Giovani e sesso senza protezioni: l’Italia fa i conti con l’aumento delle malattie sessualmente trasmesse
- 3 Novembre 2025
- Giovani
Crescono senza sosta le infezioni sessualmente trasmesse in Italia, e a trainare l’aumento sono i più giovani. Clamidia, gonorrea, sifilide e Hiv, dopo anni di relativa stabilità, stanno tornando a livelli che preoccupano la sanità pubblica. Nell’Unione europea nel 2023 sono stati notificati quasi 97mila casi di gonorrea, contro i 70mila dell’anno precedente, con un incremento del 31%, secondo l’ECDC. In Italia, secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla rete Simast, la crescita riguarda tutte le principali infezioni sessualmente trasmesse, in particolare clamidia e sifilide, che registrano picchi nelle fasce tra i 15 e i 29 anni.
La clamidia ha una prevalenza del 7% tra le ragazze under 25, contro l’1% delle over 40. La gonorrea, tra 2021 e 2022, è aumentata del 50% (da 820 a 1.200 casi notificati), mentre la sifilide ha segnato un +20% conferma l’Iss/Coa. Numeri che rispecchiano un cambiamento sociale più che biologico. L’età del primo rapporto si abbassa, ma la conoscenza dei rischi non segue lo stesso passo.
Secondo lo studio internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), coordinato in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Oms, a 17 anni solo il 65,9% dei maschi e il 56,8% delle femmine dichiara di aver usato il profilattico nell’ultimo rapporto. È il segnale di una fiducia mal riposta nella contraccezione ormonale e, soprattutto, di una percezione distorta: il rischio infettivo viene considerato remoto o legato a categorie “altre”.
In realtà, osservano i medici, il contagio corre proprio nei contesti giovanili, dove prevale l’idea del sesso come gioco o sfida. Le dinamiche di sesso occasionale e pratiche come il chemsex – rapporti associati all’uso di sostanze – sono in aumento anche tra i ventenni. L’anonimato delle app e la promiscuità dei contatti rendono difficile ogni tracciamento.
La Simast (Società interdisciplinare per lo studio delle malattie sessualmente trasmissibili) ha lanciato un allarme in vista del suo XI Congresso nazionale di Firenze: “Le infezioni sessualmente trasmesse tornano a essere un’emergenza di sanità pubblica: non solo per la ripresa in Europa e in Italia dei casi di gonorrea, sifilide e clamidia, ma anche per la comparsa di patologie non convenzionali trasmesse sessualmente”.
Infezioni vecchie e nuove
La nuova fotografia delle infezioni sessualmente trasmesse non si limita ai grandi classici. Negli ultimi due anni sono riemerse malattie ritenute marginali o scomparse, mentre nuove infezioni si sono affacciate sulla scena. Monkeypox (Mpox), tigne genitali, epatiti sessuali, infezioni enteriche oro-anali: il perimetro si allarga, spingendo la medicina a rivedere le proprie categorie.
“Il monkeypox è finito al centro delle cronache nel 2022, ma in Italia, Toscana inclusa, vi sono stati altri cluster epidemici anche più di recente”, ha spiegato Luigi Pisano, dirigente medico in Dermatologia e Venereologia all’ospedale Piero Palagi di Firenze e presidente del congresso Simast. “Sebbene tradizionalmente si presenti con febbre, mal di testa e ingrossamento dei linfonodi seguiti da un’eruzione cutanea monomorfa, recentemente si è caratterizzato per forme atipiche, con poche lesioni localizzate alle regioni ano-genitali o intorno alla bocca, talvolta anche in assenza dei classici sintomi sistemici”.
Ma il vaiolo delle scimmie non è l’unica novità. Gli specialisti segnalano un aumento delle infezioni gastrointestinali a trasmissione sessuale – Campylobacter, Salmonella, Shigella, Entamoeba histolytica, epatite A – soprattutto nei gruppi MSM (maschi che fanno sesso con maschi), legato a pratiche con contatto orale-anale. “Questi patogeni mostrano ormai alti tassi di resistenza ai principali antibiotici, dai macrolidi ai fluorochinoloni”, ha precisato Pisano, evidenziando un trend che mette sotto pressione le terapie standard.
A complicare il quadro, la Tinea genitalis, un’infezione fungina del pube causata dal Trichophyton indotineae, fungo isolato per la prima volta in Asia e oggi diffuso a livello globale. È resistente ai principali farmaci antifungini e si trasmette per semplice contatto cutaneo durante l’attività sessuale. La Simast avverte che questo patogeno introduce un concetto nuovo: l’antimicotico-resistenza, che si aggiunge all’antibiotico-resistenza già nota per la gonorrea e il Mycoplasma genitalium.
