Cicli mestruali irregolari? Colpa anche dell’inquinamento atmosferico
- 8 Settembre 2025
- Fertilità Popolazione
L’inquinamento può influenzare la salute riproduttiva femminile anche modificando il ciclo mestruale. Uno studio recentemente pubblicato su The Lancet, dal titolo ‘Air Pollution’s Impact on Menstrual Cycle Health’, ha analizzato un fattore spesso trascurato: l’impatto di una cattiva qualità dell’aria sul benessere mestruale. E ha evidenziato una correlazione con la durata dei cicli mestruali, in particolare sul loro allungamento.
Un ciclo mestruale regolare non è solo un aspetto della vita riproduttiva femminile: è un indicatore vitale della salute generale e del corretto funzionamento dell’asse ormonale ipotalamo-ipofisi-ovaio. Alterazioni nella sua durata – cicli troppo corti o troppo lunghi – possono riflettere squilibri importanti e sono stati collegati a rischi maggiori di infertilità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e persino mortalità prematura.
L’inquinamento atmosferico e il ciclo
Nello specifico, gli studiosi hanno indagato gli effetti dell’esposizione al particolato fine PM2,5 – considerato l’inquinante con il maggiore impatto sulla salute umana – sulla durata del ciclo mestruale. Parliamo di minuscole particelle presenti nell’aria, con un diametro inferiore o uguale a 2,5 micrometri, così piccole da poter penetrare profondamente nel sistema respiratorio e nel sangue, causando seri problemi di salute come malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori. Sono prodotte soprattutto dalla combustione di carburanti fossili (traffico, riscaldamento, industria, centrali elettriche) e da processi industriali.
Utilizzando i dati auto-riferiti inseriti da 92.550 utenti dell’app Clue (di età compresa tra 18 e 44 anni, senza uso di contraccettivi ormonali), residenti in 230 città tra Stati Uniti, Messico e Brasile, i ricercatori hanno analizzato 2.220.281 cicli mestruali tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2020
Cicli mestruali più lunghi
I dati mostrano che il 17,5% dei cicli registrati aveva una lunghezza anormale, con prevalenza di cicli eccessivamente lunghi (circa il 10% del totale). I ricercatori hanno dunque evidenziato una correlazione tra l’esposizione a lungo termine al PM2,5 e maggiore probabilità di cicli anomali: per ogni aumento di 10 μg/m³ di PM2,5, il rischio di avere un ciclo anormale cresce del 2,3%, con un’associazione forte per i cicli più lunghi. Nessuna associazione significativa è stata identificata tra le concentrazioni di PM2,5 a breve termine e la lunghezza anormale del ciclo,,
I risultati sono coerenti con le precedenti evidenze tossicologiche ed epidemiologiche che suggeriscono che l’inquinamento atmosferico può influenzare la salute mestruale, ma i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori indagini, segnalando i limiti affrontati in questo particolare studio. Limiti – comunque trattati con metodi statistici – che vanno dall’affidabilità dei dati inseriti nell’app e di quelli relativi al Pm2,5 alla mancanza di informazioni sulle abitudini di vita e le condizioni socio-economiche del campione.
Come può agire il PM2,5
Ma come può l’inquinamento influenzare la salute mestruale? Gli scienziati ipotizzano diversi meccanismi di cui un’esposizione cronica PM2,5 potrebbe essere responsabile:
- potrebbe agire come interferente endocrino, alterando la produzione di ormoni chiave come l’estradiolo;
- potrebbe interferire con la comunicazione ormonale lungo l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, ostacolando lo sviluppo follicolare;
- potrebbe accelerare la degradazione del corpo luteo, accorciando la fase luteale del ciclo;
- potrebbe bloccare lo sviluppo di più coorti di follicoli ovarici, portando a un ritardo nella maturazione dei follicoli e, di conseguenza, all’allungamento del ciclo mestruale.
Le conseguenze
Questa ricerca è la prima su larga scala a indagare in modo diretto il legame tra inquinamento atmosferico e salute mestruale indipendentemente dalla fertilità o dalla gravidanza. I risultati confermano quanto già osservato in studi tossicologici: l’aria che respiriamo non incide solo sui polmoni e sul cuore, ma anche sulla salute riproduttiva. Le implicazioni sono rilevanti sia a livello individuale che sociale. Cicli mestruali irregolari possono rendere più complessa la diagnosi precoce di disturbi ginecologici e influire sulla fertilità, con ricadute sulle donne coinvolte e anche demografiche in una fase storica già segnata dal calo delle nascite.