Scuola, Save The Children: troppe disparità sul territorio
- 05/09/2024
- Giovani
Solo 2 bambini su 5 che frequentano la scuola primaria di primo e secondo grado hanno accesso al tempo pieno, e meno della metà degli alunni può usufruire di una palestra o di una mensa. Queste sono solo alcune delle disuguaglianze emerse dal report Save The Childre “Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre”.
In vista della riapertura degli istituti scolastici è bene evidenziare le disparità territoriali nell’offerta di spazi e servizi scolastici, come anche la presenza o meno delle palestre, ad esempio. Ecco cos’è emerso dal report.
Mense e palestre
La mensa scolastica, il tempo pieno e le palestre sono al centro del rapporto, che mostra come l’accesso a questi servizi sia fortemente disomogeneo tra le regioni italiane. Questi servizi non solo favoriscono l’apprendimento, ma contrastano anche la povertà educativa e la dispersione scolastica. In altre parole, offrono ai bambini vere e proprie opportunità educative, ricreative e culturali che migliorano il loro rendimento.
Tuttavia, le disuguaglianze territoriali continuano a penalizzare molte zone d’Italia, soprattutto al Sud.
Nel biennio 2021-22, solo il 36,9% delle studentesse e degli studenti delle scuole statali primarie e secondarie di primo grado usufruiva del servizio mensa. A livello regionale, i dati mostrano che solo il 55,2% degli alunni della primaria e il 10,5% di quelli della secondaria di primo grado hanno accesso a una mensa.
Queste percentuali variano enormemente tra Nord e Sud: in alcune province settentrionali, come Trento e Monza e della Brianza, oltre il 65% degli studenti ha accesso a una mensa, mentre in molte province del Sud, come Agrigento e Palermo, meno del 10% degli alunni ne può usufruire.
Pnrr: opportunità mancata?
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha rappresentato un’opportunità unica, con oltre 17 miliardi di euro destinati al Ministero dell’Istruzione per ridurre le disparità educative tra Nord e Sud.
Tuttavia, l’analisi del rapporto evidenzia che, in molte aree svantaggiate, gli interventi già avviati non stanno avendo l’impatto sperato. Per quanto riguarda le mense scolastiche, il 50% degli interventi finanziati dal Pnrr si trova nelle regioni del Sud, ma solo il 38,1% delle risorse totali è stato allocato a queste aree. Questo squilibrio mostra come gli interventi nel Sud siano meno costosi, ma anche meno efficaci nel colmare il divario con il Nord.
Disparità territoriali: province a confronto
Le disuguaglianze emergono chiaramente dall’analisi delle province italiane. A Biella e Monza e nella Brianza, il 70% degli studenti della primaria e secondaria di primo grado usufruisce della mensa scolastica, mentre in Trentino-Alto Adige il dato arriva al 91,3%.
Al Sud, invece, le province di Agrigento, Palermo, Siracusa, Ragusa e Catania vedono meno del 10% degli alunni accedere a questo servizio essenziale. Inoltre, l’allocazione delle risorse è stata disomogenea anche all’interno delle regioni meridionali: Palermo ha ricevuto 2 milioni di euro per 6 interventi, mentre Foggia ha ricevuto quasi 6,5 milioni per 18 interventi, nonostante una situazione di bisogno simile.
Il tempo pieno, una risorsa non per tutti
Anche l’accesso al tempo pieno nelle scuole italiane è fortemente disomogeneo. Mentre nelle regioni del Centro-Nord, come Lazio (58,4%) e Lombardia (55,1%), oltre la metà delle scuole primarie offre il tempo pieno, al Sud le percentuali sono molto più basse.
In Molise, solo il 9,4% degli alunni della primaria può usufruirne, seguita dalla Sicilia con l’11,1% e la Puglia con il 18,4%. Le province più penalizzate sono Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso e Isernia, che mostrano percentuali di tempo pieno inferiori al 10%. In molti casi, queste province coincidono anche con quelle che presentano le percentuali più basse di alunni che usufruiscono della mensa.
Palestre: un lusso per pochi
Anche le palestre scolastiche sono un servizio poco diffuso. Meno della metà delle scuole italiane (46,4%) ha una palestra, con una percentuale che varia dal 41,5% per le scuole primarie al 53,2% per quelle secondarie di primo grado.
Dal rapporto emerge che il 62,8% degli interventi Pnrr per palestre è stato avviato nelle regioni del Sud e delle Isole, che hanno ricevuto il 52,7% dei fondi complessivi. Questo dato è rilevante, poiché dimostra un tentativo di colmare il divario nelle infrastrutture sportive tra Nord e Sud.
Le province con meno del 30% di scuole dotate di palestra, come Messina, Reggio Emilia, Ferrara, Palermo, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Catania e Vibo Valentia, hanno ricevuto circa 51,3 milioni di euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Tuttavia, la distribuzione rimane disomogenea: Crotone ha ricevuto 14 interventi, mentre Palermo, pur con una maggiore popolazione scolastica, ne ha ricevuti solo 6.
Inoltre, le province con percentuali di palestre superiori al 65%, come Prato, Barletta-Andria-Trani, Firenze, Savona, Genova, Lecce, Grosseto, Taranto e Siena, hanno ottenuto circa 17,6 milioni di euro per 21 interventi, una distribuzione che riflette un progetto ogni 100 scuole.
Nonostante i 433 interventi complessivi sulle strutture sportive scolastiche rappresentino un passo avanti, essi risultano insufficienti per garantire una copertura uniforme su tutto il territorio nazionale e ridurre i divari tra le province.
La necessità di interventi strutturati
“È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del Pnrr, dedicati all’istruzione, in corso ed in programma. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del Pnrr con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori”, ha affermato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children Italia.
Save the Children chiede al Governo di definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) sulla mensa e il tempo pieno alla scuola primaria, assicurando il servizio mensa gratuito alle bambine e ai bambini in condizioni di povertà. È necessario agire sulle disuguaglianze territoriali che con l’autonomia differenziata rischiano di aggravarsi ancor di più. “Il futuro dei giovani va messo al centro dell’agenda politica, è l’investimento più importante per lo sviluppo del Paese”, ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children Italia.
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