Libri scolastici sempre più cari, famiglie in affanno: il diritto allo studio resta a rischio
- 8 Luglio 2025
- Famiglia
Ogni estate, con l’arrivo delle vacanze, per molte famiglie italiane inizia un altro conto alla rovescia: quello per l’acquisto dei libri scolastici. E anche quest’anno, la notizia è arrivata puntuale: nel 2025 i prezzi dei testi aumenteranno in media dell’1,7% per la scuola secondaria di primo grado e dell’1,8% per quella di secondo grado. Un rincaro che, sebbene in linea con l’inflazione, riaccende il dibattito su un tema che tocca da vicino il diritto allo studio e il portafoglio di milioni di genitori.
L’Associazione Italiana Editori (Aie), che ha diffuso i dati, sottolinea come gli aumenti siano contenuti e inferiori rispetto all’inflazione cumulata degli ultimi anni: nel periodo da maggio 2021 a maggio 2024 è stata pari al 14,7% mentre i prezzi dei libri di testo dal 2021 al 2024 sono cresciuti del 7,5% per la scuola secondaria di primo grado e dell’8,2% per la scuola secondaria di secondo grado, ovvero la metà dell’inflazione.
Ma per sindacati, presidi e associazioni del settore, il problema non è solo quanto si spende, ma chi può permetterselo. E soprattutto: cosa si sta facendo per garantire che l’istruzione resti davvero accessibile a tutti?
Caro libri, Aie: “Necessari interventi”
“Nell’ultimo cinquennio – ha spiegato Giorgio Riva, presidente del gruppo educativo di Aie – gli editori hanno limitato gli aumenti dei prezzi contribuendo così a non aggravare il peso economico sulle famiglie, nonostante i costi che affrontano siano aumentati. L’incremento dei prezzi dei libri di testo infatti è ben lungi dall’aver recuperato l’incremento inflattivo. È necessario un intervento pubblico lungo due direttive: la detrazione delle spese per l’acquisto a favore di tutte le famiglie, come già c’è per le spese per la salute, lo sport e gli animali da compagnia e una maggiore razionalizzazione ed efficienza del processo di distribuzione degli aiuti alle famiglie in povertà assoluta, fondi che devono arrivare ai beneficiari e farlo in tempi brevi. Sono interventi necessari per garantire un effettivo diritto allo studio a tutte e a tutti”.
Mim: “Più fondi per le famiglie in difficoltà”
In risposta al caro libri, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ha incrementato il fondo per l’acquisto dei libri di testo destinato alle famiglie meno abbienti. In base alla legge di bilancio del 2023, il Mim stanziava, per l’anno 2024, 133 milioni di euro, a cui vanno aggiunti ulteriori 4 milioni di euro che il Mim ha destinato a tale finalità, a seguito dell’approvazione del decreto-legge 160 del 2024. Il fondo è stato incrementato anche per il 2025 di 4 milioni di euro e, per il 2026 e 2027, di 6 milioni di euro.
In termini percentuali si tratta di un aumento percentuale per il 2024 e il 2025 del 3% e per ciascuno degli anni 2026 e 2027 del 4,5%. “Risorse che compensano abbondantemente l’aumento dei prezzi deciso dagli editori”, scrive in una nota il Mim.
Sindacati e associazioni chiedono misure urgenti
Nonostante gli aumenti dei prezzi dei manuali siano stati contenuti rispetto all’inflazione, il costo complessivo del corredo scolastico resta un ostacolo concreto al diritto allo studio. Dai sindacati della scuola alle associazioni dei genitori, passando per i dirigenti scolastici, si alza un coro unanime: servono interventi strutturali, tempestivi e mirati per garantire equità e accesso universale all’istruzione. Tra le proposte: sgravi fiscali, gratuità dei libri di testo, tetti di spesa per le case editrici e soluzioni digitali più accessibili. Ecco cosa chiedono le principali voci del settore.
Barbacci (Cisl): “Servono sgravi fiscali e sostegno a famiglie in difficoltà”
Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, chiede “sgravi fiscali e sostegno alle famiglie meno abbienti”, Barbacci ha affermato all’Adnkronos che “i servizi afferenti all’istruzione sono welfare e come tale andrebbero trattati con il principio della ‘gratuità‘ e ‘progressività’ in base al reddito”.
Fracassi (Flc Cgil): “Occorrono risposte concrete”
“In un paese come il nostro dove è aumentata nel corso degli anni povertà assoluta e relativa e in generale le famiglie sono in difficoltà l’accesso all’istruzione pubblica statale non è pienamente garantito”. Così all’Adnkronos Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, commentando i dati dell’Associazione italiana editori. “Occorrono risposte concrete per fronteggiare l’aumento dei libri di testo – aggiunge Fracassi – ma in generale tutte le spese funzionali all’avvio dell’anno scolastico. La leva fiscale rischia di non essere efficace per una larga fetta di famiglie ed è necessario invece prevedere la completa gratuità almeno dei libri di testo”.
Costarelli (Presidi Lazio): “Serve trovare un equilibrio”
Parla di trovare un equilibrio, invece, Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio e dirigente scolastica dell’Itis ‘G. Galilei’ di Roma: “A sostegno delle famiglie meno abbienti ci sono alcune iniziative, come i buoni delle regioni e dei comuni, ci sono scuole che riescono ad andare incontro con il comodato d’uso e c’è la possibilità di alcuni libri usati – ha dichiarato Costarelli – e a tal proposito si chiede alle case editrici di venire incontro nel non operare rinnovi di edizioni se non strettamente necessari, quindi di non cambiare le edizioni per inserire una frase che magari si potrebbe avere con un aggiornamento online. È poi da tenere presente che la scelta del libro solo digitale è ancora troppo complessa – ha aggiunto Costarelli – perché comunque il supporto cartaceo per molti studenti è necessario, quindi è una scelta che non si può intraprendere”.
