Educazione finanziaria, tre giovani su quattro hanno un conto ma pesa il gender gap
- 09/01/2024
- Giovani
Finanza e giovani: due mondi distanti o in comunicazione? Quanto ne sanno i giovani in campo finanziario, e come si comportano? Per capirlo la Banca d’Italia ha svolto nel primo semestre del 2023 un’indagine che ha coinvolto 5400 persone tra 18 e 34 anni andando a indagare la loro alfabetizzazione finanziaria e le loro competenze di finanza digitale. E ha scoperto un mondo disomogeneo, dove le donne e i meno istruiti sono indietro.
Un aspetto di particolare importanza anche per quanto riguarda la ‘sfida demografica’, se si pensa al ruolo che ha l’educazione finanziaria per progettare il futuro: la rinuncia a formare una famiglia è spesso legata alla capacità di risparmiare, investire e garantire sicurezza. Ecco dunque che, come ha spiegato Paola Ansuini, direttore della Comunicazione, Tutela Clientela e Educazione Finanziaria di Banca d’Italia, durante l’evento ‘Lavoro e welfare a misura di famiglia’ organizzato recentemente dall’Adnkronos, la formazione economica si presenta come un elemento cruciale nelle politiche per la famiglia, offrendo un valore aggiunto di libertà e autodeterminazione, soprattutto per le donne.
Nel dettaglio, sotto la lente dell’analisi di Bankitalia ci sono:
• le competenze: concetti base come inflazione, tasso di interesse semplice e composto, diversificazione del rischio, rendimento e rischio
• i comportamenti: gestione di pagamenti, spese correnti, pianificazione, servizi finanziari utilizzati
• le opinioni e le aspirazioni in relazione alle conoscenze finanziarie
• l’interesse verso i temi economico-finanziari, i luoghi e gli strumenti per l’apprendimento
I risultati dell’indagine Bankitalia, pesa il gender gap
L’indagine Bankitalia restituisce un ritratto in chiaroscuro: alle domande sui principali concetti economici ha risposto correttamente il 35% dei giovani, poco più di un terzo. Ma oltre il 70% conosce la relazione rischio-rendimento e sa valutare il costo dei mutui.
Abbastanza bene anche per i concetti di inflazione, diversificazione del rischio e tasso di interesse (i ‘big three’ della finanza) che sono compresi rispettivamente dal 65, 63 e 60% dei giovani. Più ostico invece il concetto di interesse composto, capito solo dal 30% dei rispondenti.
Circa la metà degli intervistati (48,4%), inoltre, ritiene che mantenere i risparmi sul conto corrente protegga sempre dal rischio che l’inflazione ne riduca il valore, e una percentuale analoga (55,4%) ritiene che l’andamento di un titolo azionario possa essere previsto con precisione da un esperto.
Ma chi ne sa di più in materia finanziaria?
• gli uomini rispetto alle donne, confermando anche in questo ambito l’esistenza di un divario di genere che ha le sue radici – ma è anche causa – in una diffusa dipendenza economica femminile
• gli studenti e i diplomati o laureati in materie scientifiche e tecniche piuttosto che i giovani lavoratori e quelli in cerca di un lavoro
• i residenti nelle regioni del Nord rispetto a quelli delle regioni centrali, meridionali e delle Isole.
Quanto ai loro comportamenti, i giovani non pianificano ma sono attenti alla sostenibilità delle spese (89%) e alle scadenze (77%). Coerentemente, circa la metà di essi non ritiene necessario formulare piani per la vecchiaia e non investirebbe mai in fondi pensionistici a causa dei rischi di perdite. In ogni caso, il 43% accantona dei risparmi a fine mese.
