Trattamenti per la fertilità e rischio di difetti cardiaci nei neonati: quale legame?
- 01/10/2024
- Fertilità
Negli ultimi anni, l’uso di tecnologie per la riproduzione assistita, come la fecondazione in vitro (Ivf) e l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (Icsi), è aumentato considerevolmente. Con questo incremento, è cresciuta anche la preoccupazione riguardo ai potenziali rischi per la salute dei bambini nati grazie a queste tecniche.
Uno dei rischi più significativi riguarda i difetti cardiaci congeniti, che rappresentano circa il 50% di tutte le principali malformazioni alla nascita. Questi difetti, che colpiscono in genere l’1-2% della popolazione infantile, presentano una percentuale è più elevata di presenza tra i nati da riproduzione assistita. A rilevarlo è un nuovo studio della Gothenburg University in Svezia.
Lo studio
La ricerca ha rilevato che i bambini concepiti tramite tecnologie di riproduzione assistita, come la fecondazione in vitro, hanno un rischio più elevato di nascere con difetti cardiaci congeniti rispetto a quelli concepiti naturalmente. Questo rischio risulta essere più alto del 36%, secondo lo studio, con particolare incidenza nei parti gemellari, che sono più frequenti nelle gravidanze assistite.
Il tasso di difetti cardiaci nei bambini nati tramite tecniche di riproduzione assistita è risultato essere dell’1,84%, mentre tra i bambini concepiti spontaneamente è dell’1,15%.
Questo studio, uno dei più grandi nel suo genere, è stato condotto da un team di ricercatori coordinato dalla professoressa Ulla-Britt Wennerholm dell’Università di Gothenburg, in Svezia, in collaborazione con altri esperti in Finlandia, Danimarca e Norvegia. Si tratta di uno studio basato su registri sanitari nazionali e ha coinvolto oltre 7,7 milioni di bambini nati vivi tra il 1984 e il 2015 in quattro Paesi nordici: Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia. Di questi, 171.735 bambini erano stati concepiti tramite tecnologie di riproduzione assistita.
Per raccogliere i dati, i ricercatori hanno incrociato informazioni provenienti da diversi registri nazionali, tra cui registri delle nascite, registri dei pazienti, registri delle cause di morte e registri della popolazione. I difetti cardiaci congeniti sono stati identificati utilizzando la Classificazione Internazionale delle Malattie che sono stati suddivisi in difetti maggiori e difetti gravi secondo i criteri del Consorzio Europeo per lo Studio delle Anomalie Congenite e Gemelli (Eurocat).
Risultati
Dai dati raccolti, è emerso che il rischio di difetti cardiaci congeniti è più elevato nei bambini nati attraverso tecnologie di riproduzione assistita rispetto a quelli concepiti naturalmente. In particolare, i bambini nati da tecniche di riproduzione assistita presentano un rischio del 36% maggiore di sviluppare difetti cardiaci maggiori.
Dei 171.735 bambini concepiti tramite tecnologie di riproduzione assistita, l’1,84% ha sviluppato un difetto cardiaco maggiore, mentre solo l’1,15% dei bambini concepiti naturalmente ha riportato lo stesso tipo di malformazione.
Difetti cardiaci gravi sono stati riscontrati nello 0,35% dei nati tramite tecniche di riproduzione assistita, contro lo 0,26% dei nati naturalmente.
Il rischio di difetti cardiaci è stato elevato nei parti multipli. Nei casi di gravidanze gemellari ottenute con tecniche di riproduzione assistita, il 2,47% dei bambini presentava difetti cardiaci congeniti, contro l’1,62% delle nascite singole. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che il rischio era più elevato in cinque dei sei principali gruppi di difetti cardiaci studiati, tra cui difetti conotruncali (cioè, relativi alla struttura fisica del cuore), difetti settali ventricolari e atriali, nonché altre anomalie cardiache.
Quali prospettive future
I risultati di questo studio confermano che le tecnologie di riproduzione assistita, pur rappresentando una valida opzione per le coppie con problemi di infertilità, comportano un rischio basso, ma maggiore di difetti cardiaci nei neonati. È interessante notare che non sono emerse differenze significative nel rischio di malformazioni cardiache in base al tipo di procedura di riproduzione assistita utilizzata: sia la fecondazione in vitro che l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo hanno mostrato rischi simili. Allo stesso modo, il rischio non variava tra il trasferimento di embrioni freschi o congelati.
Questo studio mette in luce l’importanza di un attento monitoraggio delle gravidanze ottenute tramite tecnologie di riproduzione assistita. Data la maggiore prevalenza di difetti cardiaci congeniti in questi bambini, i ricercatori suggeriscono che potrebbe essere utile eseguire ecocardiografie fetali più dettagliate durante la gravidanza, oltre alle normali ecografie ostetriche di routine.
Tuttavia, la reale efficacia di questi screening aggiuntivi nel ridurre i rischi di mortalità e morbilità associati alle malformazioni cardiache deve essere ulteriormente studiata. I difetti cardiaci congeniti, sebbene rari, possono avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere dei bambini, sia durante l’infanzia che in età adulta.
Questo studio dimostra che i bambini concepiti tramite tecnologie di riproduzione assistita hanno un rischio maggiore di sviluppare queste anomalie rispetto a quelli concepiti spontaneamente. Pertanto, una valutazione approfondita e un monitoraggio adeguato dei neonati concepiti con queste tecniche possono favorire una diagnosi precoce e un miglioramento delle cure per coloro che presentano un rischio maggiore di malformazioni cardiache.
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