Il quadro clinico di queste nuove infezioni è spesso atipico, sfuggente, difficile da diagnosticare. In molti casi le lesioni sono localizzate, i sintomi sfumati e la consapevolezza scarsa. Per la società scientifica, “queste evidenze confermano la sottostima reale dovuta alla scarsa segnalazione e la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, che riduce l’efficacia delle opzioni terapeutiche e impone una sorveglianza rafforzata”.
L’inganno delle infezioni senza sintomi
La metà delle infezioni sessualmente trasmesse passa inosservata. Non perché i test non esistano, ma perché non vengono richiesti. Nelle generazioni più giovani, la paura del giudizio pesa più della malattia. “Molte IST possono essere asintomatiche o presentare sintomi lievi, tra cui secrezioni anomale, dolore pelvico, prurito o lesioni genitali, anali o orali, pollachiuria, disuria, dolore o sanguinamento durante o dopo i rapporti sessuali”, ricorda Marco Grassi, ginecologo dell’Ospedale C. e G. Mazzoni di Ascoli Piceno. “È fondamentale non ignorare questi segnali, poiché le IST possono causare complicazioni importanti e possono essere trasmesse ad altri”.
Le complicanze non sono un’ipotesi remota: infertilità, malattia infiammatoria pelvica, aborto spontaneo o morte neonatale in caso di infezione durante la gravidanza. Il rischio di trasmissione dell’Hiv aumenta quando altre IST non vengono curate.
“Lo screening è consigliato per le donne sotto i 25 anni con più partner sessuali, per gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, per chi ha nuovi partner o sintomi sospetti o esposizione a rischio”, precisa Grassi. I test più affidabili? Test molecolari (NAAT) per clamidia e gonorrea, con sensibilità superiore al 95%; test sierologici per HIV, sifilide ed epatite B; e auto-test per HIV, che offrono un canale rapido e riservato.
Ma l’accesso resta frammentato. I consultori italiani non coprono uniformemente il territorio, molti operano con risorse ridotte e in orari poco compatibili con la vita dei giovani. La mancanza di percorsi anonimi o gratuiti allontana proprio la fascia più vulnerabile. Secondo la Simast, la priorità è un sistema di “test senza barriere”, gratuito e integrato, con counseling e sorveglianza microbiologica. “Le priorità sono prevenzione primaria, screening, diagnosi precoce e sorveglianza microbiologica”, sottolinea Luca Bello, presidente nazionale della società e ginecologo del Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale (Cemuss) dell’Asl Città di Torino. “Questo si traduce in uso del preservativo, vaccinazioni per HPV, epatite A e monkeypox, test accessibili a giovani sessualmente attivi e MSM, potenziamento dei sistemi di monitoraggio per aggiornare le linee guida terapeutiche”.
Le regole del sesso sicuro
La prevenzione resta l’unica difesa davvero efficace, ma non sempre viene praticata. “Il preservativo è altamente efficace nel prevenire molte IST, ma non offre protezione totale”, ricorda Grassi. “Non protegge completamente da infezioni come l’herpes genitale e il papillomavirus umano (HPV), che possono essere trasmesse tramite contatto pelle a pelle”.
Il ginecologo insiste anche sull’importanza di gestire in modo corretto le coppie in caso di infezione: “Quando si sospetta un’IST in una coppia, è fondamentale screenare entrambi i partner e trattarli simultaneamente, anche in assenza di sintomi evidenti, evitando rapporti sessuali non protetti fino al completamento del trattamento”.
La Simast ha riassunto nel suo vademecum le tre regole fondamentali per una sessualità sicura:
- Utilizzare correttamente e costantemente il preservativo in ogni tipo di rapporto.
- Sottoporsi regolarmente a screening se si appartiene a gruppi a rischio o si hanno nuovi partner.
- Comunicare apertamente con il partner riguardo la salute sessuale e la prevenzione.
Dietro la crescita delle IST si intravede un nodo culturale: l’educazione sessuale. In molte scuole italiane è ancora assente o episodica, lasciata alla buona volontà di singoli insegnanti o progetti temporanei.
“Le infezioni sessuali sono una spia del nostro grado di maturità sanitaria”, osservano gli esperti della Simast. La società, con la sua struttura multidisciplinare, si offre come partner scientifico per la revisione e la diffusione di linee guida condivise: l’obiettivo è uniformare la gestione clinica delle IST in Italia e rendere più efficaci le strategie di contenimento.

