Smartphone e minori, 10 regole per la sicurezza dei ragazzi
- 19 Giugno 2025
- Giovani
Un allarme sempre più pressante quello legato all’iperconnessione e alla dipendenza da smartphone tra bambini e adolescenti. Un fenomeno che, tra casi di cronaca e crescenti preoccupazioni sociali, sta assumendo i contorni di un’emergenza. A fronte di una tecnologia che avanza rapidamente, gli adulti – genitori e insegnanti in primis – si ritrovano spesso privi di strumenti adeguati ad affrontare il problema.
Per colmare questo vuoto e promuovere una cultura della prevenzione, l’Intergruppo parlamentare Prevenzione e riduzione del rischio, presieduto da Gian Antonio Girelli, ha presentato a Roma un decalogo rivolto alle famiglie. Un vademecum pensato per offrire linee guida chiare e concrete nell’uso consapevole delle tecnologie digitali da parte dei più giovani.
Durante la conferenza stampa, i membri dell’Intergruppo hanno sottolineato la necessità di un’alleanza educativa tra istituzioni, esperti, scuola e genitori. L’obiettivo? Costruire un fronte comune per proteggere la salute digitale delle nuove generazioni e affrontare con strumenti culturali e normativi una sfida che riguarda l’intera società. Questi i 10 consigli pratici che compongono il documento.
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Essere un modello positivo di comportamento digitale
I bambini imparano osservando: gli adulti devono mostrare un uso moderato, consapevole e relazionale dei dispositivi, evitando l’iperconnessione e dando valore ai momenti di qualità in famiglia. “Anche i genitori e gli educatori devono formarsi nell’approccio al digitale – si legge nel vademecum -: spesso sono pessimi utenti, poco consapevoli dello strumento e inconsapevoli delle sue ricadute educative e relazionali”.
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Stabilire regole chiare sull’uso della tecnologia
Definire con i figli orari precisi, limiti di utilizzo e spazi della casa in cui la tecnologia non è ammessa può essere utile. In questo modo si può coinvolgere i giovani nella creazione delle regole per aumentarne l’efficacia.
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Proporre valide alternative offline
Attività fisiche, giochi creativi, letture condivise, esperienze all’aperto e momenti di noia produttiva sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato e per ridurre l’attrattiva degli schermi. In questo quadro, scrive l’intergruppo parlamentare “è importante valorizzare anche la lettura tradizionale come fonte di crescita e formazione ‘diversa’ dal digitale: un nutrimento per la mente e l’immaginazione che sviluppa concentrazione, empatia e spirito critico”.
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Vietare l’uso dei dispositivi come strumento di consolazione o distrazione
Offrire uno schermo per calmare un bambino impedisce lo sviluppo della sua capacità di riconoscere e gestire le emozioni. I dispositivi non devono sostituire la presenza, l’ascolto o il dialogo.
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Proteggere i momenti relazionali
Il momento dei pasti, ad esempio, così come il tempo prima di dormire sono momenti utili per le conversazioni familiari e le attività condivise e devono rimanere liberi da distrazioni digitali per favorire legami affettivi e comunicazione autentica.
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Adeguare l’uso dei dispositivi all’età
Nessuno schermo prima dei due anni. Prima dei cinque anni, mai schermi accesi senza la presenza attiva di un adulto. Prima dei 12 anni, evitare l’accesso autonomo ai social e a Internet. In merito ci sono diverse proposte di legge che mirano a limitare l’uso dello smartphone prima della fase adolescenziale, con divieti o maggiori controlli da parte di autorità o genitori. L’Age verification, infatti, è uno di questi strumenti: in questa direzione si sta muovendo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) in relazione a fornitori di siti web e piattaforme di video sharing per contenuti pornografici, al fine di contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la criminalità minore, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.
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Non anticipare l’ingresso nei social media
L’uso precoce e non mediato dei social espone a rischi emotivi, relazionali e cognitivi. È bene accompagnare gradualmente il bambino alla scoperta del digitale, con strumenti sicuri e protetti.
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Supervisionare attivamente
Condividere il tempo online, conoscere le App utilizzate dai figli, dialogare su ciò che vedono e vivono in Rete è parte essenziale della responsabilità genitoriale.
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Riconoscere i segnali di allarme
Ricerca ossessiva del dispositivo, reazioni aggressive alla sua assenza e crescente isolamento dalle attività quotidiane possono indicare una dipendenza in atto. In presenza di questi segnali, è importante consultare un professionista della salute mentale;
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Agire insieme come comunità educante
La prevenzione è più efficace quando scuola, famiglia, sanità e istituzioni lavorano insieme. È tempo di unire le forze per garantire ai nostri figli una crescita digitale sana, sicura e consapevole.
“La dipendenza da smartphone è una sfida urgente che tocca direttamente le nuove generazioni e tutta la società. Lo smartphone, pur essendo tecnologicamente neutrale, incorpora modelli di utilizzo spesso rischiosi, generando problemi fisici come disturbi posturali e insonnia, ma anche comportamentali come ansia sociale, perdita di concentrazione e nomofobia. È fondamentale intervenire subito, non con divieti o restrizioni punitive, ma attraverso un serio percorso educativo di consapevolezza digitale, un dialogo costante con le aziende produttrici per la progettazione di dispositivi più etici e sicuri, e regole chiare per tutelare specialmente i giovani”. Così Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Innovazione, intervenuto alla conferenza stampa ‘Dipendenza da smartphone, come ridurre il rischio, organizzata dall’Intergruppo parlamentare Prevenzione e riduzione del rischio.
Per Butti “solo unendo le forze di famiglia, scuola, istituzioni e imprese potremo davvero invertire questa tendenza preoccupante”. Dello stesso parere Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, intervenuta all’incontro: “La prevenzione delle dipendenze da smartphone nei giovani deve iniziare in famiglia, quando si è piccoli, ed estendersi al rapporto tra pari nell’adolescenza – ha sottolineato – La frammentazione dell’attenzione, le interferenze sul sonno, l’assorbimento nello spazio e nel tempo slegati dalle relazioni reali sono assolutamente deleteri per la crescita e la formazione del cervello in crescita, influenzando i sistemi di gratificazione e del piacere che possono influenzare anche altri aspetti dei successivi comportamenti da abuso che vedono nell’età giovanile una oggettiva fragilità”.
“Queste dipendenze – ha evidenziato Campitiello – vanno adeguatamente affrontate. Come capo del dipartimento della Prevenzione, ricordo che i due asset fondamentali che assorbono le relazioni dei giovanissimi e degli adolescenti sono la famiglia e la scuola. Qui occorre intervenire. Nel decalogo che abbiamo delineato già agli Stati generali della prevenzione a Napoli c’è anche questo aspetto. Partire dai giovani contro le dipendenze da strumenti digitali è fondamentale, tenendo conto della fragilità e delicatezza di un sistema cognitivo in fase di strutturazione. Le dipendenze sono il problema fondamentale nell’ambito delle politiche di prevenzione. L’1,5% del Fondo sanitario nazionale è vincolato a questo scopo e una percentuale va anche alle dipendenze da telefonino. Non è certo sufficiente, ma siamo consapevoli della centralità di questo tema nelle politiche di salute pubbliche. L’importanza della consapevolezza dell’uso dei dispositivi deve passare da una comunicazione semplice ai giovani, ai bambini e alle famiglie affinché essi stessi siano interessati ad affrontare il problema”, ha concluso.