Il Curriculum dello Studente si rinnova: cosa cambia per chi affronta la Maturità 2025
- 17/04/2025
- Giovani
Chi sei davvero? Cosa sai fare? Quali esperienze ti rendono unico? Da oggi, le risposte a queste domande non sono più solo materia da colloqui informali o lettere motivazionali: entrano di diritto nel documento che ti accompagnerà dal diploma all’università, fino – forse – al tuo primo impiego. Il Curriculum dello Studente, aggiornato e potenziato, si prepara a raccontare in modo nuovo il profilo delle ragazze e dei ragazzi italiani. Una carta d’identità scolastico-professionale che guarda al futuro, alla complessità del talento, all’orientamento come bussola per navigare la vita dopo la scuola.
E con la Maturità 2025 alle porte, il Curriculum si arricchisce di una sezione chiave: le Prove Invalsi.
Curriculum dello Studente: cos’è, come funziona e perché conta sempre di più
Il Curriculum dello Studente nasce con una missione ambiziosa: restituire una visione integrata del percorso formativo, dentro e fuori l’aula. Introdotto dalla legge 107/2015 – la cosiddetta Buona Scuola – e disciplinato nel dettaglio dal decreto legislativo 62/2017, è diventato pienamente operativo con l’anno scolastico 2020/21. Oggi, questo strumento viene aggiornato e rafforzato, acquisendo un ruolo strategico nell’esame di Stato e nel post-diploma.
Ma cosa contiene esattamente? Il Curriculum si articola in tre sezioni. La prima, compilata dalla scuola, fotografa il percorso di istruzione formale: indirizzo frequentato, voti, eventuali altri titoli acquisiti. La seconda raccoglie le certificazioni, in particolare quelle linguistiche e informatiche: in parte redatta dalla scuola, in parte dagli studenti stessi, è il luogo in cui far emergere competenze riconosciute ufficialmente. La terza sezione è dedicata alle attività extrascolastiche – sport, volontariato, musica, lavoro, arte, impegno civico – ed è affidata interamente a studenti e studentesse. In questo modo, il Curriculum supera la dimensione tradizionale del voto e racconta l’identità complessa e sfaccettata degli adolescenti di oggi.
Il valore del documento si moltiplica in fase di esame di Stato: la commissione ne prende visione durante il colloquio e può utilizzarlo come punto di partenza per esplorare attitudini, passioni e potenzialità. Non solo. Il Curriculum, allegato al diploma in versione definitiva, diventa anche un valido supporto per l’orientamento ai percorsi universitari, ITS o per i primi passi nel mondo del lavoro. Uno strumento “ponte” tra la scuola e il dopo, che riconosce la pluralità dei percorsi educativi e delle esperienze di crescita.
Le Prove Invalsi entrano ufficialmente nel Curriculum
La vera novità del 2025 è la comparsa, nero su bianco, dei risultati delle Prove Invalsi nel Curriculum dello Studente. A sancirlo è l’articolo 14, comma 6, del Decreto Pnrr 19/2024, che modifica il decreto legislativo 62/2017. La decisione è stata approvata nell’ultima seduta del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), che ha espresso parere favorevole a maggioranza sul nuovo schema di decreto ministeriale.
Nella sezione “Prove nazionali”, ogni studente troverà indicati i livelli di apprendimento raggiunti nelle tre discipline oggetto dei test standardizzati: italiano, matematica e inglese (quest’ultima valutata sia nella comprensione scritta che in quella orale). Una novità che conferisce maggiore sistematicità e trasparenza al documento, ma che apre anche una riflessione interessante sul ruolo delle Invalsi nel nostro sistema educativo.
Da anni al centro di dibattiti accesi, le Invalsi hanno avuto fortune alterne. Osteggiate da chi le considera un meccanismo di valutazione rigido e riduttivo, sono invece apprezzate da chi le vede come una bussola utile a orientare politiche educative e interventi mirati. Con l’inserimento nel Curriculum, queste prove acquistano una nuova funzione: non più (solo) strumento di accountability del sistema scolastico, ma anche tassello del profilo personale dello studente. E attenzione: i risultati non potranno essere utilizzati per concorsi o selezioni di lavoro, a tutela della finalità orientativa del documento.
