“I siti porno faranno scuola”, l’allarme del pedagogista sul divieto dell’educazione sessuale
- 17 Ottobre 2025
- Giovani
L’idea che l’educazione sessuale, “porti necessariamente verso i temi Lgbtqia+ è quantomeno grottesca e finisce col creare una situazione che definirei imbarazzante, per non dover usare termini più pesanti”. Sono queste le parole del pedagogista Daniele Novara, direttore di Cpp-Centro Psicopedagogico e autore di best seller, il quale è intervenuto per commentare la proposta di eliminare l’educazione sessuale nelle scuole secondarie di primo grado.
“Ritengo davvero inammissibili questi inceppamenti istituzionali e politici sulla necessità di avere una legge sull’educazione sessuale a scuola, presente in tutti i Paesi europei” ha aggiunto Novara. La notizia riguarda l’emendamento proposto della deputata leghista Giorgia Latini, approvato in Commissione Cultura alla Camera, il quale modifica le regole su come la scuola italiana potrà affrontare i temi della sessualità.
Il testo vieta l’educazione sessuale fino ai 13 anni e introduce per le superiori un consenso informato preventivo delle famiglie. Per la maggioranza è una questione di trasparenza, rispetto dei genitori e del loro ruolo, e un modo per eliminare quello che definisco l’ideologia gender. Per le opposizioni, è solo un passo indietro di vent’anni.
“Imparare dai siti porno”
Secondo il pedagogista, “questa grave carenza fa il gioco dei siti porno, che gongolano nel loro business ormai prevalentemente rivolto proprio ai ragazzini”, i quali, continua il dottore, “inconsapevolmente, finiscono per assorbire modelli sessuali terribilmente misogini e l’idea del corpo femminile come un oggetto può condurre a forme estreme di possesso. È un rischio che non si può e non si deve correre”.
Secondo Novara, la politica dovrebbe intervenire proprio attraverso la scuola, dando ai ragazzi e alle ragazze le informazioni di cui hanno bisogno. Perché rispetto alla scuola, i genitori “sono spesso troppo coinvolti emotivamente e non beneficiano di quella distanza che fa parte della comunità scolastica, dove si possono affrontare tematiche senza spiegoni, senza il giudizio genitoriale e senza quell’inevitabile effetto di respingimento che causano mamma e papà quando affrontano il tema della sessualità”.
“La scuola è il luogo a cui la società delega la formazione delle nuove generazioni, l’apprendimento dei basilari per stare bene con sé stessi e con gli altri, ma soprattutto per vivere assieme – conclude Daniele Novara -. E la base del vivere assieme sono le relazioni affettive e sessuali”.
Critiche all’emendamento
Tra le più recenti critiche, oltre l’opposizione politica, anche realtà rappresentanti delle generazioni più giovani che ironizzano con un “togliamo anche le LIM, usiamo solo gessetti e calamai. Non fermiamoci ai cellulari, stop anche a pc e tablet. Grembiule rosa o azzurro per tutti: due colori per due identità, chiaro?”. A parlare è Gabriele Maria Sada, Ceo di ScuolaZoo, parlando dell’emendamento al disegno di legge del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Una decisione che, secondo ScuolaZoo – che ogni giorno dialoga con milioni di studenti e studentesse sia online che dal vivo – riporta la scuola indietro di decenni e ignora completamente la voce degli studenti. Infatti, secondo quanto emerso dall’Osservatorio Maturità 2024 ScuolaZoo, che ha coinvolto in un sondaggio oltre 4.000 ragazzi e ragazze, 1 studente su 2 avrebbe voluto studiare educazione affettivo-sessuale, e che il 52% ritiene che la scuola non stia preparando davvero ‘alla vita e al futuro’.
🔵Buona serata amici. Tra le risorse previste dalla prossima Legge di bilancio, come fortemente voluto dalla Lega,…
Pubblicato da Giorgia Latini su Giovedì 16 ottobre 2025
“Consenso informato”
Dietro la decisione dell’emendamento c’è, invece, il principio del consenso informato preventivo e la volontà di “fermare le follie gender nelle scuole”. A spiegarlo è Giorgia Latini, promotrice dell’emendamento, la quale su Facebook scrive: “La sinistra sta mentendo. L’approvazione di un nostro emendamento con cui si chiede l’estensione anche agli studenti della scuola secondaria del divieto, già previsto per le scuole dell’infanzia e la primaria, ad attivisti ed esterni di trattare argomenti legati a sessualità e temi connessi è un ulteriore passo avanti che abbiamo compiuto sul ddl Valditara”.
Il consenso informato delle famiglie, infatti, per Latini è fondamentale: “il nostro obiettivo è quello di arginare ogni forma di indottrinamento gender nelle nostre scuole. Questo emendamento, infatti, esclude dalle scuole primarie e secondarie di primo grado attività didattiche non adatte all’età degli studenti. Coinvolgendo maggiormente le famiglie. La sinistra, ideologica e polemica, se ne faccia una ragione”.
Età, però, che corrisponde a quella durante la quale quasi un adolescente su dieci (9,8%) dichiara di avere avuto il primo rapporto sessuale prima dei 13 anni. E quasi la metà (49%) non parla mai di sesso o contraccezione in famiglia, come riportano i dati dell’Osservatorio Giovani e Sessualità 2025 di Durex.