo studio colpiscono il 3,8% delle donne, contro l’1,0% degli uomini.
Le conseguenze? Ansia, depressione e violenza collettiva
I dati raccolti spazzano via l’idea che la violenza digitale sia riconducibile a “semplici scherzi”. Le conseguenze si misurano nella vita reale e sono drammatiche. Quasi la metà delle vittime (il 45%) sviluppa ansia e depressione. Oltre il 12% ha manifestato episodi di autolesionismo. Un ragazzo su quattro pensa di abbandonare la scuola a causa degli abusi subiti online.
L’estate 2025 ha evidenziato come l’odio online possa trasformarsi in violenza organizzata e collettiva. Il caso del gruppo Facebook “Mia Moglie” – rimosso ad agosto 2025 per violazione delle policy sullo sfruttamento sessuale – è emblematico: contava oltre 32 mila iscritti (quasi tutti uomini) che condividevano foto intime di mogli o partner senza il loro consenso, corredate da commenti sessisti e degradanti. Questo caso è una delle ultime rappresentazioni maggiori di violenza digitale di genere non episodica, ma del potenziale raggiungimento di numeri enormi in pochi anni di tale fenomeno.
Di fronte a questa emergenza, sono state introdotte misure di contrasto. Il numero 114 di Telefono Azzurro, potenziato nel 2025 come numero unico nazionale contro bullismo e cyberbullismo, ha gestito oltre 40.000 chiamate in un anno. A livello legislativo, il Decreto Legislativo 99/2025 prevede sanzioni e l’obbligo di identità digitale per l’accesso ai social network.
Nonostante gli sforzi, la vera barriera resta il silenzio. Il 62% delle vittime non parla con adulti di fiducia della propria situazione. Solo il 37% dei genitori conosce la reale situazione dei figli, e meno della metà degli insegnanti (45%) ha ricevuto una formazione specifica.
La violenza digitale è una violenza reale. Conoscerla e comprenderla è il primo passo per poterla fermare.