Sammy Basso ‘Italiano dell’anno 2024’ per Famiglia Cristiana
- 27/12/2024
- Giovani
Sammy Basso, il giovane malato di progeria, è stato insignito del titolo di “Italiano dell’anno 2024” da Famiglia Cristiana insieme ai suoi genitori, Laura e Amerigo. La motivazione? La loro straordinaria testimonianza di amore per la vita e di unità familiare, vissuta nella semplicità, nell’umiltà e nell’autenticità. Non è un caso che questo riconoscimento giunga proprio dopo la prematura morte di Sammy, avvenuta il 5 ottobre scorso all’età di 29 anni, un’età che è già una piccola vittoria rispetto alle aspettative che la scienza, fino a pochi anni fa, gli avrebbe assegnato.
Sammy, divenuto un simbolo di coraggio, speranza e determinazione, ha vissuto con una malattia rara e gravissima: la progeria, una condizione che accelera l’invecchiamento e riduce drasticamente l’aspettativa di vita. Nonostante questo, Sammy ha scelto di lottare e di vivere appieno ogni singolo giorno, dimostrando che la qualità della vita non dipende dalla sua durata, ma dalla pienezza con cui la si vive. Questo è ciò che Famiglia Cristiana ha voluto celebrare con la sua nomina: “sebbene gli ostacoli della vita a volte possano sembrare insormontabili, vale la pena viverla con pienezza, lasciandosi sorprendere dalla sua bellezza… Il loro esempio ha un valore universale, continuerà a parlare ai cuori delle famiglie e dei giovani per molto tempo”.
Cos’è la progeria?
La progeria è una delle malattie genetiche più rare e devastanti, che colpisce circa una persona ogni 18-20 milioni. Questo disturbo è causato da una mutazione nel gene lamin A, responsabile della produzione di una proteina chiamata progerina. La presenza di progerina altera la struttura delle cellule, accelerando il processo di invecchiamento, ma senza compromettere le capacità intellettive. A causa di questa mutazione, i bambini affetti da progeria invecchiano in modo anomalo, sviluppando malattie tipiche degli anziani, come problemi cardiovascolari e osteoporosi, e morendo prematuramente, spesso a causa di ictus o infarti. Sammy, però, non è stato una semplice vittima di questa malattia, bensì il volto di una battaglia per la vita, simbolo di una resilienza che ha parlato a tutti, anche al di fuori dei confini dell’Italia.
Il “testamento” di Sammy
“Sammy – sottolineano il direttore don Stefano Stimamiglio e il condirettore Luciano Regolo firmando il Primo piano dell’ultimo numero dell’anno – è entrato in questi anni nel cuore di tantissime persone. E non solo per le sue tante apparizioni pubbliche, ma anche per la diffusione del suo “testamento”, letto dal vescovo di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto ai suoi funerali, ed entrato rapidamente nella memoria collettiva… Grazie Sammy! Grazie mamma Laura e papà Amerigo per la vostra testimonianza che ci dice quanto prezioso e invincibile, perfino nel dolore, sia l’amore di una famiglia!”.
Nonostante le difficoltà, la sofferenza e la brevità della sua esistenza, Sammy ci ha insegnato che vivere non significa solo sopravvivere: vivere significa scoprire, emozionarsi, amare e, soprattutto, affrontare con coraggio ogni ostacolo. La sua storia ci insegna che, anche quando la vita ci presenta montagne insormontabili, vale comunque la pena viverla con pienezza e senza rimpianti. Un messaggio che continuerà a toccare il cuore delle famiglie e dei giovani per molti anni.
La morte di Sammy ha messo in luce anche un altro aspetto della sua vita: il suo impegno per la ricerca scientifica. Il giovane ha dedicato gran parte della sua vita a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia che lo ha colpito, raccogliendo fondi per la ricerca e sostenendo gli sforzi degli scienziati impegnati nella ricerca di una cura. E oggi, la speranza di una cura concreta per la progeria potrebbe non essere così lontana.
La ricerca ha fatto enormi progressi, soprattutto grazie alle tecniche di editing genetico, che permettono di modificare il DNA e correggere mutazioni come quella che causa la progeria. Il progetto di editing genetico potrebbe non solo portare a una cura per la progeria, ma anche aprire la strada per trattamenti rivoluzionari per altre malattie rare. I ricercatori, infatti, stanno lavorando su un innovativo sistema chiamato base editing, che corregge la mutazione alla base del gene lamin A, arrestando l’invecchiamento accelerato. Questo progresso potrebbe essere la chiave non solo per la progeria, ma anche per numerose altre malattie genetiche rare che affliggono poche persone nel mondo, ma che spesso vengono ignorate dalla ricerca farmaceutica.