Regno Unito, diritto di voto già a 16 anni: ok del governo
Il governo del Regno Unito ha annunciato che, in occasione delle prossime elezioni politiche, i cittadini potranno votare a partire dai 16 anni. La riforma coinvolgerebbe circa 1,5 milioni di ‘nuovi’ giovani che potranno così esprimere la propria preferenza alle urne, segnando il più radicale allargamento del corpo elettorale britannico dal 1969, quando l’età minima fu ridotta da 21 a 18 anni.
Perché si abbassa l’età del voto
Il provvedimento si inserisce in una più ampia riforma elettorale pubblicata nel nuovo “Strategy Paper” del governo. Secondo il vicepremier Angela Rayner, abbassare l’età del voto a 16 anni punta a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e a restituire centralità ai giovani nel dibattito pubblico. “Chi lavora, paga le tasse e può servire nell’esercito deve poter scegliere chi guida il Paese”, ha dichiarato la ministra alla democrazia Rushanara Ali.
Dal punto di vista internazionale, solo una manciata di Paesi permette ai sedicenni di votare: tra questi Austria, Brasile, Ecuador e Scozia (limitamente alle elezioni locali). Il Regno Unito si allinea ora alle esperienze già avviate con successo in Scozia e Galles, dove i sedicenni possono già votare e la partecipazione giovanile alle elezioni regionali ha superato le aspettative.
Le altre riforme per facilitare l’accesso al voto
Il governo ha promesso altre novità per facilitare l’accesso al voto e migliorare il rapporto tra cittadini e politica:
- Registrazione automatica degli elettori per ridurre gli ostacoli burocratici e aumentare la partecipazione, seguendo i modelli virtuosi di Australia e Canada;
- Estensione dell’accettazione delle carte bancarie e dei documenti digitalizzati come forme valide di identificazione ai seggi;
- Maggiore trasparenza nelle donazioni ai partiti: controlli più severi sulle erogazioni superiori a 500 sterline e pesanti sanzioni per chi viola le regole sul finanziamento politico;
- Sanzioni più dure contro chi abusa o minaccia i candidati durante la campagna elettorale.
Secondo l’Electoral Commission, circa 750.000 persone non votarono nelle ultime elezioni per mancanza di un documento valido (per un problema analogo Fauja Singh non si è visto riconoscere un Guinnes mondiale mentre era in Uk). La semplificazione delle regole sull’identità potrebbe quindi espandere la platea dei votanti, specie tra i giovani e le fasce sociali meno abbienti.
Giovani tra entusiasmo e scetticismo
Ma cosa ne pensano i giovani inglesi di questa novità? Un recente sondaggio condotto su cinquecento ragazzi tra 16 e 17 anni mostra una società divisa: il 49% degli intervistati non ritiene giusto abbassare così tanto l’età del voto, il 51% si dichiara favorevole, ma solo il 18% si dice pronto ad andare alle urne se si votasse oggi.
Dal mondo accademico e delle policy emerge tuttavia una tendenza chiara: laddove è stato introdotto il voto a 16 anni, la partecipazione degli under 18 alle urne è risultata superiore a quella della fascia 18-24 anni. Secondo l’analisi della Commissione federale svizzera per l’infanzia e la gioventù (Cfig), introdurre il voto a 16 anni, garantendo al contempo una buona educazione civica, rafforza l’interesse e le competenze politiche dei giovani senza penalizzare la qualità delle scelte elettorali. Le esperienze dell’Austria mostrano che, anche tra gli under 18, la capacità di voto non è inferiore a quella dei maggiori di età, e che l’affluenza cresce se si inizia a votare presto.
Si rafforza l’idea, quindi, che la maturità civica si costruisca proprio dando fiducia, non negandola.
Controversie politiche e prospettive
L’opposizione accusa il governo Starmer di voler favorire il proprio bacino elettorale, tradizionalmente più giovane. Ma ciò che emerge, oltre al dibattito tra gli schieramenti, è un passaggio generazionale che pone il Regno Unito tra i Paesi all’avanguardia nella rappresentanza politica dei giovani.
La riforma, che deve superare il vaglio del Parlamento, arriverebbe in un momento delicato: la fiducia nella politica è ai minimi storici, con un’affluenza del 59,7% nella tornata del 2024, il dato più basso degli ultimi due decenni.