Famiglie, la richiesta del Forum: “Le spese demografiche sono investimenti”
- 12/12/2023
- Famiglia
Gli investimenti sulla natalità dovrebbero essere esclusi dal calcolo del debito o, almeno, considerati come “fattori mitiganti”. A sostenerlo è il Forum delle Associazioni Familiari, con le parole del presidente Adriano Bordignon.
“Della riforma del Patto di Stabilità – ha spiegato Bordignon -, sospeso dal 2020, si parla da più di un anno. È un negoziato molto importante per l’Unione, e in particolar modo per l’Italia, che ha in più occasioni proposto di riformare il metodo con cui calcolare il debito pubblico escludendo le spese legate ad alcuni investimenti, come quelli per le spese militari e la transizione ecologica e digitale, in modo da poter continuare a spendere in questi settori senza che la spesa venga computata nel debito”.
“In questo approccio si è lasciata da parte la questione strutturale dello squilibrio demografico che coinvolge tutta l’Unione ma con effetti di particolare gravità e cronicità proprio per l’Italia. Gli investimenti sulla natalità dovrebbero essere esclusi dal calcolo del debito o in una prima fase, essere almeno considerati come ‘fattori mitiganti’, cioè rilevanti per giustificare un eventuale mancato rispetto dei parametri”, ha poi continuato il presidente del Forum.
I rischi delle proiezioni demografiche italiane
Le proiezioni demografiche stanno condannando il nostro Paese verso “voragini di insostenibilità nel contesto sanitario, sociale, previdenziale, ma anche sul PIL e sullo spopolamento delle aree interne e meridionali come certificato da Svimez”.
Se si tiene conto che l’Italia è sotto procedura d’infrazione per la riforma dell’Assegno unico, il tema risulta alquanto delicato. La Commissione Europea ha contestato il fatto che per ottenere il contributo sia necessario essere residenti in Italia da almeno due anni, e perché è stato previsto il requisito della convivenza dei figli, due aspetti considerati discriminatori.
Il governo, e lo stesso Forum, non condividono questi rilievi, ma il caso dimostra come il confronto con Bruxelles non sia semplice quando si tratta di definire che cosa si intenda per investimenti finalizzati a rilanciare la natalità e che cosa, invece, debba essere considerato politica sociale.
“Tuttavia – ha spiegato Bordignon – i problemi annuali, che si presentano a ogni Legge di Bilancio quando si tratta di attivare significative politiche nataliste, non verranno risolti se non si riesce a cambiare le regole contabili europee, facendo rientrare le spese demografiche nella categoria degli ‘investimenti’ e non in quella dei ‘costi’”.
In merito ai costi, infatti, le rilevazioni dell’Ocse hanno mostrato come, tra contributi diretti, servizi e sconti fiscali, l’Italia nel 2021 abbia investito in sostegni familiari l’1,4% del Pil. Nel 2022, la spesa previdenziale nel 2022 incideva per il 16% del Pil.
L’appello al ministro Giorgetti
Il Forum ha poi concluso con un appello al ministro italiano dell’Economia e finanza Giancarlo Giorgetti: “Auspichiamo che il ministro, possa portare la questione della denatalità in sede di Ecofin, in modo da sensibilizzare i ministri dell’economia europei, per prevedere l’inizio di una programmazione e una strategia condivisa perché la questione demografica è, da Trattato, rilevante a livello europeo in quanto incide sotto il profilo della sostenibilità, della coesione economica, sociale, dell’equilibrio intergenerazionale per uno sviluppo sostenibile, nonché dello spopolamento delle aree rurali come fattore di instabilità geopolitica”.
Su queste e altre tematiche annesse, il 13 dicembre, alle ore 10.00, a Palazzo dell’Informazione a Roma si terrà l’evento organizzato da Adnkronos: “Demografica-Lavoro e welfare a misura di famiglia”, durante il quale interverrà il Presidente Nazionale del Forum.
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