Fertilità in declino, spermatozoi in gara: la provocazione (serissima) di Sperm Racing
Il 25 aprile, nel cuore di Los Angeles, il palco del celebre Hollywood Palladium ospiterà non una band rock né un comizio elettorale, ma qualcosa di decisamente più inaspettato: la prima corsa al mondo tra spermatozoi umani. Gli atleti? Due studenti universitari, Tristan Wilcher (USC) e Asher Proeger (UCLA). I partecipanti al pubblico? Circa 3700 curiosi, studenti scontati compresi. La pista? Un microchip trasparente da 5000 micron, visibile solo al microscopio e proiettato su maxischermo. Benvenuti nel surreale universo di Sperm Racing, la nuova disciplina che fonde biotecnologia, scommesse in criptovalute e… una serissima riflessione sul crollo della fertilità maschile.
Dietro a questo evento che sembra nato da un’idea partorita a notte fonda tra risate e meme, si muove un progetto imprenditoriale da 1,5 milioni di dollari, finanziato da venture capitalist, influencer della criptofinanza e start-up biotech. Un mix esplosivo di scienza e intrattenimento che, secondo i fondatori, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli uomini (soprattutto giovani) guardano alla propria salute riproduttiva. E tutto parte da una corsa. Microscopica, ma significativa.
Il manifesto di Sperm Racing
C’è chi scrive manifesti politici, chi filosofici, e poi c’è Eric Zhu, 17 anni, che ha scritto un manifesto dello sperma. È proprio da quel testo, nato per gioco con gli amici, che prende forma Sperm Racing: un’azienda fondata da studenti, creator e producer decisi a trasformare la salute in spettacolo. Zhu ha bussato alle porte di New York con la sua idea sottobraccio, convincendo investitori da settori disparati: criptovalute, scommesse e genomica.
A dare volto e voce alla squadra ci pensa Dick Gay, alias Mr. Sperm Racing, che si presenta in pubblico travestito da spermatozoo e invita passanti ignari a donare campioni di seme. Ma dietro la patina di comicità virale si nasconde un obiettivo ambizioso: “Trasformare la crisi della fertilità maschile in una causa sociale”, dice. Perché sì, i numeri sono da allarme globale.
Secondo uno studio pubblicato su Human Reproduction Update, il numero medio di spermatozoi per millilitro di seme è crollato da 104 milioni nel 1973 a 49 milioni nel 2018, con un’accelerazione dal 2000 in poi. Il calo è del 50% in 50 anni. E il 7% degli uomini, oggi, è infertile. Una crisi silenziosa, aggravata da dieta, inquinamento, sedentarietà e fattori genetici. Sperm Racing vuole renderla visibile. Anzi, spettacolare.
Come funziona una corsa tra spermatozoi
C’è chi allena i muscoli, chi le sinapsi. I partecipanti a Sperm Racing, invece, allenano la motilità spermatica. Il format della gara è tanto scientifico quanto scenografico: una micro-pista su un chip trasparente, lunga appena 5 millimetri, progettata per simulare il tratto vaginale. È lì che i due campioni—anzi, i loro gameti—si affronteranno, spinti dal fenomeno naturale della reotassi, che porta gli spermatozoi a nuotare controcorrente.
I campioni di seme saranno raccolti poco prima dell’evento, mantenuti a temperatura corporea in apposite incubatrici, centrifugati per isolare le cellule più performanti e infine posizionati sui binari della pista microfluidica. Ogni corsa durerà dai 5 ai 20 minuti, visibile al pubblico solo attraverso una proiezione digitale ad alta definizione. Il tutto trasmesso in diretta anche sul sito ufficiale.
Ma non finisce qui. Le gare prevedono un ‘meglio di tre’, e sono annunciate sorprese: “celebrity race” in arrivo, dicono i fondatori. Intanto, il pubblico potrà scommettere sull’esito tramite Polymarket, piattaforma di scommesse in criptovaluta già finita nel mirino delle autorità americane, con tanto di multa da 1,4 milioni di dollari e geoblocco (facilmente aggirabile con una vpn).
Il futuro? Una piattaforma proprietaria basata su blockchain dove scommettere su qualsiasi cosa: dalla velocità degli spermatozoi alla qualità dei marcatori genetici. La fertilità diventa moneta, intrattenimento, e forse—paradossalmente—educazione.
La fertilità entra nell’arena dei dati
A rendere ancora più affascinante (e inquietante) il progetto è il suo intreccio con la genomica. Sperm Racing è in partnership con Nucleus Genomics, azienda di test genetici domestici che fornisce insight su malattie e predisposizioni. L’idea è semplice, almeno sulla carta: trasformare il risultato dei test biomarcatori in una competizione. Chi ha il dna più “scattante”? Chi ha spermatozoi più reattivi al flusso? Si può migliorare la prestazione con dieta e allenamento?
Non è solo provocazione. Studi scientifici hanno già mostrato che cambiamenti nello stile di vita (come una dieta mediterranea, l’astinenza dal fumo, l’attività fisica) migliorano la qualità spermatica. E il team di Sperm Racing lo sa: nei video promozionali si vedono gli atleti/studenti tra integratori, carne cruda e flessioni a ritmo di musica trap. L’obiettivo? Dimostrare che la fertilità è migliorabile. E quindi anche… “allenabile”.
La squadra di sviluppo ha coinvolto studenti e ricercatori da Harvard, Stanford, Georgia Tech, Berkeley e Waterloo. Il cuore del progetto è la computer vision, che traccia in tempo reale il movimento degli spermatozoi durante la gara. Una tecnologia nata per la scienza, e ora al servizio dello sport. O almeno di qualcosa che gli somiglia molto.
Dalla crisi della fertilità al mercato delle emozioni
C’è qualcosa di profondamente contemporaneo in Sperm Racing. Da un lato, è la perfetta sintesi del nostro tempo: un’idea nata da studenti, sostenuta da cripto-investitori e promossa a colpi di video virali. Dall’altro, è lo specchio inquietante di un’epoca in cui perfino la fertilità umana può diventare materia di spettacolo, gioco d’azzardo e business.
Il progetto cavalca tre onde: la crisi della fertilità maschile, l’ascesa dell’intrattenimento personalizzato e la gamification della salute. Non è un caso che Figment Capital—fondo specializzato in Web3—abbia scommesso su di loro: “È una nuova frontiera dell’interazione umana”, dicono. E se domani, prima di un match tra due pugili, si gareggiasse anche tra i loro spermatozoi? E se la performance genetica entrasse nel calcolo delle probabilità?
La domanda non è (solo) provocatoria. È il segno che, tra meme e speculazione, si sta formando un nuovo immaginario: quello della bio-performance, in cui anche il nostro patrimonio genetico diventa parte del gioco. Un gioco, forse, fin troppo serio.