TikTok e beauty routine, quando la skincare diventa pericolosa: lo studio
- 10 Giugno 2025
- Giovani
Sara ha 13 anni e un brufolo sul viso che l’ha resa insicura a scuola. Scorre TikTok con un misto di speranza e frustrazione, cercando la soluzione perfetta. “Preparati con me!”, dice un’influencer nel video che appare sullo schermo, accarezzando la pelle impeccabile, illuminata dai riflettori. Ha più o meno la sua età, forse un po’ di più, e decine di prodotti sparsi sul tavolo. Nei commenti, il pubblico l’ammira, chiede consigli, desidera la stessa pelle liscia e luminosa.
Ma Sara non cerca solo un prodotto, cerca conferme, un senso di controllo su qualcosa che la fa sentire fragile. La skincare diventa un rituale rassicurante, un passo verso quella perfezione che le appare sempre a portata di mano, eppure irraggiungibile.
Cosa succede quando la ricerca della pelle perfetta, mista a visibilità ‘social’, supera il benessere reale diventando un’ossessione?
Uno studio della Northwestern University, pubblicato sulla rivista Pediatrics, ha analizzato 100 video TikTok di creatori di contenuti tra 7 e 18 anni per indagare gli effetti di queste routine sulla pelle degli adolescenti. I risultati? Un quadro inquietante fatto di mancanzadi irritazioni cutanee, sensibilità aumentata al sole e rischi di allergie permanenti, con possibili ricadute anche sulla salute mentale.
Il metodo: uno sguardo ravvicinato sulla skincare virale
Lo studio si è immerso completamente nella vita degli adolescenti sui social. I ricercatori, infatti, hanno creato un account TikTok fingendo di avere 13 anni, immergendosi nell’algoritmo della piattaforma fino a raccogliere 100 video unici incentrati sulla cura della pelle. Hanno analizzato la demografia dei creator, il numero di prodotti utilizzati, i loro costi e gli ingredienti attivi presenti in ogni formula.
I risultati hanno rivelato che gli adolescenti utilizzano mediamente sei prodotti nel loro regime quotidiano, per una spesa di circa 168 dollari al mese (circa 150 euro) – una cifra che in alcuni casi superava i 500 dollari (circa 440 euro). Tuttavia, ciò che ha destato maggiore preoccupazione è che solo il 26% di queste routine prevede l’uso di una protezione solare, ad esempio, lasciando la pelle vulnerabile ai danni provocati dai raggi ultravioletti. Mentre gli ingredienti più comuni identificati nei prodotti che più di frequente usano i creator e baby beauty influencer erano gli idrossiacidi (Aha), esfolianti chimici che rimuovono gli strati superiori della pelle per donare un aspetto più uniforme e luminoso. Ma questi acidi, uniti ad altri undici ingredienti attivi potenzialmente irritanti, possono aumentare la sensibilità al sole e portare allo sviluppo di una dermatite allergica da contatto.
Ad esempio, in un video incluso nello studio, la creatrice del contenuto ha applicato 10 prodotti sul suo viso in sei minuti. “Mentre applica i prodotti, inizia ad avvertire fastidio e bruciore e, negli ultimi minuti, sviluppa una reazione cutanea visibile”, ha affermato l’autrice principale, la dottoressa Tara Lagu, docente di medicina e scienze sociali mediche presso la Feinberg ed ex medico ospedaliero della Northwestern Medicine. Oltre agli esfolianti, molti prodotti contenevano fragranze artificiali, una delle principali cause di dermatite allergica da contatto. Circa la metà dei prodotti analizzati presentava profumazioni potenzialmente irritanti.
“Questo tipo di contenuti è presente su tutti i media – ha commentato un portavoce di TikTok – e gli autori dello studio hanno ammesso di non averne valutato l’impatto sul benessere degli adolescenti. Tuttavia, hanno riscontrato benefici concreti per l’espressione di sé da parte degli adolescenti, per il legame tra adolescenti e genitori e per la costruzione di una community di supporto su TikTok”.
Pressioni sociali e ideali di bellezza irrealistici
Ma oltre ai danni fisici, lo studio ha evidenziato il lato più insidioso della skincare adolescenziale su TikTok: la pressione sociale.
