Disturbo del comportamento nei giovani: “Colpa della corteccia cerebrale”. Lo studio
- 18/07/2024
- Giovani
Una risonanza magnetica può rintracciare se un bambino ha problemi comportamentali. Si tratta dello spettro di comportamenti persistenti, aggressivi e antisociali, come il disturbo della condotta e che potrebbero essere dovuti a diversità della struttura del cervello rispetto alla struttura classica.
A rivelarlo è uno studio condotto dal National Institutes of Health degli Usa e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Psychiatry.
Lo studio
Il gruppo di ricerca ha condotto un’analisi su un campione di 1185 giovani con disturbo della condotta, di età media pari a 18 anni, per il 28,6% donne e per il 71,4% uomini, e 1253 giovani (35,6% donne e 64,4% uomini) con sviluppo tipico e di età pari a 13,5 anni o inferiore.
Attraverso la valutazione delle risonanze magnetiche dello spessore corticale dei due gruppi è stato possibile rintracciare un primo modello di differenziazione. “Rispetto ai giovani con sviluppo tipico – scrivono i ricercatori -, il gruppo con disturbo della condotta aveva una superficie inferiore in 26 regioni corticali e una superficie totale mediamente inferiore. Lo spessore corticale differiva nella corteccia cingolata anteriore caudale e nelle rive del solco temporale superiore. Il gruppo con disturbo della condotta presentava anche volumi più piccoli di amigdala, nucleo accumbens, talamo e ippocampo. La maggior parte delle differenze è rimasta significativa anche dopo aver adattato i dati in base a fattori quali il disturbo ADHD o al quoziente intellettivo. Non sono state rilevate differenze per genere o per età. Sono state riscontrate poche differenze tra i sottotipi di disturbo della condotta definiti dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ndr). Tuttavia, gli individui con elevati tratti callosi-anemotivi (che posseggono mancanza di senso di colpa ed empatia, ndr) hanno mostrato differenze più diffuse rispetto a quelli con bassi tratti callosi-anemotivi”.
La differenza più pronunciata che è emersa è una riduzione dell’area dello strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, cruciale per molti aspetti del comportamento, della cognizione e dell’emotività.
Il disturbo comportamentale
Il disturbo della condotta è una patologia del comportamento. Con questo termine si fa riferimento a uno stile di comportamento che riguarda più in generale il modo con il quale ci si relazione alla quotidianità. Le persone con questo disturbo hanno tendenze più o meno violente e ripetono nel tempo episodi di rabbia incontrollata, oltre ad avere difficoltà nel rispettare le regole comportamentali sociali. I disturbi del comportamento, però, sono diversi e molteplici:
- Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
- Disturbo depressivo maggiore
- Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP)
- Disturbo del sonno
- Disturbo di condotta
- Disturbo bipolare
- Disturbo d’ansia
- Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD)
- Disturbo alimentare
“La combinazione di dati da 15 coorti internazionali ci ha consentito di includere un’ampia fascia di età (7-21 anni) e un campione eterogeneo, inclusi giovani provenienti da paesi a basso e medio reddito – hanno continuato i ricercatori -. Siamo stati in grado di eseguire analisi altamente potenti e di identificare robuste alterazioni neuroanatomiche nel disturbo della condotta. Rispetto ai giovani con sviluppo tipico, quelli con disturbo della condotta – aggiungono i ricercatori – avevano una superficie inferiore in tutti e quattro i lobi cerebrali, i più grandi osservati nella corteccia parietale inferiore e per la superficie totale. Le differenze nello spessore corticale erano limitate alle sponde del solco temporale superiore e alla corteccia cingolata anteriore caudale, quest’ultima essendo l’unico risultato che aumentava nel disturbo della condotta”.
E concludono: “Questi nuovi risultati fanno luce sulle presunte differenze cerebrali in regioni che sono fondamentali per l’elaborazione e la regolazione delle emozioni, l’empatia, il processo decisionale e il controllo cognitivo associati al disturbo della condotta, e suggeriscono che i giovani con disturbo della condotta e tratti callosi-anemotivi elevati mostrano le alterazioni strutturali cerebrali più estese rispetto alla norma”.
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