Pasto sostitutivo o diritto al cibo? Montevarchi e il caso della ‘fettunta’ a mensa
Nel cuore del Valdarno aretino, a Montevarchi, si riaccende una polemica che getta una luce impietosa sulla gestione delle mense scolastiche in Italia. Al centro del dibattito, il controverso pasto sostitutivo riservato agli alunni le cui famiglie risultano morose: una semplice fettunta, ovvero una fetta di pane con l’olio. Questa scelta, difesa dalla sindaca Silvia Chiassai per ragioni economiche, ha sollevato un coro di indignazione da parte di politici, famiglie e rappresentanti istituzionali, che l’hanno definita discriminatoria e lesiva della dignità dei bambini.
Questa vicenda rappresenta solo la punta dell’iceberg di una problematica ben più complessa. Le mense scolastiche italiane sono al centro di un intricato intreccio di questioni economiche, sociali e culturali. Dal tema dei costi sempre più elevati alle proposte per un’alimentazione inclusiva, come nel caso di Torino, il dibattito si fa sempre più acceso.
Montevarchi e il caso della ‘fettunta’
Il regolamento comunale di Montevarchi, in vigore dal 2017, prevede che agli alunni figli di famiglie morose venga servito un pasto sostitutivo, consistente in una semplice fettunta. La sindaca Silvia Chiassai ha difeso questa pratica come necessaria per evitare buchi di bilancio che, in passato, avevano raggiunto cifre preoccupanti. “Abbiamo dato alle famiglie un mese di comporto, con sollecitazioni continue. Solo dopo il trentunesimo giorno di morosità si passa al pasto sostitutivo”, ha dichiarato la prima cittadina.
Le critiche, però, non si sono fatte attendere. L’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini ha definito la pratica “vergognosa”, sottolineando l’umiliazione e la discriminazione a cui vengono sottoposti i bambini. Anche il Partito Democratico locale e regionale ha espresso ferma condanna, chiedendo l’abolizione di questa misura e l’individuazione di soluzioni più dignitose.
La questione di Montevarchi non riguarda solo la gestione amministrativa, ma tocca corde profonde: il diritto all’uguaglianza e alla dignità dei minori. Quando un bambino si trova a mangiare un pasto diverso da quello dei suoi compagni, il messaggio implicito è chiaro e doloroso: “Sei diverso, sei meno degli altri.” Questo tipo di discriminazione alimentare rischia di lasciare cicatrici emotive profonde.
Dopo le numerose polemiche l’amministrazione comunale ha fatto un passo indietro con la sospensione del provvedimento che prevedeva il pasto sostitutivo. “Ho dato disposizioni di sospendere il provvedimento del pasto sostitutivo alla mensa e di convocare i genitori morosi per capire per quale motivo non hanno pagato. Se sarà necessario, le famiglie saranno prese in carico dai servizi sociali”, ha dichiarato Silvia Chiassai.
Il Partito Democratico di Montevarchi ha accolto con “soddisfazione” la sospensione del provvedimento, definendolo una “misura punitiva che da anni contestiamo con forza”. Il PD ha sottolineato che, dopo giorni di polemiche e un clamore mediatico che ha messo la città sotto i riflettori nazionali, l’amministrazione è stata costretta a fare marcia indietro, accogliendo le perplessità espresse da più fronti. L’opposizione politica si è anche impegnata a chiedere una revisione del regolamento, affinché nessun bambino possa più essere umiliato per una questione economica, e a lavorare per una modifica delle tariffe della mensa scolastica, recentemente aumentate dall’amministrazione.
Inclusione alimentare a Torino
A Torino, invece, il dibattito sulle mense scolastiche ha assunto un volto molto diverso. Qui il Consiglio Comunale ha approvato una mozione per l’introduzione di menù kosher e halal, rispettivamente conformi ai precetti religiosi ebraici e islamici. L’iniziativa, promossa dal consigliere Abdullahi Ahmed Abdullahi, punta a rendere la mensa scolastica uno spazio di inclusione e rispetto delle diversità.
La proposta prevede una sperimentazione di almeno un anno, durante la quale verrà valutata la fattibilità logistica ed economica dei nuovi menù. Oltre alla collaborazione con le imprese aggiudicatarie dell’appalto, sarà fondamentale coinvolgere le comunità religiose, le famiglie e le scuole in una campagna di informazione e sensibilizzazione.
Questa iniziativa rappresenta un modello virtuoso di gestione delle mense scolastiche, in cui il pasto diventa un momento di educazione all’interculturalità e alla condivisione. In una città sempre più variegata dal punto di vista etnico e religioso, la mensa può trasformarsi in un luogo di integrazione e dialogo.
I costi delle mense
Un altro nodo cruciale riguarda i costi delle mense scolastiche. Secondo un’indagine di Cittadinanzattiva, una famiglia italiana spende in media 84 euro al mese per la mensa di un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia e 85 euro per la primaria. Le differenze regionali sono significative: in Basilicata si arriva a 109 euro mensili, mentre in Sardegna si spende appena 61 euro.
Le variazioni non riguardano solo le regioni, ma anche i singoli capoluoghi. A Torino, ad esempio, il costo per un pasto nella scuola dell’infanzia è tra i più alti d’Italia, con una media di 6,60 euro. L’incremento dei costi rispetto all’anno precedente è stato del 3%, ma in alcune regioni, come la Calabria, l’aumento ha superato il 26%. Questa situazione evidenzia la necessità di interventi strutturali per rendere la mensa scolastica un servizio accessibile a tutti, indipendentemente dalla situazione economica delle famiglie. Le associazioni di genitori e le organizzazioni come Cittadinanzattiva chiedono da anni una riforma del sistema delle mense scolastiche. Tra le proposte principali vi è quella di rendere il servizio gradualmente gratuito, partendo dai bambini che vivono in famiglie in povertà assoluta.
Un altro punto cruciale riguarda la qualità del cibo. Le mense biologiche, che avevano ricevuto un forte impulso nel 2018 e 2019, hanno visto una riduzione dei fondi a disposizione. Gli esperti sottolineano l’importanza di garantire alimenti sani e di qualità, anche attraverso il monitoraggio delle filiere e il coinvolgimento delle commissioni mensa.
La mensa scolastica rappresenta un momento cruciale nella giornata di un bambino, non solo per l’aspetto nutrizionale, ma anche per quello sociale ed educativo. Garantire un accesso equo e dignitoso al pasto scolastico è fondamentale per combattere le disuguaglianze e promuovere l’inclusione. Il dibattito rimane aperto e richiede un impegno condiviso tra istituzioni, famiglie e associazioni per individuare soluzioni efficaci e sostenibili.