Diplomifici, la stretta è iniziata: meno esterni alla Maturità e raffica di revoche alle scuole paritarie
- 26 Giugno 2025
- Giovani
Il tempo delle scorciatoie sembra aver imboccato la sua parabola discendente. Il Governo ha deciso di colpire dritto al cuore del sistema dei cosiddetti diplomifici, scuole paritarie private che, a fronte del pagamento di una retta, garantivano un diploma con poche o nulle ore di lezione, scavalcando ogni logica educativa e legale. Con il decreto-legge 45 del 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha definito una serie di misure rigorose per smantellare un fenomeno che da anni mina la credibilità del sistema scolastico italiano.
Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione, ha ribadito con forza l’intento dell’Esecutivo: “La lotta contro i diplomifici sta iniziando a dare i suoi primi frutti concreti. Il nostro impegno è per una scuola seria, contrassegnata dal merito e dalla legalità”. Non solo parole. Le revoche della parità scolastica, le ispezioni sul campo e la riduzione significativa dei candidati esterni alla Maturità indicano un cambiamento già in corso.
La mappa della stretta anti-diplomifici
La mappa dei diplomifici si sovrappone in modo evidente a quella delle revoche di parità scolastica. Solo nei primi mesi del 2025, in Sicilia sono state revocate 11 parità a scuole secondarie di II grado, 8 delle quali direttamente a seguito delle ispezioni avviate nell’anno scolastico 2024/2025. Il dato si aggiunge alle 24 revoche del 2024, portando il totale a 35 istituti fuori gioco in poco più di un anno.
Un andamento simile si registra anche in Campania, dove nel 2024 sono state 30 le scuole paritarie “tagliate” dal sistema, e in Calabria, con 11 revoche nello stesso periodo. In totale, oltre 75 istituti hanno perso la parità scolastica tra 2024 e inizio 2025, una misura che impedisce loro di continuare a operare come scuole paritarie riconosciute dal Miur e quindi abilitate a rilasciare titoli di studio equipollenti a quelli statali.
Il giro di vite è stato possibile grazie all’attivazione congiunta degli Uffici Scolastici Regionali e al rafforzamento della cooperazione con la Guardia di Finanza, formalizzato con un Protocollo d’intesa ad hoc. Questo ha consentito un’efficace sinergia tra controlli amministrativi e investigazioni economico-finanziarie, smascherando anomalie spesso ben camuffate dietro un’apparente regolarità documentale.
La revoca della parità non è una misura simbolica: comporta conseguenze concrete e immediate. La scuola non può più ricevere fondi pubblici, non può più far sostenere esami validi per il rilascio di diplomi statali e, in pratica, è costretta a cessare l’attività. Molti di questi istituti facevano affidamento su candidati esterni alla Maturità come principale (e spesso unica) fonte di entrate.
Il numero di candidati esterni è infatti uno degli indicatori-chiave utilizzati per individuare i diplomifici. Scuole con pochissimi studenti interni ma centinaia di esterni rappresentano un evidente campanello d’allarme. E ora che i controlli sono partiti sul serio, l’effetto domino è partito: meno diplomifici, meno candidati esterni.
Candidati esterni in calo
L’effetto più immediato e tangibile della stretta sui diplomifici si riflette nei numeri della Maturità 2025. I candidati esterni – studenti che non frequentano regolarmente un istituto e che si presentano da privatisti – sono passati da 13.787 nel 2024 a 13.066 nel 2025, con un calo medio nazionale del 5,2%.
Ma è il dettaglio regionale a restituire la portata reale del fenomeno. In Calabria, dove nel 2024 sono state revocate 11 parità scolastiche, gli esterni sono passati da 747 a 516, con un crollo del 30,9%. In Campania, dove il numero di revoche è ancora più elevato (30 nel 2024), la diminuzione è del 25%: da 1.685 a 1.264. In Sicilia, dove il giro di vite è stato particolarmente deciso, il calo è del 23,9%: da 1.613 a 1.228.
Si tratta, in buona parte, degli effetti diretti della perdita della parità da parte di numerose scuole che, negli anni precedenti, accoglievano un numero elevato di candidati esterni, spesso senza reali requisiti scolastici. L’abbattimento di queste realtà ha comportato un’immediata contrazione dei flussi di diplomandi “facili”, che ora non trovano più canali rapidi per accedere agli esami conclusivi del ciclo di studi.
Il calo ha riguardato sia la scuola statale (-6,9%) che quella paritaria (-1,3%), a dimostrazione del fatto che il sistema di controllo e la maggiore attenzione al rispetto delle regole stanno generando un effetto di sistema. L’epoca in cui bastava iscriversi pochi mesi prima dell’esame in un istituto privato compiacente, magari distante centinaia di chilometri da casa, sembra avviata verso un rapido tramonto.
Un segnale positivo, certo, ma che restituisce anche l’idea della vastità del problema: se oltre 13.000 studenti ogni anno cercavano il diploma da esterni, una parte significativa di questi probabilmente puntava a scorciatoie incompatibili con una formazione scolastica seria. L’emersione di questi numeri sottolinea quanto il fenomeno sia stato per lungo tempo sottovalutato o ignorato.