Il 45% dei giovani si informa sul sesso tramite internet
- 26 Giugno 2025
- Giovani
La rete resta il principale punto di riferimento per i giovani in tema di relazioni affettive e sessualità. A confermarlo è una ricerca condotta da Eumetra per Telefono Donna Italia, secondo la quale quasi il 45% dei ragazzi tra i 16 e i 25 anni utilizza internet per ottenere informazioni su sentimenti e relazioni. Più della metà, lo fa per tematiche legate al sesso: oltre 4 su 10, si avvicinano a questi argomenti attraverso la pornografia.
Giovani e sesso
Secondo quanto rilevato dalla ricerca, il 79% delle ragazze e il 74% dei ragazzi ritiene che i social network favoriscano comportamenti denigratori verso le donne. Le piattaforme ritenute più problematiche dagli autori della ricerca sono Instagram, TikTok e YouTube. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di giovani italiani, restituisce così un quadro di consapevolezza dell’importanza di un’educazione affettiva e sessuale di qualità, ma persistono forti criticità nei canali informativi: il ruolo di scuola e famiglia è percepito come marginale, lasciando ampio spazio a contenuti digitali non sempre affidabili.
“I dati della ricerca confortano almeno per questa ragione – racconta Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna Italia – I giovani sono consapevoli del problema. Per i ragazzi l’universo social rappresenta la loro zona d’ombra dal mondo, che però può risucchiarli senza aiutarli nei loro stessi bisogni. Siamo noi adulti a dover imparare come intervenire, rafforzando e migliorando i nostri messaggi e la nostra presenza”.
Un focus su donne e vissuto quotidiano
Il disagio che è emerso spesso riguarda anche il vissuto quotidiano e, nella maggior parte dei casi, il genere femminile. Infatti, la ricerca ha rilevato che:
- Solo il 14% delle under 25 si sente pienamente libera nei contesti di svago, anche nella scelta di come vestirsi.
- Il 66% dichiara di avere timore di subire un’aggressione fisica e adotta precauzioni quando rientra a casa, come restare in contatto telefonico con un’amica o condividere i propri spostamenti.
- Il 57% delle giovani intervistate ritiene che il tema sia sottovalutato dalla società, contro appena il 28% dei coetanei maschi.
Differenze di percezione nella cultura pop
Anche le preferenze musicali riflettono queste divergenze. La musica è un elemento centrale nel tempo libero dei giovani – 9 su 10 dichiarano di ascoltarla frequentemente – ma le scelte variano: se la trap risulta trasversale, tra i ragazzi più giovani (16-17 anni) è più diffuso l’ascolto di brani incentrati su sesso (25%) e criminalità (30%). Allo stesso tempo, solo il 20% dei maschi manifesta un’opinione fortemente critica nei confronti del linguaggio violento, che per molti deve essere contestualizzato e non demonizzato.
La responsabilità educativa dei media
Il quadro che ne viene fuori riaccende il dibattito su quale sia il ruolo e la responsabilità dei media. “Non possiamo più sottovalutare l’impatto che i media hanno sulla formazione emotiva e sociale delle nuove generazioni – ha dichiarato Matteo Lucchi, Ceo di Eumetra –. È necessario ripensare il modo in cui raccontiamo le storie. I contenuti con cui i giovani entrano in contatto ogni giorno non sono solo intrattenimento: influenzano visioni del mondo, comportamenti e aspettative. Costruire una cultura basata sul rispetto, sull’empatia e sulla parità di genere significa anche intervenire sul piano narrativo”.
“Per comprendere fenomeni come la violenza di genere tra i giovani – ha concluso Laura Parolin, psicologa, psicoterapeuta e professoressa ordinaria di Psicologia dinamica all’Università di Milano-Bicocca – abbiamo bisogno di andare oltre l’impatto emotivo della cronaca e delle rappresentazioni mediatiche. In questo senso i dati di ricerca, introducendo uno sguardo sistematico sulla complessità, permettono di leggere in profondità dinamiche relazionali e culturali che troppo spesso restano opache. È solo attraverso strumenti conoscitivi solidi che possiamo evitare semplificazioni, orientare la riflessione pubblica e progettare interventi educativi e di prevenzione realmente efficaci”.
Un programma educativo nelle scuole italiane
Un disegno di legge a firma del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è al vaglio della Commissione Cultura ella Camera. Il testo è comporto da tre articoli e obbligherebbe le scuole secondarie a chiedere un consenso informato scritto ai genitori per ogni attività extracurricolare su temi legati all’affettività e alla sessualità. Nelle scuole dell’infanzia e le primarie il divieto sarà totale.
Ogni istituto dovrà comunicare ai genitori le finalità, i contenuti e le modalità degli incontri previsti, compresa l’eventuale presenza di esperti esterni. La norma ha lo scopo di “rafforzare l’alleanza scuola-famiglia”, ha spiegato Valditara nelle scorse settimane, valorizzando il ruolo educativo dei genitori senza ledere l’autonomia scolastica.