Festa del Papà, per quanto ancora potremo festeggiarla?
- 18/03/2024
- Famiglia
Nei prossimi decenni il numero di over 65 sarà pari al numero dei minori. Meno padri, meno figli, quindi meno futuri potenziali genitori. Il calo demografico pone un quesito sul ruolo che hanno, e hanno avuto, i papà negli ultimi decenni. E anche sulle responsabilità che avranno riguardo al futuro dei propri bambini, le attuali generazioni, con nuove sfide e opportunità da affrontare.
In occasione della Festa del Papà, una riflessione sui sempre meno co-genitori presenti nel nostro Paese, è d’obbligo.
Il ruolo dei papà
La figura del padre all’interno del nucleo familiare ha un ruolo rilevante, ma spesso è contrapposta a quella della madre, sia in termini di rapporto con i figli, sia in termini di paragone tra i due rispetto alla gestione delle finanze, della cura dell’abitazione, ecc. L’Italia è tra i primi paesi con un divario di genere nella maggior parte dei campi, con un primato assoluto nell’educazione finanziaria. Appare insomma scontato che a doversi occupare di spese e fatture siano gli uomini. Faccende domestiche e cura dei figli, quindi, spettavano (e spettano) alle donne. Si tende a parlare dei problemi più intimi, con più frequenza, alle mamme, troppo spesso costrette a casa a dedicarsi alla famiglia. Infatti, è il 91% delle madri che ha affermato di occuparsi attivamente della salute dei figli, rispetto al 45% dei padri che rivendica un coinvolgimento simile (indagine condotta dall’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con Nomisma).
Eppure, risale al 1975 un importante studio dello psicologo Michael Lamb dal titolo “Fathers: The Forgotten Contributors to Child Development” nel quale è emerso che i papà non vanno dimenticati o messi da parte. Quest’ultimi hanno quindi tutto il diritto di fare i papà e di prendersi i meriti al pari della mamma e che il loro coinvolgimento nel periodo infantile del figlio contribuisce ad un miglior sviluppo intellettivo-affettivo del bambino.
La rivoluzione gentile
Il ruolo dei papà, però, ha iniziato a vivere un profondo cambiamento: una rivoluzione gentile. Sempre più preoccupati di doversi prendere cura anche loro dei propri figli, hanno messo in atto una serie di pratiche che la digitalizzazione ha favorito: forum dedicati agli uomini che cercano risposte su come cambiare un pannolino o su come riscaldare il latte; newsletter scritte e ideate dai papà per i papà; progetti europei che studiano proprio il loro ricollocarsi all’interno della famiglia. Quello dei papà è divenuto in poco tempo un nuovo modo di vivere la genitorialità e su cui si gioca una buona porzione della parità di genere nel nostro Paese.
I papà nel futuro
I papà nel futuro sono gli attuali adolescenti e giovani. Parliamo di un paio di generazioni (Gen Z e Millenials) che vivono l’incertezza lavorativa del precariato. In una recente indagine di Valore D è emerso che quasi la metà sente di non riuscire a far valere le proprie opinioni nel mondo del lavoro. Vengono presi poco sul serio perché hanno scelto l’importanza degli affetti, della famiglia e del proprio tempo libero rispetto a un guadagno più elevato.
Nell’ultimo report Save the Children dedicato al modo in cui vivono le relazioni è emerso che ancora regnano gelosia e possessività. Infatti, il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. Il 29% degli adolescenti intervistati, inoltre, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi. Il 30% crede che la gelosia sia segno d’amore. E, infine, è un sondaggio condotto dal Policy Institute del King’s College di Londra e del Global Institute for Women’s Leadership in collaborazione con Ipsos Uk, che evidenzia una divisione di genere, più netta tra i giovani, quando si tratta di stabilire quanto sia utile il termine “mascolinità tossica”. Il 37% degli uomini di età compresa tra 16 e 29 anni non trova rilevante questo termine e il 36% ritiene che “il femminismo abbia fatto più male che bene alla società”. Per concludere. il 70% degli under 35 rimanda o esclude la scelta di un figlio.
Quante feste del papà ci restano?
Con questo scenario dovremmo dedurre che ci restano ancora poche feste del papà? Non proprio. Il tasso di natalità è stimato al rialzo. Un lieve aumento, però, non sarà sufficiente a colmare un calo demografico già preoccupante oggi. A ciò, si aggiungeranno sfiducia nel futuro, incertezze economiche e sociali, oltre a quelle ambientali.
Pedagogisti e demografi rintracciano il fulcro della questione in una fragilità educativa non supportata dalle politiche dello Stato. Il rischio crescente è quello di avere una paternità non riconosciuta al pari della maternità (Il congedo di paternità obbligatorio è un periodo di astensione dal lavoro che per i papà ha durata di soli 10 giorni). Questo penalizzerà ulteriormente l’occupazione femminile e l’impiego giovanile. Risulta non così scontato chiedersi, per quanto ancora si potrà festeggiare la Festa del Papà? E di quali papà parleremo?
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