In Italia, solo il 47% degli edifici scolastici dispone del certificato di agibilità
- 15 Settembre 2025
- Famiglia
Ricomincia la scuola per migliaia di studenti, ma le strutture non sono pronte e più della metà non ha certificati di agibilità. A fotografare lo stato di salute dei plessi italiani è il nuovo report di Ecosistema Scuola di Legambiente, nella sua XXV edizione, con i dati relativi al 2024 e un focus sugli ultimi 25 anni di scuola del nostro Paese.
Ciò che è emerso non lascia ben sperare: solo il 47% degli edifici dispone del certificato di agibilità, il 31,2% ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai negli ultimi 5 anni e appena il 10,9% ha ricevuto interventi di messa in sicurezza sui solai. In calo gli stanziamenti per la manutenzione straordinaria con una media nazionale di 39.648 euro per edificio.
E negli ultimi 25 anni la manutenzione ha subito un andamento altalenante, con una media di fondi per quella ordinaria che, dal 2009 al 2024, è stata tra 5 mila e i 13 mila euro per edificio. Arretra il servizio scuolabus, crescono ma lentamente le rinnovabili, resta il rischio amianto. “La scuola ha bisogno di investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e ordinaria insieme a un Piano Nazionale per la messa in sicurezza e per garantire più servizi – denuncia Legambiente -. Si replichino anche le buone pratiche già attive nel Paese e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità”.
Edilizia scolastica: lo stato di salute dei plessi italiani
Legambiente ha raccolto i dati di 97 comuni capoluogo su 112 e che riguardano 7.063 edifici scolastici di loro competenza, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Nel 2024 solo il 47% di tali edifici disponeva del certificato di agibilità, appena il 45% ha il collaudo statico, meno del 15% degli edifici in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo la normativa antisismica, ancora il 54,8% degli edifici non ha beneficiato della verifica di vulnerabilità sismica.
Preoccupa la sicurezza dei solai. Secondo quanto emerso dal rapporto risulta solo il 31,2% degli edifici scolastici ad aver beneficiato di indagini diagnostiche negli ultimi cinque anni, con diverse disparità territoriali: al Nord, il 32% delle scuole ha ricevuto tali indagini, al Sud il 36,1%, solo il 33,9% nelle Isole e il 22,5% nel Centro. Gli interventi di messa in sicurezza dei solai sono stati ancora più limitati: solo il 10,9% degli edifici ne ha beneficiato a livello nazionale. Il Sud registra la percentuale più alta (17%), seguito dalle Isole (15,9%), mentre il Nord si ferma al 9,2% e il Centro al 7,7%.
La “sostenibilità scolastica”
Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, gli interventi per l’efficientamento energetico hanno riguardato solo il 16% degli edifici, solo il 6,5% degli edifici con certificazione energetica risulta in classe A, il 66,6% si colloca nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G). Ad adottare impianti con fonti rinnovabili è il 21% degli edifici, con forti disparità tra le Isole, ferme al 10,8%, e il resto del Paese.
I servizi scolastici
Il tempo pieno è attivo nel 38% delle classi, ma solo nel 16,8% nelle Isole. Il servizio mensa è presente nel 73,7% degli edifici, ma scende al 38,8% nelle Isole. Le strutture sportive sono disponibili solo nel 50% delle scuole ma meno della metà è accessibile in orario extrascolastico nel Mezzogiorno.
I fondi per la manutenzione
Il 2024 ha visto una media nazionale di 39.648 euro a edificio dedicati alla manutenzione, in calo rispetto alla media annua degli ultimi cinque anni (43.563 euro). La spesa effettiva si ferma a 29.061 euro: maggiori al Nord con 41.699 euro, mentre il Sud e le Isole faticano a trasformare le risorse disponibili in interventi concreti, rispettivamente con 5.564 euro e 5.234 euro. La manutenzione ordinaria, pur essenziale per la gestione quotidiana degli edifici, resta sottofinanziata e diseguale, con una media di appena 8.338 euro spesi per edificio a livello nazionale.
Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente, chiede “interventi regolari e consistenti”, con meno frammentazione nei fondi stanziati: “Per questo chiediamo, in primis, che venga definito un piano e una strategia nazionale per la manutenzione delle scuole prevedendo risorse certe, procedure semplificate e criteri di riparto equi, capace di affrontare con urgenza i casi più critici e garantire il diritto allo studio in ambienti sicuri, accessibili e salubri. Allo stesso tempo è importante anche replicare le buone pratiche già attive nel Paese, come raccontiamo nel nostro report, e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità”, ha concluso.
La scuola italiana negli ultimi 25 anni
Se si guarda agli ultimi 25 anni di scuola, i dati di Ecosistema Scuola di Legambiente mostrano un andamento irregolare nella manutenzione straordinaria e ordinaria e negli investimenti dedicati. Dal 2018 in poi è cresciuta la quota degli edifici che necessitano di interventi urgenti: il 40% nel 2024. Sui servizi, è lo scuolabus ad avere la peggio: nel 2000, circa il 38% di edifici scolastici usufruiva del servizio scuolabus, nel 2024 si passa a poco più del 20%. Il 2024 segna un record positivo, pari al +20% dal 2000 degli edifici che ha installato fonti pulite: un incremento che necessita maggior velocità perché “se la tendenza attuale dovesse proseguire con lo stesso ritmo, si stima che il 100% degli edifici scolastici potrebbe essere dotato di impianti di energia rinnovabile solo fra oltre 70 anni”.
Il tema amianto
Il tasto dolente delle scuole italiane è la presenza di amianto: se nel 2004 si attestava intorno al 16% per poi raggiungere il minimo storico (4%) tra il 2018 e il 2020, il dato è risalito a circa il 10% nel 2024, risultato di nuove rilevazioni, migliori controlli o di una maggiore trasparenza da parte dei Comuni.
“Dalla fotografia di Ecosistema Scuola relativa agli ultimi 25 anni – spiega Elena Ferrario, presidente di Legambiente Scuola e Formazione di Legambiente – emerge, in sintesi, un sistema che fatica a consolidare i propri risultati. La manutenzione straordinaria c’è, ma non è sufficiente a contenere la crescita delle urgenze e la distanza tra le due curve, tra ciò che si è riusciti a fare e ciò che resta da fare, continua a rappresentare il vero nodo da affrontare. Serve una risposta più stabile, una programmazione di lungo periodo e un impegno costante anche per la manutenzione ordinaria, che dovrebbe essere il pilastro della prevenzione e della sicurezza, così come è importante garantire i servizi scolastici, l’istallazione delle rinnovabili e il funzionamento dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica come luogo di co-programmazione”.
Le proposte di Legambiente al Governo
A fronte di questa doppia fotografia, Legambiente lancia oggi otto proposte al Governo:
1. Potenziare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica con dati sempre aggiornati sullo stato degli interventi e sui relativi finanziamenti;
2. Realizzare un piano strutturale e coordinato per la riqualificazione del patrimonio scolastico pubblico.
3. Definire e finanziare nuovi Livelli Essenziali di Prestazione che garantiscano, in tutte le scuole, servizi fondamentali e standard qualitativi (trasporti, mense, palestre accessibili, spazi verdi, digitalizzazione, sostenibilità);
4. Valorizzare le scuole come presìdi civici e comunitari attraverso la rigenerazione degli spazi, l’apertura extrascolastica e l’integrazione tra fondi per l’edilizia e politiche di coesione.
5. Garantire, come priorità nazionale, il completamento delle indagini diagnostiche e la messa in sicurezza dei solai in tutte le scuole, insieme all’adeguamento sismico e alle verifiche di vulnerabilità strutturale, da realizzare con urgenza soprattutto negli edifici situati nelle aree a rischio sismico 1 e 2.
6. Realizzare con urgenza un programma nazionale di riqualificazione energetica e comfort climatico per le scuole;
7. Affrontare il tema del dimensionamento scolastico, reso urgente dalla riduzione della popolazione studentesca, attraverso una programmazione condivisa tra Ministero, Regioni e territori.
8. Sostenere piani di mobilità scolastica partecipata e co-progettata.