I conti in tasca alle famiglie: figlio mio, quanto mi costi
- 02/11/2023
- Famiglia
La questione dell’inverno demografico e della diminuzione della natalità rappresenta una preoccupazione crescente in molti paesi, compresa l’Italia. Il calo delle nascite e la riduzione della popolazione hanno implicazioni significative sia dal punto di vista economico che sociale. Il Forum delle Associazioni Familiari ha sollevato temi cruciali riguardanti i costi legati all’accudimento dei figli e ha posto l’accento sull’importanza di politiche a sostegno della famiglia per contrastare questa tendenza.
I dati evidenziano che crescere un figlio comporta notevoli costi, che vanno ben oltre il semplice mantenimento quotidiano. Questi costi includono spese per l’istruzione, l’assistenza, le attività ricreative e molto altro; costi che si sommano nel tempo, portando a cifre considerevoli, che possono scoraggiare molte persone dal prendere la decisione di avere figli o di averne più di uno.
Quanto costa mantenere e crescere un figlio
I costi associati alla cura e all’educazione dei figli rappresentano un elemento significativo nelle spese familiari. I dati forniti dall’Istat, rielaborati dall’Università di Verona, evidenziano l’entità degli oneri finanziari che le famiglie devono affrontare per crescere i propri figli. Queste cifre riflettono la complessità economica e logistica coinvolta nell’allevare e accudire i figli, e sottolineano l’importanza di politiche di sostegno della famiglia e della natalità.
Le cifre indicano che il costo medio mensile di mantenimento di un figlio di età compresa tra 0 e 5 anni è di circa 530 euro, che rappresenta circa la metà del costo di vita di un adulto. Per un figlio di età compresa tra 6 e 18 anni, il costo scende a circa 390 euro al mese, pari al 40% del costo di vita di un adulto. Tuttavia, queste cifre non tengono conto delle spese non strettamente necessarie e del lavoro non pagato impiegato nella cura dei figli e della casa.
Il costo di accrescimento, che include spese per istruzione, attività ricreative, vacanze e altre attività non essenziali, è stimato in una media di 1.100 euro al mese, che aumenta a 1.600 euro al mese quando si considera anche il lavoro non pagato dedicato alla cura dei figli e delle attività domestiche. Se si considera l’accumulo di questi costi nel corso degli anni fino al raggiungimento della maggiore età, si arriva a stime notevolmente elevate, che possono superare i 300.000 euro, soprattutto se si tiene conto del valore del tempo impiegato per la cura dei figli e della casa.
IVA sui pannolini dal 5 al 10%
Il passaggio dell’IVA dal 5% al 10% su pannolini e alimenti per bambini, come previsto nella manovra economica del governo, potrebbe avere un impatto significativo sulle famiglie italiane. Secondo le stime di Adoc ed Eures, ciò comporterebbe un aumento dei costi per le famiglie con figli nel primo anno di vita, con un aumento di circa 100 euro all’anno per ogni figlio.
L’associazione dei consumatori sottolinea che gli alimenti per la prima infanzia hanno subito incrementi significativi negli ultimi mesi, con aumenti a doppia cifra, mentre l’indice generale dei prezzi è aumentato in misura inferiore. Questo rende il passaggio dell’IVA una misura che potrebbe contribuire a far lievitare i costi dei prodotti per la prima infanzia in modo ancora più significativo.
Politiche a sostegno della natalità
Esperti e rappresentanti politici, intervenuti al convegno del Forum delle Associazioni Familiari, hanno evidenziato un’attenzione crescente nei confronti della questione della denatalità e dell’inverno demografico in Italia. Tra questi, il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che sottolinea l’impegno del governo italiano nel ridare valore sociale alla maternità, indicando che si riconosce l’importanza di sostenere le famiglie e creare un ambiente favorevole alla crescita della popolazione.
Tra le misure che mirano a migliorare la situazione economica delle famiglie, promuovere la natalità e garantire pari opportunità per le donne in ambito lavorativo e familiare focus su:
- Aumento dell’Assegno Unico per famiglie numerose: Questa misura mira a fornire un maggiore sostegno finanziario alle famiglie con più figli. Nonostante le potenziali preoccupazioni dell’Unione Europea, il governo italiano ha scelto di aumentare l’Assegno Unico per promuovere la natalità e aiutare le famiglie con carichi finanziari più pesanti dovuti al numero di figli.
- Decontribuzione per le donne dal secondo figlio: La decontribuzione implica la riduzione o l’esenzione dai contributi sociali per le donne che hanno il secondo figlio. Questa politica può incentivare le donne a pianificare famiglie più numerose, contribuendo alla crescita demografica.
- Asilo nido gratuito per le famiglie dopo il primo figlio: Fornire asili nido gratuiti per le famiglie dopo il primo figlio può facilitare la conciliazione tra lavoro e vita familiare, riducendo il carico finanziario associato all’assistenza all’infanzia. Questo incentivo può rendere più attraente per i genitori l’idea di avere più figli.
Implementando le politiche a sostegno della natalità, si mira a rendere più accessibile e sostenibile per le famiglie italiane l’esperienza di crescere figli, contribuendo così a contrastare il declino demografico e a promuovere una società più prospera e inclusiva.
Incentivare la natalità non riguarda solo la dimensione economica, ma anche la qualità della vita delle famiglie e il sostegno alla crescita di una popolazione sana e attiva. Pertanto, il coinvolgimento di istituzioni, organizzazioni della società civile e comunità è fondamentale per affrontare questi problemi in modo efficace.
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