Come si diventa santi? La canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati
- 8 Settembre 2025
- Giovani
Domenica 7 settembre 2025 la Chiesa cattolica ha scritto una pagina destinata a fare scuola: due giovani laici, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, sono stati proclamati santi nello stesso rito in piazza San Pietro. Non due figure remote, ma volti vicini alle biografie del nostro tempo: un ragazzo appassionato di informatica, morto a 15 anni nel 2006, e uno studente torinese degli anni Venti che passava le giornate tra università, montagne e mense per i poveri.
La canonizzazione simultanea ha impressionato per la folla – oltre 80 mila persone – ma soprattutto ha riacceso l’attenzione su un punto cruciale: come si diventa santi oggi? Non basta il carisma, non è sufficiente la devozione popolare. La santità è un processo che somiglia a un’inchiesta giudiziaria, fatto di carte, testimonianze e perizie mediche. Un sistema che prova a coniugare trascendenza e metodo, miracolo e referto clinico.
Come avviene il processo di canonizzazione? Le fasi della santità
Il cammino verso la santità non è frutto di acclamazioni spontanee o di leggende tramandate nel tempo. È regolato da una procedura precisa, fissata dal diritto canonico, che può durare anni o addirittura secoli.
- Tutto comincia con l’apertura della causa a livello diocesano: il vescovo competente dà il via all’inchiesta su richiesta dei fedeli, di una congregazione religiosa o di una diocesi. In quel momento il candidato riceve il titolo di “Servo di Dio”. È un primo passo, che segna l’inizio della raccolta di prove: documenti, testimonianze di chi ha conosciuto la persona, scritti privati e pubblici, comportamenti significativi. L’obiettivo è verificare se esista davvero una fama di santità fondata su fatti concreti.
- Il materiale raccolto confluisce in un dossier centrale, la positio, che può arrivare a migliaia di pagine. Questo documento analizza vita, virtù e opere del candidato e viene sottoposto al vaglio di teologi e storici nominati dalla Congregazione delle Cause dei Santi. Solo se il giudizio è positivo, il Papa proclama la persona “Venerabile”, riconoscendone le virtù eroiche. È un titolo che non comporta ancora culto pubblico, ma sancisce un riconoscimento autorevole.
- A questo punto entra in gioco un requisito decisivo: il miracolo. La Chiesa richiede che la santità sia confermata da interventi ritenuti soprannaturali, in genere guarigioni inspiegabili. Ogni presunto miracolo viene sottoposto a una commissione medica indipendente: specialisti che analizzano cartelle cliniche, referti, decorso delle malattie. Se non esistono spiegazioni scientifiche plausibili, il caso passa a una commissione teologica, che valuta se la guarigione possa essere attribuita all’intercessione del candidato. Superato anche questo passaggio, il Papa può firmare il decreto di beatificazione. Da quel momento il beato può essere venerato a livello locale o all’interno della comunità religiosa di appartenenza.
- Per la canonizzazione, cioè per l’iscrizione ufficiale nell’albo dei santi, serve un secondo miracolo, con le stesse condizioni di verifica. Solo allora il Pontefice celebra il rito pubblico che stabilisce il culto universale. È un processo che unisce rigore e dimensione spirituale, in cui la fede convive con procedure quasi giudiziarie. Negli ultimi decenni si è assistito anche a un’accelerazione dei tempi: Giovanni Paolo II è stato canonizzato a soli nove anni dalla morte, Madre Teresa a 19. Ma il principio resta invariato: senza prove documentate e senza miracoli accertati, non si diventa santi.
Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati
Le canonizzazioni del 7 settembre raccontano due percorsi distinti che hanno trovato convergenza nello stesso giorno. Carlo Acutis, nato a Londra nel 1991 e cresciuto a Milano, è morto nel 2006 per una leucemia fulminante. La sua beatificazione era arrivata nel 2020, ad Assisi, grazie al riconoscimento di un miracolo avvenuto in Brasile: la guarigione di un bambino con una grave malformazione pancreatica. Il secondo miracolo, che ha portato alla canonizzazione, riguarda una studentessa italiana colpita da un’emorragia cerebrale: il recupero completo, giudicato inspiegabile dalla scienza, è stato attribuito alla sua intercessione. Carlo è diventato il primo santo millennial, noto per aver creato un sito web che raccoglieva i miracoli eucaristici e per aver usato la tecnologia come strumento di evangelizzazione.
Pier Giorgio Frassati, nato a Torino nel 1901, proveniva da una famiglia agiata: il padre Alfredo era senatore e direttore del quotidiano “La Stampa”, la madre Adelaide era una pittrice. Nonostante il contesto privilegiato, Pier Giorgio scelse di vivere la fede in modo radicale, dedicandosi ai poveri, agli ammalati, ai minatori. Celebre la sua abitudine di portare personalmente sacchi di carbone alle famiglie bisognose. Appassionato di alpinismo, amava le montagne e vi trovava un luogo di contemplazione. Morì a soli 24 anni per una poliomielite fulminante. La sua fama di santità era già diffusa alla morte e Giovanni Paolo II lo beatificò nel 1990. I miracoli attribuiti alla sua intercessione, riconosciuti dalla Chiesa a distanza di decenni, hanno completato il percorso fino alla canonizzazione.
Accostare Acutis e Frassati nello stesso rito ha un significato forte. Il primo incarna la dimensione digitale, con una fede vissuta tra computer e siti web; il secondo rappresenta la concretezza del servizio sociale e dell’impegno politico. Due modelli apparentemente opposti, ma accomunati da un elemento centrale: vivere la fede nella quotidianità, senza ruoli ecclesiastici né carriere religiose. La scelta della Chiesa di canonizzarli insieme manda un messaggio preciso, soprattutto ai giovani: la santità non appartiene solo a sacerdoti o religiosi, ma può essere vissuta nella scuola, nello sport, nelle relazioni. È un modo per rendere tangibile e attuale un concetto che rischierebbe altrimenti di sembrare distante.