Caro affitti per studenti: Milano tocca i 747 euro per una singola
- 21 Agosto 2025
- Giovani
Può arrivare a costare fino a 747 euro se si sceglie una zona come Porta Nuova a Milano. Nella Capitale, ai Parioli, si aggira intorno ai 647 euro. Stiamo parlando delle stanze singole che ogni anno milioni di studenti si trovano disperatamente a cercare in vista dell’inizio degli studi universitari. Ma non solo: anche giovani lavoratori, chi viaggia per medi o lunghi periodi per piacere e così via.
A rilevarne i costi è un’indagine di Immobiliare.it Insights, la proptech company del gruppo di Immobiliare.it, che ha esaminato l’andamento di domanda e prezzi nel mercato delle stanze singole e doppie in Italia. Ecco i costi per ogni città.
La Top 10: stanze singole vs stanze doppie
Il capoluogo lombardo si classifica al primo posto, con una media di 637 euro al mese per una singola a Milano. A seguire, Bologna, con i suoi 506 euro al mese e Roma, con 503 euro al mese. Chiudono la top ten: Firenze con 493 euro al mese, seguita da Bergamo con 448 euro, Padova con 442 euro, Venezia con 417 euro al mese, Torino con 409 euro, Verona con 407 euro e Napoli con 405 euro.
La media nazionale è di 461 euro al mese, +7% rispetto ad agosto 2023 con una variazione del +27% della domanda.
Per quanto riguarda i prezzi delle stanze doppie, invece, al primo posto troviamo ancora una volta Milano, con una media di 353 euro al mese, ma a partire dalla seconda posizione la classifica cambia. Infatti, la seconda città per quanto riguarda il prezzo di una stanza doppia è Roma con 283 euro al mese, seguita da Napoli con 271 euro al mese. Giù dal podio Bologna con 264 euro, Siena con 258 euro, Brescia co 252 euro, Firenze con 245 euro, Bergamo con 244 euro, Padova con 237 euro e Torino con 228 euro.
La media italiana è di 266 euro al mese, anche in questo caso +7% rispetto all’anno precedente.
Quanto costa una stanza singola a Milano?
La capitale italiana della moda e cuore pulsante dell’economia del Bel Paese vede oggi una stanza singola costare in media 637 euro al mese, un dato che rappresenta un aumento del 4% rispetto allo scorso anno. Il quartiere che nell’ambito dell’immobiliare si attesta come il più costoso di Milano è quello della zona Garibaldi-Moscova-Porta Nuova, con una media di 747 euro al mese per una stanza singola. Sul podio anche Porta Romana-Cadore-Montenero, con 722 euro al mese, e Centrale-Repubblica, con 720 euro al mese.
In lieve flessione la domanda, che cala dall’1% rispetto al 2023, complici i prezzi elevati che scoraggiano i giovanissimi. Oltre a Milano, solo Padova, Novara e Ancona mostrano una diminuzione della domanda negli ultimi 12 mesi.
Quanto costa una stanza singola a Roma?
A Roma il canone medio per una stanza singola è di 503 euro al mese, pari ad un +9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A differenza di Milano, però, la domanda ha registrato una crescita significativa, aumentando del +62% in 12 mesi.
Nella Capitale, sono Parioli e Flaminio i quartieri più costosi nei quali una stanza singola arriva a costare 647 euro al mese, seguito da Testaccio e Trastevere con 614 euro al mese e da Salario-Trieste con 603 euro al mese.
Costi degli affitti nelle città universitarie
Tra le città notoriamente universitarie spicca Bologna, che con una media di 506 euro al mese per una stanza singola è al secondo posto nella classifica delle città più care d’Italia (dopo Milano e a soli 3 euro di distanza da Roma). Negli ultimi 12 mesi si è registrato un rialzo del 5% per quanto riguarda i prezzi e del 7% per quanto riguarda la domanda.
Per quanto riguarda le altre città, la domanda è così aumentata:
• Venezia: una stanza singola costa in media 417 euro al mese, +10% rispetto allo scorso anno e con +53% della domanda.
• Bari, con una richiesta che ha visto un +207% in un anno,
• Napoli, +185%,
• Pavia, +180%,
• Brescia, +160%,
• Foggia, +124%
• Ferrara, +116%.
In controtendenza la domanda a Padova, che è scesa del -32% in un anno, ma i prezzi continuano ad aumentare (+14%) fino a una media di poco più di 440 euro al mese per una stanza singola.
“I dati della domanda, in costante crescita, dimostrano come quello delle stanze sia sempre un mercato molto redditizio per i proprietari – ha affermato Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it -. Da qui la tendenza al rialzo dei prezzi che osserviamo ormai da diversi anni e che non ha ancora terminato la sua corsa, soprattutto nelle città più gettonate che, ad ogni modo, vivono un momento di crescita dei valori in tutto il comparto e non solo in quello dei posti letto”.
“Il boom di ricerche che stanno vivendo le località del Sud, più economiche, e quelle limitrofe a un grande centro come quello di Milano mostra come la domanda si stia spostando verso poli più avvicinabili dal punto di vista della sostenibilità dei costi – continua Intini -. Tanti studenti, non potendo più pensare di sostenere la spesa richiesta nelle città più care, optano per atenei comunque di alta qualità ma più vicini alle loro città d’origine o alternativi alle scelte finora più tradizionali, come possono essere Bologna, Milano e Roma”.
La replica degli universitari contro il caro-affitto
A commentare la notizia è l’Unione degli universitari (Udu), una tra le maggiori associazioni di rappresentanza degli studenti che da anni denuncia il caro affitti per i fuori sede.
“Studiare sta diventando un lusso, e il Governo non può continuare a ignorare un problema così ingombrante – denuncia Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale dell’Udu–. Si voltano le spalle agli studenti e si preferisce investire in opere di propaganda piuttosto che affrontare i problemi reali del Paese”. E conclude: “Il Governo ha sprecato i fondi del Pnrr in studentati privati di lusso, inutili per la maggior parte degli studenti. Lo avevamo detto: è tutto sbagliato. Intanto il ministro Salvini ignora l’emergenza e si concentra sul Ponte sullo Stretto, mentre le città universitarie affondano sotto il peso degli affitti”.
Quanti fuori sede ci sono in Italia?
Gli studenti “fuori sede”, così come definiti dal ministero e dalle regioni, sono coloro che si spostano, per scelta o necessità, in un’altra città o regione d’Italia, per raggiungere un ateneo universitario. Con il criterio basato sulla residenza in una provincia diversa da quella dell’ateneo, i fuori sede nel 2021/22 erano 799.676 (51,2% degli studenti). I dati elaboratori dall’Università degli studi di Bergamo e riportati dal Sole24ore mostrano forti migrazioni dal Sud al Nord: le università del Mezzogiorno e delle Isole hanno perso il 23,8% e il 28,1% degli iscritti, mentre quelle del Nord-Ovest e Nord-Est sono cresciute del 10,1% e 4,2 per cento. Dei 333mila immatricolati in un ateneo a 90 minuti dal luogo di residenza, il 7,5% lo è per necessità mentre il restante 92,5% per scelta.