Schermi e salute mentale: c’è un legame con istinto suicida nei bambini
- 25 Giugno 2025
- Giovani
L’uso compulsivo di social media, videogiochi e cellulari può compromettere la salute mentale dei bambini. Lo sostiene uno studio condotto dai ricercatori del Vagelos College of Physicians and Surgeons e del Weill Cornell Medicine della Columbia University.
L’indagine ha seguito circa 4.300 bambini dagli otto anni, monitorando il loro rapporto con gli schermi nel corso dei quattro anni successivi. Il dato più allarmante? Il problema non è quanto tempo trascorrono davanti a uno schermo, ma ciò a cui vengono esposti. Scopriamo perché.
Schermi e dipendenza: come cambiano i comportamenti
Pubblicato il 18 giugno sulla rivista Jama, lo studio rivela che l’uso dispendioso degli schermi – tale da interferire con scuola, doveri domestici e attività ludiche – è diffuso fra i bambini, sebbene le modalità varino a seconda del tipo di schermo e nel tempo.
Per quanto riguarda i cellulari, circa la metà degli intervistati ha riferito un utilizzo eccessivo fin dall’inizio dello studio, che si è mantenuto costante negli anni successivi di preadolescenza. Un 25% ha mostrato una crescita graduale della dipendenza col passare degli anni.
Per i social media, il 40% dei bambini ha avuto un uso elevato o progressivamente crescente. Diverso il caso dei videogiochi: qui sono emersi solo due modelli stabili, alta o bassa dipendenza, senza variazioni nel tempo.
Salute mentale sotto pressione
Tra i partecipanti, il 5% ha manifestato comportamenti suicidari nel quarto anno dello studio (inclusi pensieri negativi, azioni preparatorie e tentativi reali). I ricercatori hanno collegato questi dati ai modelli di uso compulsivo degli schermi, più che al tempo complessivo trascorso davanti ad essi.
Per social media e cellulari, i bambini con un utilizzo elevato o in aumento avevano da due a tre volte più probabilità di mostrare ideazione o comportamenti suicidi, rispetto ai loro coetanei con uso basso o stabile. Invece, il tempo totale non mostrava una correlazione diretta con i disturbi mentali o il rischio suicidario.
In sintesi, l’uso intensivo o crescente di dispositivi digitali è risultato associato a sintomi di ansia, depressione, aggressività, oltre a pensieri e gesti suicidi.
La parola agli esperti
“I bambini sentono un desiderio incontrollabile che faticano a contenere. I genitori che notano segnali d’allarme dovrebbero far valutare i figli per una possibile dipendenza e rivolgersi a specialisti”, ha spiegato J. John Mann, psichiatra e co-autore dello studio.
Secondo Yunyu Xiao, primo autore e docente di psichiatria e scienze della salute pubblica alla Weill Cornell Medicine, “il nostro è il primo studio a tracciare nel tempo i modelli di uso dipendente degli schermi. È fondamentale superare l’idea di porre limiti generici al tempo di esposizione e concentrarsi invece sull’identificazione e trattamento della dipendenza”.
Un rischio in crescita
L’uso sempre più diffuso di dispositivi digitali tra bambini e adolescenti ha acceso i riflettori su una potenziale connessione con l’incremento di disturbi psicologici in età giovanile. Il tempo trascorso davanti allo schermo, però, non è il vero nodo: conta di più come viene impiegato, e come evolve nel tempo.
L’indagine ha analizzato i dati raccolti nell’ambito dell’Adolescent Brain Cognitive Development Study. I bambini hanno risposto a frasi del tipo “Gioco ai videogiochi per dimenticare i miei problemi” o “Sento sempre più il bisogno di usare le app dei social media”, consentendo ai ricercatori di individuare diversi schemi di consumo compulsivo e di collegarli agli indicatori di salute mentale.
Prospettive future
I risultati suggeriscono che gli interventi politici dovrebbero concentrarsi sulla dipendenza da schermi piuttosto che sul tempo passato davanti ad essi. “Ora che conosciamo l’importanza di questi modelli, è essenziale sviluppare strategie di intervento e verificarne l’efficacia attraverso studi clinici,” ha sottolineato Mann. Non sappiamo ancora con certezza se l’eliminazione completa dell’accesso sia necessaria o se basti limitarlo. Ma, come spiega il professore: “Sappiamo dagli studi sulla gestione delle dipendenze che un accesso parziale può rapidamente rafforzare la dipendenza”.