C’era una volta il Grande Fratello. Ora c’è Emily, in diretta 24 ore su 24 da 3 anni
- 16 Giugno 2025
- Giovani
C’era una volta Il Grande Fratello. Poi venne The Circle. Ora c’è la realtà. Quella di EmilyCC, streamer 28enne originaria di New York che da oltre 1300 giorni vive in diretta su Twitch, e di chi la guarda. Ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Una live che non si ferma mai, nemmeno mentre la ragazza riposa. “Dormo in streaming e a volte faccio anche la doccia in streaming (vestita)”, dichiara la giovane sul suo canale. “E se manca la corrente, vado in diretta sul mio telefono”. La sua vita insomma ha un solo palinsesto: streaming continuo.
Come vive uno streamer sempre ‘live’
Emily vive in Texas, e la sua casa è una finestra digitale su cui si affacciano migliaia di spettatori. Tutto quello che fa viene filmato e trasmesso. Colazioni, pranzi, cene, le uscite con il cane, lo shopping, e così via. Solo una stanza è risparmiata dall’occhio sempre vigile dei suoi follower: il bagno.
Emily non è la sola né la prima a fare una maratona live, ma è la più tenace degli streamer 24/7, tanto da aver infranto ogni record.
Quanto guadagna chi vive in streaming?
La prima cosa che viene da chiedersi è quanto guadagnino i twitcher che trasmettono se stessi live: il punto di partenza è che ogni abbonato paga circa 6 dollari al mese, senza contare regali e donazioni. Sembra una piccola cifra, ma anche con solo 1000 abbonati si incassano 6000 dollari (lordi).
Molti streamer poi ricorrono ai ‘subathon’, termine che unisce ‘subscriber’ e ‘marathon’. In pratica, si tratta di ‘maratone di dirette’, che possono essere lunghe giorni o anche mesi, finalizzate a raccogliere più abbonati possibile. Il twitcher può impostare un countdown che indica quanto manca alla fine della diretta, ma i follower, pagando, possono aggiungere altro tempo.
Il prezzo ‘invisibile’ della visibilità
Tuttavia, la live perpetua ha anche diversi ‘costi nascosti’. Intanto Emily non ha più una privacy (ad esempio, ha dichiarato di non fare sesso da 3 anni) e qualunque cosa lei faccia è subordinata alla live, a partire dalla necessità di una connessione stabile. La giovane non prende vacanze, pause, malattie o impegni da quel novembre 2021 in cui ha premuto il pulsante per andare in onda.
Vanno poi considerate le relazioni: chiunque le si avvicini – amico, parente o partner -, entra inevitabilmente a far parte del suo show, e non tutti sono disposti ad accettarlo. Anzi, a quanto lei stessa ha dichiarato al Washington Post, il suo desiderio di mettere su famiglia prima dei 30 anni sta sfumando man mano. Non solo: anche con i genitori i rapporti sono diventati più tesi, dato che non capiscono perché la figlia trasmetta costantemente la propria vita a favore di sconosciuti.
Ci sono inoltre ripercussioni sul benessere mentale. Emily non vuole mostrare tristezza ai suoi follower, perché sa che li metterebbe a disagio. In quei momenti, si mette sotto le coperte. Tutto questo la porta a provare solitudine, a essere scollata dalle emozioni e a sentirsi alienata dalla realtà. Stress cronico, ansia, isolamento, pressione costante e senso di isolamento: i content creator che vivono in diretta soffrono spesso di burn out. Mentre la ricerca compulsiva di approvazione online attraverso like, donazioni e interazioni crea un circolo che amplifica tratti narcisistici e può sfociare in un “disturbo online della personalità”.
Per quanto riguarda la solitudine, molti studi sottolineano come le piattaforme social offrano solo un’illusione di connessione, e questo vale per Emily e gli altri streamer alla pari dei loro follower. Secondo un sondaggio Gallup citato dal Washington Post, il 24% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni si sente “profondamente solo”. Lo streaming continuo è diventato una risposta distorta a questo vuoto: un modo per essere visti, anche a costo di non essere.
Andando poi sul pratico, ci sono i pericoli che derivano dal condividere informazioni sensibili, tra le quali dove si vive, le proprie abitudini, come è fatta la propria casa e cosa si sta facendo in quel momento, che potrebbero agevolare eventuali malintenzionati, dagli stalker a quelli che passano alle vie di fatto. La cronaca è già piena di casi anche terribili, come dimostra il caso recente di una beauty influencer uccisa in diretta in Messico.
Non è il caso di Emily, ma la diretta continua in effetti può arrivarr ad includere atti violenti o incidenti inaspettati (es. attacchi, suicidi, aggressioni), con un alto rischio di traumi per il creatore e gli spettatori. Ne sono un esempio gli streamer di “trash streams” (contenuti provocatori o a sfondo violento), che possono trasmettere dai furti di gelato a stupri e violenze di vario tipo. Una tipologia di ‘contenuti’ che allarga pericolosamente i concetti di morbosità e voyeurismo che spiegano perché siamo attirati dalle dirette, a partire dal Grande Fratello.
Quando il pubblico diventa padrone
Un altro elemento rilevante è che il pubblico può diventare esigente e chiedere allo streamer di fare qualcosa. Allo stesso tempo, è spesso giudicante: ogni azione o non azione di Emily è scandagliata ed essenzialmente criticata, anche quanto dorme e quanto si diverte. Il risultato è una pressione costante: chi resiste è chi riesce a performare anche nella noia, sempre rimando autentico o facendo credere di esserlo.
“I miei follower vogliono sempre di più. Mi costringo a fare cose che non voglio fare perché voglio che questo streaming funzioni”, ha dichiarato la ragazza sempre al Washington Post. “Mi chiedo: cosa volete ancora da me?”
Il punto è che il funzionamento di Twitch, peraltro simile a tutti i social, è molto lineare e semplice: più trasmetti, più guadagni (perché la piattaforma può metterci più pubblicità). Se smetti, rischi di perdere tutto. E se è vero che apparentemente lo streamer è libero di fare come vuole – non ci sono sindacati, contratti o regole, né obblighi né tutele – nella pratica è schiavo dell’algoritmo e dei capricci del suo pubblico.
Per questo Emily si sente incastrata: non può interrompere la live o perderà ogni cosa. Al momento, comunque, lei stessa ha indicato una fine per la sua diretta, tra circa un mese. Cosa succederà dopo, riuscirà davvero a dire ‘stop’? Per ora è impossibile dirlo.
Dalla distopia alla realtà
La storia di Emily fa inevitabilmente pensare a ‘The Circle‘, il romanzo distopico di Dave Eggers da cui è stato tratto un film nel 2017. Senza fare spoiler, a un certo punto, passo dopo passo, come nella storia della rana bollita, la società del futuro (prossimo?) arriva a un punto in cui trasmettere ogni secondo della propria vita diventa praticamente un obbligo: altrimenti significa che hai qualcosa da nascondere, oppure sei un egoista, o un ribelle, di certo un emarginato sociale. D’altronde, già adesso quasi tutti condividono sui social selfie e momenti banali della propria vita, rendendosi protagonisti del proprio personale ‘show’.
Emily, dunque, è la pioniera di una nuova umanità?