I disturbi mentali si ‘trasmettono’ tra i compagni di classe? Lo studio
- 7 Ottobre 2025
- Giovani
I disturbi mentali possono diffondersi per ‘contagio’ tra gli adolescenti. È la tesi di un ampio studio condotto in Finlandia, che mostra come ansia, disturbi dell’umore e dell’alimentazione possano trasmettersi nelle reti sociali, nello specifico nelle classi scolastiche. I ricercatori partivano proprio da questa domanda: avere coetanei con un disturbo mentale nella stessa rete sociale durante l’adolescenza è associato a un rischio futuro di sviluppare un disturbo mentale? L’analisi suggerisce di sì.
Una rete di contagi emotivi
Le classi scolastiche, spiegano i ricercatori dell’Università di Helsinki, dell’Istituto finlandese per la salute e il benessere, dell’Università di Jyväskylä e dell’Università di Manchester, che hanno condotto l’indagine, costituiscono una sorta di laboratorio naturale: sono reti sociali chiuse, dove gli adolescenti trascorrono gran parte del tempo e non scelgono i propri compagni. Un contesto perfetto per studiare come il disagio psicologico si diffonda nelle relazioni tra pari. In Finlandia, inoltre, le scuole non vengono scelte dai genitori ma vengono assegnate in base alla residenza. Questo elimina un fattore di auto-selezione e consente di attribuire le correlazioni a meccanismi sociali reali, non a somiglianze preesistenti tra gli studenti.
Il gruppo di ricerca ha analizzato i dati di 713.809 studenti, nati tra il 1985 e il 1997, provenienti da 860 scuole finlandesi. Gli adolescenti sono stati seguiti per undici anni, dal termine del nono anno di scuola fino alla prima diagnosi di disturbo mentale, al trasferimento all’estero o al decesso. È il più ampio studio mai condotto sulla trasmissione sociale dei disturbi psichici.
Il rischio aumenta con il numero di compagni malati
Dallo studio emerge che avere uno o più compagni di classe con una diagnosi psichiatrica aumenta il rischio di sviluppare, negli anni successivi, un disturbo mentale, in particolare nel caso di disturbi dell’umore, ansia e disturbi alimentari. “Questi risultati – spiega Christian Hakulinen, professore associato dell’Università di Helsinki – non si spiegano con fattori legati al contesto familiare, scolastico o socioeconomico”, perché “le variabili ambientali non giustificano da sole il legame osservato tra esposizione al disagio e rischio individuale”.
Hakulinen osserva tuttavia che la connessione osservata nello studio non è necessariamente causale.
Contagio o consapevolezza?
Il fenomeno non implica necessariamente un contagio ‘negativo’. Secondo Hakulinen, è possibile che la presenza nella propria rete sociale di coetanei già in cura per un disturbo mentale porti a chiedere aiuto più facilmente se qualcuno lo ha già fatto. In questo caso si tratterebbe di un ‘contagio benefico’, che favorisce la consapevolezza e l’accesso alle cure. Sebbene lo studio non abbia indagato i meccanismi della ‘trasmissione’ del disturbo mentale, i ricercatori hanno avanzato alcune ipotesi. Oltre alla normalizzazione dei disturbi mentali, appena visto, un altro meccanismo può essere quello del contagio interpersonale diretto: la vicinanza prolungata a un compagno con disturbi dell’umore o ansioso può indurre, nel tempo, sintomi simili attraverso processi di imitazione, empatia e risonanza emotiva. Gli adolescenti, più sensibili alle dinamiche di gruppo, sarebbero particolarmente vulnerabili a questo tipo di influenza.
Intervenire precocemente
Lo studio conferma che l’esposizione a disturbi psichici nei coetanei ha un impatto, anche tenendo conto di variabili come il reddito familiare o la salute mentale dei genitori. L’associazione è più marcata nel primo anno dopo l’esposizione, suggerendo che la consapevolezza o la ricerca di aiuto si attivino rapidamente. Tuttavia, non si può escludere la presenza di disturbi preesistenti non diagnosticati. Secondo studi precedenti, metà dei disturbi mentali dell’età adulta insorge prima dei 18 anni. L’adolescenza rappresenta quindi una fase decisiva, non solo per la comparsa del disagio ma anche per la sua diffusione all’interno delle reti sociali. Perciò, spiegano gli autori, intervenire precocemente potrebbe ridurre significativamente il carico sanitario e sociale delle patologie mentali. Anche in considerazione del fatto che, come sottolinea Hakulinen, negli ultimi anni, l’ansia e i disturbi dell’umore sono in particolare aumentati tra i giovani. Hakulinen invita dunque a ripensare le strategie di prevenzione: “Quando si adottano misure preventive, vale la pena considerare che i disturbi mentali possono trasmettersi da un adolescente all’altro“.
I disturbi mentali rappresentano oggi una delle principali cause di disabilità e di costi sociali nei Paesi sviluppati. Perciò, comprendere le dinamiche di trasmissione sociale – e non solo biologica o familiare – apre una nuova prospettiva: le classi e i gruppi di pari diventano luoghi chiave non solo per la diagnosi, ma anche per la prevenzione.