Per Costarelli, è necessario trovare una mediazione: “Le scuole dal canto loro cercano di mantenere la continuità dei libri il più possibile, per permettere l’acquisto dei libri usati, oppure si cerca di venire incontro mettendo come consigliati quei libri di approfondimento che non sempre è necessario comprare e che magari si possono trovare anche attraverso delle biblioteche online. Noi per esempio come ‘Galilei’, – ha proseguito la dirigente – abbiamo aderito e lo paghiamo noi come scuola, all’abbonamento ad una grossa piattaforma con l’accesso a delle risorse open source per i nostri studenti di libri di narrativa, e anche Promessi Sposi, Divina Commedia quindi libri classici che sono disponibili per tutti. Credo che ci voglia da parte di tutti disponibilità a scelte che possano mediare tra le contrastanti esigenze – e conclude -. Ci vuole un po’ di buona volontà”.
D’Aprile (Uil): “Servono interventi economici, gestiti nei tempi”
“Un tema importante che ha diretta incidenza sulle famiglie, che si trovano ad affrontare costi crescenti per l’istruzione dei loro figli. Le scuole programmano un anno per l’altro. A giugno si decide il piano di adozione dei libri di testo (le dotazioni) per l’anno successivo. La politica dovrebbe avere un orizzonte ancora più ampio e programmare misure e interventi economici di supporto con un raggio temporale di almeno un ciclo scolastico. Triennale o quinquennale”. Così all’Adnkronos Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola Rua. “Per far questo è indispensabile un’analisi dei bisogni e la personalizzazione degli interventi. Fondamentale è la progettazione e la risposta adatta ai diversi segmenti di scuola e alle esigenze familiari. Un’azione strutturata, gestita nei tempi – ha concluso D’Aprile -, in grado di offrire le misure di sostegno alle famiglie per garantire a tutti gli alunni le stesse opportunità formative. Passare dall’uguaglianza formale a quella sostanziale”.
Castellana (Gilda): “Andrebbe stabilito un tetto per legge”
“Come ogni anno fa notizia la questione dell’aumento del costo dei libri di testo cosa che rende complicatissimo per le scuole restare nei limiti di spesa e ogni volta si devono affannare per aggirare l’ostacolo con libri consigliati, oppure con la rotazione di materie che rinunciano al libro di testo”. Così all’Adnkronos Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. “La verità è che forse andrebbe stabilito un tetto sui costi dei libri di testo a livello legislativo, – continua Castellana – ma non imposto alle scuole ma imposto alle case editrici. E soprattutto andrebbe imposto alle case editrici di evitare i continui aggiornamenti delle edizioni, che spesso semplicemente hanno un rincaro non giustificabile perché poi sostanzialmente il 99% del testo rimane uguale a quello precedente o cambia pochissimo”.
“Il costo dei libri di testo pesa soprattutto sulle famiglie, in particolare il ceto medio, perché alcune regioni spesso hanno dei bonus per le famiglie meno abbienti, – spiega Castellana – ma sul ceto medio supera i tetti di spesa e grava tantissimo. Probabilmente bisognerebbe iniziare a pensare di fornire gratuitamente i libri di testo nelle scuole, perché tutto questo non fa che limitare il diritto allo studio”.
Affinita (Moige): “Serve detrazione integrale”
“I testi rappresentano lo strumento fondamentale per garantire il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Nel 2025 i prezzi dei manuali cresceranno solo dell’1,7% per la secondaria di primo grado e dell’1,8% per la secondaria di secondo grado, in linea con l’inflazione. Nonostante ciò, molte famiglie faticano a sostenere costi che arrivano a centinaia di euro per figlio”. Così all’Adnkronos Antonio Affinita, direttore generale Moige – Movimento italiano genitori in merito all’aumento medio dei prezzi dei libri di testo nel 2025 dell’1,7% per la scuola secondaria di primo grado e dell’1,8% per la scuola secondaria di secondo grado annunciato oggi dall’’Associazione italiana editori (Aie)’.
Gli editori hanno già contenuto gli aumenti: tra il 2021 e il 2024 i listini sono saliti del 7,5% e dell’8,2%, la metà dell’inflazione cumulata del 14,7%. “Questo impegno, pur apprezzabile, – sottolinea Affinita – non basta a tutelare i nuclei a reddito medio e basso. Per salute, sport e animali domestici lo Stato riconosce la detraibilità fiscale; i libri scolastici non possono restare esclusi. Estendere la detrazione al 100% a tutte le famiglie equivarrebbe a investire sul capitale umano del Paese. Significherebbe, inoltre, favorire la libera scelta dei testi e la qualità didattica senza pesare sui bilanci familiari”.
“Chiediamo al Parlamento di inserire tale misura nella prossima legge di bilancio come priorità nazionale. Parallelamente, va semplificato il sistema dei contributi per gli studenti in povertà assoluta, riducendo i tempi di erogazione. Ogni ritardo nell’accesso ai libri si traduce in diseguaglianza educativa e dispersione scolastica. Il ritorno economico di una popolazione più istruita supera di gran lunga il costo fiscale della detrazione”, conclude Affinita.
L’aumento dei prezzi dei libri di testo nel 2025 appare contenuto, ma il dibattito resta acceso. Tra richieste di sgravi fiscali, gratuità dei testi e maggiore efficienza nei fondi pubblici, il tema del diritto allo studio continua a intrecciarsi con quello del caro vita.