La Giornata internazionale della famiglia compie trent’anni: cos’è cambiato
- 15/05/2024
- Famiglia
Oggi 15 maggio è la Giornata internazionale della Famiglia. Le istituzioni di tutti i Paesi pongono l’accento sul nucleo familiare, sulla crescita psicofisica di chi ne fa parte e per l’occasione, anche all’emergenza climatica. Il tema di quest’anno, infatti, è proprio incentrato sul ruolo che le famiglie possono avere nei confronti della salvaguardia del Pianeta. Abitudini, consumi, comportamenti vari influenzano in modo diversificato l’emergenza climatica e hanno impatti più o meno incisivi sull’ambiente.
Quali famiglie
Questa giornata è stata istituita nel 1993 e si celebra ogni 15 maggio per diffondere la “consapevolezza a livello globale in merito ai processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo. I portavoce dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno sottolineato l’importanza di un nucleo familiare e di come stia cambiando in ogni Paese. Molte diventano più piccole a causa dei cambiamenti demografici e del calo delle nascite; altre contribuiscono ad accrescere il numero di famiglie monoparentali.
Secondo i più recenti dati Istat e previsioni future di demografi, nel 2040 le famiglie italiane saranno composte da sempre meno persone. “La diminuzione del numero di famiglie allargate e il crescente numero di famiglie monoparentali mettono in risalto il tema della protezione sociale”, riporta l’Onu. Oggi, quasi una donna su dieci non può scegliere, sia in termini di libertà di scelta sul tipo di relazione sessuale e amorosa sia sull’uso di contraccettivi. Così come, lo stesso vale per i servizi di salute riproduttiva, per la procreazione medicalmente assistita o eventuale aborto.
Mentre diminuiscono le famiglie allargate e aumentano le monoparentali, in aumento sono anche le famiglie senza tetto: “In alcuni Paesi europei, questo tipo di famiglia ha superato il 20% della popolazione totale dei senzatetto”, annunciano nella nota.
“Molti paesi – spiega l’Onu -, nelle proprie leggi fondamentali, mettono al centro della società la famiglia dedicandole alcuni articoli molto importanti e densi di grandi obiettivi morali e sostanziali ma tuttavia in un gran numero di essi le famiglie si trovano spesso abbandonate a se stesse in pessime condizioni economiche, culturali, sanitarie, lavorative e sotto molti altri aspetti. Ad esempio, l’art. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce che uomini e donne, in età adatta, hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento – e continua -. Sfortunatamente tutt’oggi molti sono i paesi nei quali sono forti le discriminazioni razziali e religiose per cui questi principi diventano fonte di scontri interiori per chi si trova in queste situazioni, e proprio la situazione pandemica che stiamo vivendo rimarca pesantemente queste diversità”.
Famiglia e sfide per il futuro
Il ruolo della famiglia si è dimostrato nel corso dei secoli di primaria importanza per la crescita e lo sviluppo delle future generazioni. Generazioni che, al momento, in molto Paesi, non consentono un ricambio effettivo con le precedenti. Solo in Italia si stima che nei prossimi decenni si potrebbe raggiungere un rapporto 1:3 tra minori e over 65. Così come sul cambiamento climatico, la responsabilità del singolo individuo si sviluppa nei contesti familiari, in primis e poi in quelli “pubblici” come al lavoro o nelle relazioni interpersonali.
E mentre l’uomo ha inciso notevolmente sugli impatti ambientali, come un boomerang questi impatti avranno delle ricadute proprio sui nuclei familiari. La popolazione a rischio di povertà nell’Unione Europea, ad esempio, sembra destinata ad aumentare per le spese sanitarie, alimentari ed energetiche delle famiglie. In uno studio dell’European Economic and Social Commitee emerge che il loro reddito si ridurrà entro il 2050 a causa del cambiamento climatico. Inoltre, le famiglie più povere che vivono nelle regioni meridionali dell’UE subiranno gli impatti maggiori, dato confermato negli scorsi giorni da un report del Lancet.
E per quanto riguarda il digitale, invece, il panorama non cambia. L’Ue è stata l’unica realtà internazionale a legiferare e normale l’Intelligenza artificiale, ma la mancanza di un’educazione digitale sulle fasce di popolazione più svantaggiate (anziani e periferie), costringe Paesi come l’Italia a viaggiare a due velocità diverse: una per restare al passo con gli altri Paesi Ue e l’altra per contribuire allo sviluppo individuale di quelle famiglie meno “fortunate”. È l’87,2% delle famiglie italiane a possedere almeno un device connesso oltre alla TV (tradizionale o Smart); tra queste ci sono 4 milioni e 700.000 famiglie che si sono definitivamente accomodate nella digital life in quanto hanno in casa un kit completo fatto da almeno una Smart TV, uno smartphone, un tablet e un computer. A riportarlo è il Censis che però ha sottolineato che “restano esclusi dalla modernità 3.000 nuclei che non hanno nessun device e, soprattutto, quasi 2 milioni di famiglie che possiedono solo la TV tradizionale e non hanno neppure lo smartphone. Sono le stesse famiglie, composte per lo più da anziani soli, che non sono collegate al web. Il Pnrr ha destinato 6,7 miliardi di euro per connettere tutta l’Italia entro il 2026 con reti ad altissima velocità, fisse e mobili, e sostenere, attraverso l’introduzione di misure di sostegno economico, la domanda di connettività delle fasce deboli di popolazione. Pertanto, i prossimi cinque anni sono decisivi per combattere il rischio di lasciare milioni di italiani nella marginalità e nell’esclusione dalla modernità”.
Nuove famiglie, rispetto a quelle di trent’anni fa, occupano, inoltre, lo scenario moderno. Secondo un’altra ricerca pubblicata da Silver Rainbow nel 2019 e realizzata con fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dichiara di avere almeno un figlio il 7% delle persone Lgbtq+. In maggioranza si tratta di donne bisessuali (20,3%) e uomini bisessuali (19,4%), seguiti dalle persone trans, intersex o di altro tipo con figli (15,2%), dalle donne lesbiche (9,5%) e dagli uomini gay (3,7% ).
Questi dati dimostrano quanto il concetto di famiglia sia cambiato negli ultimi trent’anni e di come resta al centro degli interessi e dei dibattiti politici, in cerca di continua riaffermazione.
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