“Scrivi quando arrivi” e altre iniziative contro la violenza di genere in strada
- 05/04/2024
- Giovani
La neonata “Scrivi quando arrivi” è l’ultima iniziativa che parte da Bologna e che si è diffusa in tutta Italia per contrastare la violenza di genere. Una frase che, se sei una donna avrai sentito almeno una volta nella tua vita, “Scrivi quando arrivi” rappresenta un modo premuroso con cui tra amiche, sorelle e conoscenti ci si avvisa di essere arrivate a casa. Sane e salve, si intende. Perché i rischi nel percorso, infatti, possono essere diversi: tentativi di furto, molestie, stupro o violenza di vario genere.
Da uno studio da Hollaback e Cornell University, svolto in 22 paesi, tra i quali l’Italia, è emerso che l’84% delle donne ha subito molestie in strada prima dei 17 anni. A confermare questo dato c’è anche il rapporto Istat sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2022) secondo il quale una donna su due ha paura a uscire da sola di sera. Così da Bologna fino a Roma si è diffusa velocemente l’iniziativa nata da un gruppo di ragazze per supportarsi a vicenda quando si è da sole in strada e si ha paura. Ecco come funziona.
Contro la violenza di genere
L’idea, nello specifico, nasce da una studentessa di 22 anni di giurisprudenza, Samia Outia. Tramite volantini, adesivi in strada e, poi con l’uso dei social, si è diffusa velocemente l’iniziativa: “Alla luce degli ultimi fatti di cronaca, siamo incazzate, ma anche preoccupate per la nostra incolumità e quella delle nostre sorelle, amiche e compagne. Organizziamoci, scrivi a @scriviquandoarrivi”. Samia Outia ha precisato a La Stampa che la loro iniziativa “coinvolge soprattutto donne, persone trans e appartenenti alla comunità queer. È rivolta a chiunque abbia il nostro stesso problema: se hai paura a tornare a casa da solo, puoi essere coinvolto. Poi, facciamo delle verifiche prima di aggiungere qualcuno in un gruppo, per evitare l’ingresso di malintenzionati, ma non mi metto di certo a chiedere qual è il sesso d’appartenenza”.
La maggior parte delle richieste d’adesione sono arrivate attraverso Instagram. Cercando la pagina @scrivimiquandoseiacasa, si può inviare in direct (il sistema di messaggistica della piattaforma) un messaggio con il proprio numero di cellulare e la città in cui si vive o ci si trova. In questo modo è possibile ricevere il link per entrare a far parte del gruppo WhatsApp relativo e si può interagire con altre persone.
L’entità del fenomeno
Quella di Samia è un’idea che incontra la volontà di fronteggiare il fenomeno della violenza di genere in strada. È l’ultima di tante altre iniziative diffusesi negli anni, complice la tecnologia e la possibilità di usare geolocalizzazione e numeri d’emergenza.
Dall’app ‘Wher’ che segnala le strade che possono rivelarsi più pericolose o sicure, in base ad alcuni fattori come l’illuminazione o l’affollamento, sono diversi gli strumenti di supporto per le donne in strada. ‘Where are U’, ad esempio, è l’app con cui è possibile effettuare chiamate di emergenza, allertando polizia, carabinieri o ambulanze. L’app rileva la posizione tramite Gps, anche quando la rete dati non è disponibile (in questo caso, la posizione viene trasmessa via sms). Lo stesso Dipartimento per le Pari Opportunità, dal 2006, ha reso attivo il numero antiviolenza 1522 disponibile h24, per richiedere aiuto ad un operatore.
E sui social, nell’ultimo mese, è divenuto virale il fenomeno del “Metodo Grissinbon” che cerca di ironizzare sulla questione – ma neanche troppo – proponendo una camminata buffa sulle note della canzone della pubblicità del noto prodotto per “dissuadere” eventuali aggressori da violenze notturne. Nella loro complessità, sono tutte iniziativa che trovano principale riscontro nella GenZ, quella forse più cosciente dei rischi, più informata sul fenomeno e più preoccupata delle ripercussioni che lo stesso può avere sugli aspetti psicosociali delle vittime.
In altre parole, il problema è universalmente riconosciuto e la paura spesso paralizza le vittime nel difendersi. DonneXStrada, infatti, sostiene il servizio di videoaccompagnamento internazionale @violawalkhome, offerto da V. Srl, Start Up a vocazione sociale presieduta dalla creatrice dell’associazione Laura De Dilectis, che si propone di utilizzare sempre più la tecnologia al servizio della sicurezza delle persone. Il servizio di video chiamata è attivo solo su Viola App, già disponibile per Android.
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