I video più popolari enfatizzano pelli perfette e luminose, perpetuando standard irraggiungibili di bellezza e promuovendo una visione della cura della pelle spesso legata al consumismo. “È problematico mostrare ragazze che dedicano così tanto tempo e attenzione alla loro pelle”, ha detto la dottoressa Molly Hales, co-autrice dello studio e dermatologa certificata presso il dipartimento di dermatologia della Northwestern University Feinberg School of Medicine. “Stiamo fissando degli standard molto elevati per queste ragazze. La ricerca della salute è diventata una sorta di virtù nella nostra società, ma l’ideale di ‘salute’ è anche fortemente legato a ideali di bellezza, magrezza e candore. La cosa insidiosa della ‘cura della pelle’ è che pretende di essere incentrata su questi concetti”. Inoltre, i contenuti analizzati favoriscono consigli pensati per le carnagioni più chiare, escludendo considerazioni specifiche per pelli più scure e perpetuando la convinzione che una pelle “luminosa” sia automaticamente migliore.
Quali prodotti dovrebbero usare gli adolescenti?
Secondo gli esperti, la skincare per gli adolescenti dovrebbe essere semplice ed efficace. La dermatologa Sonal Shah consiglia un regime limitato a:
- Un detergente delicato, senza ingredienti attivi aggressivi.
- Una crema idratante priva di profumo.
- Una protezione solare minerale quotidiana, per ridurre i danni Uv.
Gli adolescenti senza problemi di acne non necessitano di trattamenti antietà, poiché la loro pelle è naturalmente ricca di collagene.
Social, a rischio la salute dei giovani?
Non è la prima volta che i social network diventano terreno fertile per ricerche e studi sociologici. Spesso, le ricadute che alcuni trend, challenge e abitudini social hanno sugli adolescenti possono rendere preoccupante il mondo delle piattaforme di socializzazione online a istituzioni e genitori.
Solo pochi giorni fa, la ministra francese per gli affari digitali Clara Chappaz si è rivolta all’Ue, nell’ambito del Digital Service Act, e all’Autorità di regolamentazione della comunicazione audiovisiva e digitale del proprio Paese, per hashtag che potevano provocare reali danni alla salute mentale: il caso riguardava #SkinnyTok, hashtag metteva in mostra video e foto di magrezza estrema. E la piattaforma lo ha eliminato di propria volontà. Ma si riuscirà a tenere sempre sotto controllo contenuti di questo tipo? E qual è la responsabilità delle piattaforme, dei genitori e i doveri della società civile?
Educare, non demonizzare
Lo studio della Northwestern University ha sollevato importanti interrogativi sulla cura della pelle adolescenziale, evidenziando la necessità di maggiore educazione dermatologica e una discussione aperta tra genitori e figli. “La disinformazione è un problema crescente sui social media”, ha affermato Shah. “Molti adolescenti apprendono la skincare da fonti non qualificate, senza conoscere i veri effetti dei prodotti sulla loro pelle”.
Più che demonizzare TikTok, gli esperti invitano a un approccio consapevole. “Questi video fanno parte della scoperta identitaria delle adolescenti“, ha concluso Hales. “Ma è fondamentale bilanciare l’espressione personale con la sicurezza della pelle”. Molti esperti, infatti, svolgono un lavoro autorevole promuovendo informazioni accurate sui problemi della pelle e sul modo di fare skincare o beauty routine. Per questo motivo, si consiglia di prendere coscienza del tipo di creator e affidarsi, nel caso in cui si voglia usare tale strumento per informarsi, a consigli supportati da dermatologi.
La cura della pelle dovrebbe essere un atto di benessere e non una rincorsa ossessiva alla perfezione irraggiungibile. Se da un lato i social hanno dato voce a una nuova generazione di appassionati di skincare, dall’altro ha contribuito a trasformare la bellezza in una performance da condividere, spesso senza piena consapevolezza dei rischi. Il prezzo da pagare per questa esposizione non è solo economico, ma anche fisico e mentale. Educare le giovani generazioni a un approccio equilibrato alla skincare significa offrire strumenti per distinguere consigli validi da tendenze dannose, promuovendo una bellezza che non si misura solo in like. E in un’epoca in cui l’identità si costruisce anche attraverso l’immagine riflessa dallo schermo, la vera sfida è riportare al centro la salute e l’autenticità, senza cadere nella trappola dell’eccesso.