Giovani e sesso, sempre prima e senza preservativo
Approccio sempre più precoce al sesso e comportamenti a rischio tra i giovani: l’incremento del numero di giovani che hanno la loro prima esperienza sessuale tra i 12 e i 13 anni, unito al fatto che meno della metà di loro utilizza sempre il preservativo, evidenzia la necessità di un intervento immediato e mirato. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio ‘Giovani e Sessualità’.
È inoltre significativo notare che la maggior parte dei ragazzi non si rivolge ai genitori o a professionisti sanitari per discutere di questioni legate alla sessualità. Questo potrebbe indicare una mancanza di comunicazione e di apertura su tali argomenti all’interno delle famiglie o delle strutture sanitarie.
D’altra parte, la richiesta quasi unanime da parte degli intervistati di introdurre l’educazione sessuale nei programmi scolastici sottolinea l’importanza di un approccio sistematico e strutturato per fornire ai giovani informazioni corrette e basate su evidenze.
Risultati che richiamano l’importanza di programmi educativi completi e informativi che promuovano la consapevolezza sui rischi legati alla sessualità e che incoraggino comportamenti sicuri e consapevoli. Inoltre, si evidenzia la necessità di promuovere una cultura aperta e inclusiva che permetta ai giovani di discutere apertamente di sessualità senza vergogna o timore di giudizio.
L’indagine sull’età
L’Osservatorio ‘Giovani e sessualità’, realizzato da Durex in collaborazione con Skuola.net, rileva che l’11,6% del campione (più di 15mila giovani tra gli 11 e i 24 anni) ha avuto la sua prima esperienza sessuale tra i 12 e il 13 anni, in crescita del 4,1% rispetto all’anno scorso, mentre il 38,7% dichiara di averla avuta tra i 17 e i 18 anni, un aumento rispetto al 2022, quando la fascia preponderante era 15-16 anni.
Meno di un giovane su due (43,4%) utilizza sempre il preservativo, dato preoccupante che evidenzia una costante decrescita dal 57% del 2019. La fascia 11-13 anni è quella che preoccupa di più, con un 55,6% che dichiara di non utilizzare nessun metodo contraccettivo. Il 62,5% degli intervistati dichiara di affidarsi al coito interrotto come metodo contraccettivo, nonostante la sua inefficacia. Questo indica una mancanza di consapevolezza sui metodi contraccettivi efficaci e il bisogno di un’educazione sessuale più approfondita.
1 su 2 si affida al web per informarsi
Per oltre la metà degli adolescenti italiani Internet è la principale fonte di informazione sul tema della sessualità, il 12% si confronta con gli amici, il 9,3% con i genitori, il 5,9% con un medico mentre il 12% non ne parla affatto. Dati che mettono in evidenza la necessità di un’educazione sessuale più efficace e accessibile per i giovani al fine di garantire la loro salute riproduttiva futura e contrastare la diminuzione delle nascite.
L’allarme arriva dalla Società italiana di riproduzione umana (Siru) che sta implementando un progetto innovativo che coinvolge gli studenti stessi nella formazione sulla sessualità. Gli studenti diventano “giovani formatori” per i loro coetanei. Questo approccio non solo promuove la partecipazione attiva degli studenti, ma mira anche a correggere le informazioni errate e fuorvianti che circolano tra i giovani. L’obiettivo è quello di creare una maggiore consapevolezza sui fattori di rischio per la fertilità fin dalla giovane età, al fine di prevenire problemi riproduttivi futuri.
In conclusione, è evidente che è necessaria un’azione urgente e concertata da parte delle istituzioni, delle scuole e delle famiglie per migliorare l’educazione sessuale e garantire l’accesso a informazioni corrette e affidabili per i giovani, al fine di promuovere comportamenti responsabili e prevenire problemi di salute riproduttiva. Questi sforzi potrebbero contribuire significativamente a contrastare il declino delle nascite e a promuovere una visione più consapevole e sana della sessualità tra i giovani italiani.
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