Calo delle nascite colpa di cannabis e “banalizzazione del sesso”, Mantovano al convegno sulla fertilità
Il consumo di cannabis e la “dilagante banalizzazione sessuale” hanno “conseguenze importanti in un momento di crisi demografica come questo”. Alfredo Mantovano, sottosegretario della presidenza del consiglio dei ministri che detiene anche la delega alle politiche antidroga, è intervenuto venerdì scorso al convegno ‘Cannabis e fertilità’ promosso dal Centro di ricerca e studi sulla salute procreativa (Cerissap) dell’Università Cattolica – Campus di Roma e dall’Istituto scientifico internazionale Paolo VI (Isi) di ricerca sulla fertilità ed infertilità umana per una procreazione responsabile. Un incontro dedicato ai rischi per la fertilità, la gravidanza e il neonato connessi con l’uso della cannabis.
“L’uso della cannabis da decenni è banalizzato e in certi casi addirittura propagandato e a tale propaganda ha fatto riscontro la crescita dell’uso”, ha sottolineato il sottosegretario, che ha anche snocciolato i dati della Relazione annuale sulle tossicodipendenze pubblicata a giugno 2024.
In aumento tra i giovani il consumo di cannabis
Dal rapporto emerge che nel 2023 550mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni, pari al 22% dell’intera popolazione studentesca, ha fatto uso di cannabis almeno una volta, e 70mila giovanissimi (2,8%) hanno riferito di farne un uso quasi quotidiano (20 o più volte nel mese). “Preoccupa l’incremento della percentuale media di principio attivo nei prodotti a base di hashish, che è quadruplicata, soprattutto nei prodotti di nuova generazione e nei liquidi per sigarette elettroniche. Inoltre, desta allarme la comparsa di prodotti a basso contenuto di THC (<1%) adulterati con cannabinoidi sintetici (esaidrocannabinolo)”, si legge nel documento. La fascia d’età del primo utilizzo, inoltre, si sta costantemente abbassando.
Fertilità e cannabis
Durante il convegno sono stati sottolineati gli effetti sul cervello degli adolescenti, con comparsa di difficoltà cognitive e deficit neuropsicologici anche non reversibili – si legge in una nota -. Per quanto riguarda nello specifico la fertilità, il consumo di cannabis può impattare sia sui maschi sia sulle femmine. Nel primo caso attraverso l’alterazione dei parametri spermatici (numero e concentrazione, anomalie morfologiche, riduzione della motilità e vitalità, inibizione della capacità fecondante), nel secondo attraverso condizioni di infertilità e anomalie dell’impianto e dello sviluppo fetale.
Ancora, l’uso materno di cannabis durante la gravidanza e l’allattamento è stato associato ad effetti avversi, nati piccoli per l’età gestazionale, parto prematuro, conseguenze dello sviluppo neurologico fetale e compromissione dello sviluppo socio-comportamentale e cognitivo della prole.
Magi: “Parole campate in aria”
“Le parole di Mantovano oggi su una ipotetica correlazione tra ‘propaganda pro-cannabis e denatalità’ sono campate in aria, ispirate probabilmente da studi poco attendibili o condizionati dall’ideologia proibizionista. (…) Una strada, quella del proibizionismo, già battuta e il cui fallimento è già certificato in tutto il globo terracqueo”, ha commentato il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
Intanto il governo va avanti: il ddl sicurezza, in discussione al Senato, prevede il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna “delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati”. Sono inoltre previste iniziative in più direzioni, dalla scuola alla comunicazione in collaborazione con la Rai.