Giovani, futuro e finanza sostenibile
La sfida più grande per i giovani è la protezione dell’ambiente (54%), seguita dal contrasto alla disoccupazione e alla povertà e dal miglioramento del sistema di istruzione/formazione. Una sensibilità confermata da una conoscenza abbastanza diffusa dell’esistenza della finanza sostenibile: circa il 40% dichiara di conoscere i criteri di sostenibilità ESG. Di questi tre criteri – Environmental, Social, Governance – quello ambientale è coerentemente ritenuto il più importante.
Tuttavia, tra coloro che risparmiano solo il 13% ne tiene conto nelle scelte di allocazione del portafoglio, mentre il 18% lo farebbe se l’offerta di strumenti finanziari ESG fosse più ampia.
Per quanto riguarda la visione del futuro, chi è più competente in materia finanziaria è anche più ottimista sulle prospettive lavorative e di miglioramento della propria condizione economica: ha infatti maggiore fiducia di poter cogliere le opportunità di crescita professionale e di svolgere attività in linea con le proprie inclinazioni, anche perché ritiene che le conoscenze in materia economica contino di più per trovare un buon impiego rispetto ad altri aspetti quali la fortuna, il passaparola e la raccomandazione.
Responsabilità dei giovani e finanza digitale
I giovani che non vivono con i genitori hanno le maggiori competenze in ambito finanziario: oltre il 90% di loro è coinvolto nella gestione del bilancio familiare, anche in collaborazione con altri conviventi, e quindi si è trovato a dover ‘mettere le mani in pasta’. A differenza di chi abita ancora in famiglia: in questo caso meno di uno su due (47%) si occupa della gestione del bilancio familiare, solo il 38% ha a disposizione alcune somme di denaro da gestire in autonomia e il 15% non ha alcuna responsabilità nella gestione del denaro.
Gli strumenti di pagamento e quelli per la gestione corrente sono diffusi mentre è modesta la partecipazione ai mercati finanziari. Tre intervistati su quattro hanno un conto corrente, due terzi hanno carte di debito, due terzi hanno carte prepagate. I giovani che detengono almeno una carta – di debito, credito, o prepagata – sono il 90%, ma solo il 14% ha sottoscritto, almeno una volta, azioni o obbligazioni.
Per quanto riguarda la finanza digitale, premesso che il 70% degli intervistati dichiara di avere un livello di digitalizzazione elevato, le attività più frequenti riguardano i pagamenti online, la gestione online dei conti correnti e l’uso di carte di pagamento. Sono invece meno diffuse la sottoscrizione di polizze assicurative online, l’abitudine a informarsi sul web per un prestito e, infine, l’uso di piattaforme online per il trading e per l’accesso a servizi di robo advisor. Chi ha maggiori conoscenze finanziarie usa di più la finanza digitale, che infatti è meno utilizzata tra le donne, tra chi non ha un lavoro e, infine, tra chi non ha l’opportunità di esercitare scelte autonome nell’uso del denaro.
Giovani aggiornati in materia finanziaria, app lo strumento preferito
La grande maggioranza di giovani (oltre l’80%) si aggiorna in tema finanza, principalmente attraverso i social media (34%), la televisione (32%), siti web o riviste specializzate (24%). Tuttavia il 17%, ovvero quasi uno su cinque, non ha l’abitudine di aggiornarsi, percentuale che sale tra le donne e tra i meno istruiti, confermando il gap di genere e sociale. Il 10% inoltre dichiara di non aver interesse verso l’educazione finanziaria, una percentuale che ancora una volta sale tra le donne e tra i meno istruiti.
Dove si informano i giovani? Tra gli intervistati di età compresa tra 18 e 23 anni, scuola e università sono i luoghi preferiti dove migliorare le proprie competenze finanziarie, ma all’aumentare dell’età cresce la preferenza per banche e istituzioni finanziarie. La famiglia invece rientra tra le preferenze soprattutto per le donne e i giovani meno istruiti. Le applicazioni per dispositivi mobili sono lo strumento preferito per l’apprendimento (oltre il 40%), seguite da lezioni con i docenti (33%) e i materiali didattici cartacei (30%).
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