Natale, il “dovere” di avere figli e il single shaming
- 22/12/2023
- Famiglia
Il Natale è alle porte e anche tu sei tra quelli che non ha una dolce metà? Preparati ad essere vittima di single shaming durante le feste. Perché il “dovere” di avere figli, spesso, è una componente sociale che proprio alla fine dell’anno pesa in modo considerevole sul bilancio che fanno le persone delle vite altrui (e quasi mai della propria). Lo stereotipo secondo il quale una famiglia renda completi è alle porte. Ma è davvero così?
Un’indagine Eurispes ha stimato su un campione di 1.048 donne che circa una su cinque non ha mai ricevuto la domanda “Quando pensi di fare un figlio”, come se si trattasse di un fatto certo. La rimanente parte, però, pare essere stata vittima di questo tipo di comportamento e spesso, tra i parenti anziani o amici già genitori, la questione diventa un dibattito lungo ore. Lo stesso vale per gli uomini ai quali però il titolo di “scapolo” dona – anche linguisticamente -meglio, rispetto al marchio di “zitella” stampato in volto.
Come se non bastasse, la fatidica domanda assume contorni più sfumati e riguarda spesso l’avere o meno relazioni, soprattutto quando l’età si abbassa.
L’indagine
Sul desiderio di avere figli, la maggior parte del campione dell’indagine ha risposto di averne già (54,3%), il 26% ha affermato che vorrebbe averne o averne avuti, mentre il 19,7% non ha questo desiderio o non lo aveva. Dunque, sebbene la voglia di maternità coinvolga circa l’80% delle donne italiane, non è trascurabile che una su quattro non condivida questo desiderio. Il non desiderare figli è legato nel 27,8% dei casi alla mancanza di istinto materno, nel 19,9% al non voler limitare la propria libertà e nel 14,2% risiede nella scelta di dedicarsi al lavoro e il 7% riconduce la scelta a ragioni di tipo economico.
Il single shaming
Quando si parla di single shaming si fa riferimento a una lieve e fastidiosissima forma di offesa nei confronti dei single e che all’avvicinarsi delle feste natalizie sembra essere ancora più preponderante: “E la fidanzatina?” oppure “Quando è che metti su famiglia?”, sono solo alcune delle domande più diffuse tra gli auguri e i saluti nelle feste.
Prima di scaraventare il tavolo imbandito di pietanze contro tutti i parenti, buttando all’aria ore e ore di cucina di chi amorevolmente ha preparato il pranzo di Natale, ci sono alcuni modi semplici con cui si possono sviare le domande scomode.
La dottoressa Valeria Locati, psicoterapeuta ed esperta di relazioni ha condiviso a Vanity Fair alcuni dei migliori consigli su come divincolarsi dal single shaming. Evitare di essere disponibili nel dialogo è una forma educata di non risposta. Basterà, infatti, fingere mutismo, dire col sorriso che non si ha voglia di parlarne e sviare l’argomento con garbo e moderazione.
In alternativa, si propone di invitare a bere del buon vino per riempire la bocca del proprio interlocutore e sperare che si dimentichi velocemente della mancanza di una metà nella tua vita. Ma se si è più spregiudicati, invece, si potrebbe invertire il trend di domande e porne altrettante a raffica, del tipo: “E tu da quanto sei sposato?”, “Com’è avere dei figli?”. Alle risposte – quasi sicuramente lamentele conoscendo lo stereotipo italiano di risposta– basterà dire: “Ecco spiegato perché sono single”. Se avete parenti innamorati e felici, non temete, il buon vecchio vittimismo giocherà a vostro favore, con una frase in stile: “Se sono single è per scelta degli altri”, e la vittoria è assicurata.
Cercasi fidanzato
C’è chi, poi, con un po’ di coraggio, sarebbe disposto ad improvvisarsi il fidanzato o la fidanzata ideale, solo per il tempo delle feste di Natale, in cambio di un regalo e di due risate.
Il fenomeno che è spopolato sui social, nelle ultime settimane, ha preso il sopravvento su moltissimi giovani che, in modo scherzoso, chiedono ai propri follower se ci fosse qualcuno disposto a occupare il posto vicino al proprio al tavolo del pranzo del 25 dicembre e chi, invece, realizza un docu-social su quelli che sono gli appuntamenti al buio con sconosciuti in cerca di un compagno ideale con cui improvvisare una messa in scena degna di un Nobel. Perché, in fin dei conti, a chi importa davvero che tu sia fidanzato o meno?
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