Papà 2.0, come sta cambiando la paternità in Italia e Europa
- 26/01/2024
- Famiglia
Una rivolta dei papà è in corso. Si tratta di una di quelle “proteste” pacifiche e moderate che alcuni padri in Italia e in Europa stanno mettendo in atto. Non amano essere definiti “Mammo” e hanno occupato dei forum tanto quanto le donne. Al centro del loro dibattito c’è la ridefinizione del proprio ruolo. In quanto papà pretendono che gli venga riconosciuto lo stesso “potere” che hanno le mamme nell’immaginario collettivo: ruolo di cura del nido familiare e di attenzione nei confronti dei propri piccoli.
“La partecipazione dei padri nei primi mille giorni di vita del figlio” è il report realizzato da 4e-parent, progetto europeo che coinvolge i papà italiani e degli Stati membri in un contesto molto delicato: i primi tre anni di vita del neonato. Una discriminazione, presumibilmente involontaria, ma figlia di cultura e tradizione politica e sociale, pone i papà in una condizione secondaria. Sono altrettanto genitori, ma si sentono di Serie B e a dimostrarlo sono le nuove geografie della genitorialità.
Nuove geografie della genitorialità
In un saggio della ricercatrice Iulm Valeria Pecorelli, si parla proprio dei nuovi spazi digitali occupati dalle domande dei papà, in cerca di soluzioni. Nell’ultimo decennio, infatti, in papà si sono affidati a siti web e a forum, alla ricerca di risposte: “Informazioni sul mondo genitoriale che non sempre ricevono risposte soddisfacenti da parte di pediatri, scuole e esperti dell’infanzia – ha scritto la ricercatrice Iulm -. Allo stesso tempo, i genitori hanno contribuito a plasmare la “genitorialità digitale”, un recente fenomeno della società occidentale, costituito da una serie di spazi digitali in cui raccontare esperienze, dilemmi genitoriali contemporanei in cui si possono trovare o dare suggerimenti sulla questione dell’educazione dei figli e sul superamento o sostegno di stereotipi e miti sull’essere un genitore”.
Il fenomeno delle mamme blogger, ad esempio, è uno di quei fenomeni consolidati. Gruppi sui social network diventano motivo di conforto, supporto, motivazione e aiuto concreto tra le mamme che, unite dal loro ruolo riconosciuto di donne a sostegno dei propri figli, non si domandano perché i papà, invece, vengano in qualche modo surclassati.
Dall’altro lato, invece, questa domanda i papà se la sono posta e, nella società che oggi cambia e riconosce ruoli genitoriali differenti a quelli storici e tradizionalistici, una nuova forma di genitorialità si è fatta avanti, occupando concretamente lo scenario familiare odierno, on e off line.
“Tuttavia, anche i papà digitali stanno diventando sempre più trendy, dove discorsi e rappresentazioni sulla paternità contemporanea vengono celebrati e riprodotti nell’era dei nuovi media”, ha concluso la ricercatrice.
Ma chi sono questi papà 2.0? Scopriamolo insieme.
Papà 2.0
I “Papà 2.0” sono i nuovi papà. Sono quegli uomini che hanno accettato di poter vivere le proprie sensibilità senza alimentare stereotipi e figurazioni di mascolinità tossica. Non vivono più l’ansia sociale di doversi dimostrare forti a tutti i costi e, banalmente, hanno gli stessi dubbi e paure che assillano le mamme, dinanzi a piccole creature, i loro figli, la cui vita dipende totalmente (anche) da loro.
4e-parent è il progetto europeo che ha iniziato un ascolto attivo delle piattaforme, attraverso attività di social media listening. I ricercatori hanno raccolto le evidenze delle narrazioni dei padri e dei contenuti presenti in rete. Un primo report è stato presentato a dicembre, a cura di Mara Marzella di Deep Blue.
“Questo primo report è redatto con lo scopo di raccontare il disegno di ricerca e la sua metodologia e di descrivere i primi dati raccolti, avanzando alcune preliminari considerazioni. 4e-parent è un progetto europeo che intende promuovere l’impegno dei padri nella cura e una mascolinità accudente come mezzi per prevenire la violenza di genere e come percorso per accrescere il benessere di tutte le componenti della famiglia”, ha scritto Mara Marzella. Da una prima analisi su piattaforme quali X (Twitter) e TikTok è emerso che ci sono diversi contenuti che associano il tema della paternità a stereotipi di genere, ma che nuove forme di attivismo sono in atto e che a rendersi partecipi di ciò, sono gli stessi protagonisti.
Un caso lampante e tutto italiano è il successo di alcuni video di un papà, Valerio Albanese, sui social “Papathumper”, che si batte per la parità di genere e che ironizza su quanto sia facile cadere in dei cliché. ‘#Semplicementeunpapà’ è il modo in cui si descrive nella sua biografia di Instagram e un video del suo account TikTok ha attirato molto l’attenzione proprio per le domande che non ha mai ricevuto dopo essere diventato genitore, ma che è certo abbiano ricevuto numerose donne. Come, ad esempio: ‘Ma già in ufficio? E chi ti guarda il bambino?’; ‘Ti conviene passare al Part-time (con riduzione di salario)!’ oppure ‘E quando starà male come farai?’.
@papathumper FRASI CHE NESSUNO MI HA MAI DETTO A LAVORO🫢 Purtroppo scommetto che, al contrario, a voi Mamme lavoratrici almeno una di queste frasi è stata detta 😓 Le Mamme che lavorano NON DEVONO SENTIRSI IN COLPA O SBAGLIATE ! ❤️ Quale è la frase che vi ha fatto più arrabbiare ? 👉🏻Segui @papathumper su Instagram per farti due risate e vedere anche il punto di vista di un Papà 💙 #Papà #nonsonounmammo #mamma #vitadapapà #genitorialavoro #mammealavoro #genitoriefigli #genitorialità #mammaepapà #papàemamma #paritàdigenere #gendergap #viral #famiglia #neiperte #papablogger #semplicementeunpapà ♬ WHY ARE PPL USING THIS SOUND – John Phillips
Nuovi spazi oltre i social
Altro esempio lampante è la nascita di una newsletter dedicata ai papà: ‘Padri in formazione’. “Abbiamo deciso di creare Padri in formazione per riflettere insieme sulla paternità con un taglio nuovo, per comprendere il passaggio da uomo a padre. Lo faremo segnalando film, libri, approfondimenti dedicati al mondo dei papà, con consigli che abbiamo sperimentato direttamente e che avremmo tanto voluto ricevere anche noi. Ti racconteremo anche di tanti ‘papà speciali’ che meritano di essere conosciuti”, scrivono i creatori Marco Bisanti, Alessandro Buttitta, Marco Marnicola, Antonino Pintacuda.
Le ricerche sui nuovi spazi digitali occupati dai papà 2.0, spiegano i ricercatori di 4e-parent, proseguirà con un’analisi quantitativa e qualitativa riferita all’anno 2023 e una visione strutturata per il 2024.
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