L’impatto sarà immediato. Per i circa 514mila studenti che il prossimo 18 giugno affronteranno l’esame di maturità, aver partecipato ai test Invalsi di marzo è una doppia condizione essenziale: da un lato, è un requisito di ammissione all’esame; dall’altro, i risultati finiranno nel Curriculum, contribuendo a definire una parte significativa del proprio profilo.
La sfida dell’orientamento
In un contesto in cui il tasso di dispersione scolastica resta elevato e l’ingresso nel mondo del lavoro è spesso segnato da disallineamenti tra competenze e domanda, l’orientamento diventa cruciale. Il Curriculum dello Studente si propone come strumento concreto per aiutare ragazze e ragazzi a fare scelte più consapevoli, coerenti con le proprie attitudini e il proprio vissuto.
L’obiettivo, del resto, è ambizioso: passare da un sistema centrato sulla “prestazione scolastica” a uno orientato alla valorizzazione delle capacità individuali. Il Curriculum, in questo senso, rappresenta una piccola rivoluzione. Racconta non solo cosa si è studiato, ma anche come si è cresciuti, cosa si è fatto al di fuori dell’orario scolastico, quali sono le proprie passioni, dove si è scelto di impegnarsi.
Nel mondo universitario, i dati e le evidenze raccolte in fase di orientamento – come quelli contenuti nel Curriculum – possono aiutare a ridurre i tassi di abbandono precoce o di fuori corso. E nel mercato del lavoro, soprattutto in quello più dinamico, dove soft skills e esperienze pregresse fanno la differenza, il Curriculum può diventare un biglietto da visita prezioso, capace di raccontare più di quanto non possa fare una media voti.
Anche il CSPI, nel suo parere, ha evidenziato questa funzione chiave. Il Curriculum viene descritto come uno “strumento di sintesi” che permette di integrare conoscenze, abilità e competenze maturate in contesti diversi, contribuendo a costruire un’identità formativa completa. Non è un caso, quindi, che proprio nel momento della transizione tra scuola e vita adulta, questo documento venga messo al centro dell’attenzione.
Come si compila il Curriculum e chi lo gestisce
Dietro la semplicità dell’idea – raccogliere tutto ciò che uno studente ha imparato e vissuto – si nasconde un meccanismo articolato e collaborativo. La costruzione del Curriculum dello Studente è infatti il risultato di un processo condiviso che coinvolge attivamente scuole, segreterie, docenti, studenti e, in parte, anche le famiglie.
Le scuole accedono alla sezione dedicata del sistema SIDI (Sistema Informativo Dell’Istruzione) per visualizzare i dati precaricati e, se necessario, integrarli. Studenti e studentesse, dal canto loro, utilizzano la piattaforma Unica per aggiornare il proprio E-Portfolio: qui possono inserire certificazioni linguistiche o informatiche ottenute autonomamente, ma anche attività sportive, esperienze di volontariato, corsi extrascolastici o partecipazioni a progetti culturali.
I docenti, in particolare i docenti tutor, hanno la possibilità di visualizzare in anteprima i Curriculum degli studenti a loro assegnati, offrendo così supporto e orientamento mirato. Quando si avvicina la Maturità, la segreteria scolastica procede al “consolidamento pre-esame”: il Curriculum viene integrato con l’indicazione del credito scolastico e messo a disposizione della commissione. Dopo l’esame, arriva il consolidamento definitivo, che collega in modo univoco il Curriculum al diploma tramite un numero identificativo.
Una regia complessa, che riflette però la complessità del percorso formativo e del ruolo crescente della personalizzazione nei sistemi educativi contemporanei. La scuola, in questo modello, non è più solo trasmissione di saperi, ma laboratorio di costruzione di identità. E il Curriculum, in fondo, è il racconto di quel laboratorio.