Il legame tra emozioni materne e benessere del feto, cosa dice la scienza?
- 06/03/2024
- Fertilità
Ridere fa bene, a qualunque età. Anche quando, tecnicamente, non c’è nemmeno una vera e propria ‘età’. Un video andato virale sui social mostra un momento di incredibile tenerezza: alle risate della madre, il feto nel pancione reagisce in sintonia. Le immagini, guardate da milioni di persone divertite, mostrano un legame profondo, a 360 gradi, tra mamma e (futuro) figlio.
Una connessione probabilmente sentita in modo istintivo dalle donne ma che la scienza sta studiando da vicino per capirne le cause e gli effetti. Infatti, se da un lato la stretta relazione tra mamma e feto è una scoperta che riempie di tenerezza e stupore, dall’altra porta a un cambio di prospettiva: il benessere della donna è importante anche per il bambino. Tra i due si crea un legame complesso, nel bene e nel male: come si trasmette la gioia, così si trasmettono lo stress, l’ansia e i sintomi depressivi.
Sempre più ricerche, infatti, stanno dimostrando che le emozioni negative possono portare a problemi nello sviluppo del feto. Al contrario, le emozioni positive, inclusa la risata, stimolano la secrezione di ormoni benefici come la serotonina e le endorfine, vantaggiosi per il nascituro.
Gli effetti delle emozioni materne durante la gravidanza
Del periodo della gravidanza ormai si parla come di imprinting e di gestazione non solo fisica ma anche psichica, proprio per l’effetto che le emozioni della madre hanno sul feto e addirittura, sembra, sul carattere del bambino una volta nato.
A quanto pare infatti il nascituro non solo reagisce agli stimoli, al dolore e ai suoni ma prova anche emozioni come rabbia, paura, gioia, serenità.
Ed ecco che la magia di un legame unico e profondo, proprio per la sua intensità, può trasformarsi in un incubo: ci sono prove crescenti che anche forme più lievi di stress materno o ansia durante la gestazione esercitino una forte influenza sullo sviluppo del feto – fisico, cognitivo ed emotivo – così come sul funzionamento metabolico e i futuri comportamenti. Non sono ancora chiari i meccanismi per cui questo accada, anche perché vanno considerati molti altri fattori come le influenze ambientali – prenatali e post-partum – la programmazione fetale (legata all’alimentazione della madre durante i nove mesi) e ovviamente la genetica. Gli stessi studiosi, infatti, precisano che occorrono altre ricerche al riguardo.
Ma in base agli studi, più nello specifico, ansia, stress prenatale, depressione, alti livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) possono causare:
• basso peso alla nascita
• parto prematuro
• depressione post-partum
• scarso sviluppo neurologico
• maggiore natimortalità
• malattie respiratorie e digestive
• maggiore reattività agli eventi
• livelli più elevati di stress e di paura nel bambino
• una ridotta reattività alle cadute
• una minore tendenza a sorridere
• un’inclinazione alla tristezza
• difficoltà cognitive ed emotive
• tassi più elevati di problemi comportamentali (sintomi emotivi/ansiosi, iperattività, disattenzione, aggressività fisica)
La questione è rilevante: la depressione materna colpisce circa il 15% delle donne incinte e in una percentuale simile le donne nel periodo post-nascita. Ecco, dunque, che gestire i momenti depressione o di tristezza della mamma durante i nove mesi diventa imprescindibile per ridurre il rischio di impatti negativi.
Strategie per ridurre lo stress durante la gravidanza
Se quindi il legame inizia così presto, per ogni mamma diventa fondamentale affrontare al meglio il periodo della gravidanza, che invece spesso non è così idilliaco come la narrativa (e le pressioni sociali) vorrebbero far credere. Il punto di partenza è proprio quello di scrollarsi di dosso qualsiasi aspettativa: il senso di colpa sicuramente non è un’emozione positiva.
Stabilito questo, ecco alcune strategie pratiche:
• fare esercizio fisico: può aiutare a ridurre lo stress e migliorare l’umore. Ok a camminate, nuotate o lezioni di yoga prenatali, sempre consultando prima il proprio medico
• praticare la respirazione: gli esercizi legati al respiro, alla mindfulness e alla meditazione possono aiutare a ridurre l’ansia e ad aumentare il benessere
• coltivare una rete di supporto sociale – amici, familiari o gruppi ad hoc: è fondamentale per avere sostegno e informazioni, oltre che per gestire lo stress. Almeno altrettanto importante è parlare col partner sia delle proprie preoccupazioni sia dei propri sentimenti ed emozioni
• gestire il tempo attraverso una pianificazione sostenibile: aiuta a non sentirsi sovraccariche e a prendersi pause quando necessario
• mangiare in modo equilibrato: un’alimentazione adeguata è la base del benessere fisico ed emotivo
• evitare sostanze dannose: tra queste, caffeina, alcol e tabacco
• regalarsi massaggi e terapie rilassanti: pratiche che portano benefici a tutto tondo, in particolare contro lo stress. Occorre però fare attenzione che l’operatore sia esperto in massaggi per donne in gravidanza e anche in questo caso è bene parlarne prima col proprio medico
• dormire a sufficienza: è importante creare una routine regolare
• informarsi: aiuta a gestire lo stress dovuto alla paura dell’ignoto e al temere di non essere in grado di affrontare la genitorialità. È necessario però informarsi da fonti esperte e specializzate, per evitare di incappare in fake news che possono rivelarsi deleterie.
Insomma, se il bonding – il legame – tra le emozioni materne e quelle del feto non sembra una buona notizia per chi crede nel libero arbitrio, visto che molto di chi siamo sembra venga già deciso ancor prima di mettere piede nel mondo, allo stesso tempo rende consapevoli di quanto sia davvero importante affrontare la gravidanza nel modo più sereno possibile e ricorda quanto sia incredibile, profondo e sfaccettato il legame con chi ci ha dato la vita.
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