Primo giorno di scuola e foto dei figli online? È allarme pedopornografia
- 16 Settembre 2025
- Famiglia
Sempre più spesso esponiamo nostre foto e quelle dei nostri figli online. Condividere quelle del primo giorno di scuola, ad esempio, può sembrare un gesto normale, ma un rischio per bambini e adolescenti si cela silenzioso. A lanciare l’allarme è Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro secondo il quale “non è difficile da credere che quegli stessi scatti faranno il giro del mondo, e che potranno essere a disposizione di miliardi di persone e, inesorabilmente, anche di mostri”. “Mostri – ha aggiunto Caffo – pronti a utilizzare quelle immagini per generare, attraverso l’intelligenza artificiale, materiale pedopornografico da distribuire sui mercati internazionali, trasformandoli, a loro insaputa in pedoporno-attori“.
Pedopornografia online
I dati sulla pedopornografia nel nostro Paese non lasciano ben sperare. Solo nel primo semestre del 2024, le vittime del reato di pornografia minorile in Italia sono quasi raddoppiate. Secondo i dati divulgati da Save The Children in occasione della Giornata internazionale contro la pedopornografia, le vittime sono state 137 da gennaio a giugno 2024, quasi il doppio rispetto alle 75 dello stesso periodo del 2023. Di queste, il 66% ha meno di 14 anni. In ambito digitale, la Polizia postale ha trattato 2.809 casi tra pedopornografia e adescamento online, con un incremento del 6% rispetto al 2023. Le persone arrestate sono state 144 mentre quelle denunciate 1.028. Il 56% degli adescamenti online ha coinvolto minori tra i 10 e i 13 anni, mentre il 7% dei casi ha riguardato bambine e bambini sotto i 10 anni.
A questi si aggiungono i casi di “revenge porn” (casi di diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti), che sono stati 42, in netto aumento rispetto ai 29 del 2023, di cui circa 3 vittime su 4 (il 74%) ha tra i 14 e 17 anni, mentre il restante 26% ha tra i 10 e 13 anni. I casi di sextortion con vittime minorenni sono stati invece 127, in leggero calo rispetto ai 136 del 2023 e nella gran parte dei casi (87%) le vittime hanno tra 14 e 17 anni.
Sulla base di questi dati, risuona più che mai urgente assecondare l’appello di Caffo: “Spesso poi non si pensa che quelle stesse foto, o quegli stessi video, possono consentire a quei mostri di presentarsi direttamente a scuola dai ragazzi, o di intercettarli online per adescarli. Molti genitori sottovalutano il lato peggiore della società digitale in cui viviamo, e quindi, prima di esporre i propri figli ai rischi della rete è bene riflettere un istante in più su quelle che possono essere le conseguenze. Come Telefono Azzurro continueremo a fare cultura su tutto quello che riguarda la protezione dei dati personali nel digitale per dotare dei giusti strumenti critici sia i genitori sia gli stessi ragazzi”, ha concluso il presidente di Telefono Azzurro.
Cosa dice la legge sulla responsabilità genitoriale
I genitori sono i custodi giuridici delle immagini dei propri figli. A chiarirlo è stata una recente sentenza del Tribunale civile di Milano, secondo la quale, i genitori – quando pubblicano le foto dei propri figli minori online – assumono la piena responsabilità legale di tale scelta, anche in assenza di dolo.
L’autorità giudiziaria ha ribadito come chi esercita la responsabilità genitoriale abbia il compito di proteggere la “riservatezza” e la “dignità dell’immagine dei figli”, anche nel contesto digitale. Per il tribunale, in caso di pubblicazione non autorizzata o negligente, il genitore potrebbe incorrere in responsabilità penali, quali il trattamento illecito dei dati personali, ad esempio.
Ciò che va tutelato è il diritto all’immagine. Il Codice civile, con l’articolo 10 (abuso delle immagini altrui) e l’art. 2043 (riguardante danni dolosi o colposi), insieme al Codice penale, con i reati di diffamazione (art. 595) e violazione della privacy (l’art. 615 bis), rimandano al genitore la tutela del minore, delle sue foto, della sua immagine. Lo scopo ultimo è il benessere psicofisico del minore.