Bambini in vacanza, i consigli dei pediatri per un’estate sicura
- 26 Giugno 2025
- Famiglia
L’estate è senza dubbio il periodo più atteso dai bambini. Le scuole chiudono, arrivano le giornate lunghe, la libertà dal banco e la promessa di bagni, giochi e gelati. Ma dietro l’allegria dell’estate si nascondono anche una serie di rischi concreti per la salute dei più piccoli. E non parliamo solo di scottature e zanzare. Dalle ustioni ai colpi di calore, passando per i malesseri da viaggio e le punture urticanti di meduse e tracine, le insidie non mancano. I genitori sono chiamati a fare da “primi soccorritori”, ma anche da organizzatori esperti per evitare che il divertimento si trasformi in un imprevisto spiacevole.
A ricordarlo è l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che ha pubblicato una guida chiara e dettagliata per affrontare al meglio i mesi estivi con figli al seguito. Il documento, frutto dell’esperienza clinica di medici e pediatri, fornisce consigli pratici, indicazioni terapeutiche e indicazioni su prevenzione e primo soccorso. “Le elevate temperature, l’esposizione solare e le attività all’aperto comportano per i bambini dei rischi specifici che non vanno sottovalutati – spiega il professor Alberto Villani, responsabile dell’unità operativa complessa di Pediatria generale e DEA II livello dell’Ospedale. – Il vademecum che abbiamo predisposto rappresenta una sintesi di evidenze scientifiche e raccomandazioni cliniche utili a prevenire condizioni potenzialmente pericolose”. Ecco allora, punto per punto, cosa sapere prima di chiudere la valigia e partire.
1. Farmaci da viaggio, cosa serve davvero e cosa lasciare a casa
Preparare un kit di farmaci per i bambini non significa portare con sé mezza farmacia. È necessario puntare sulla qualità, non sulla quantità. Il primo passo? Conoscere le reali esigenze del proprio figlio, valutare la destinazione e il tipo di vacanza (mare, montagna, campeggio, estero).
Indispensabili sono paracetamolo o ibuprofene (contro febbre e dolore), un termometro digitale, disinfettanti cutanei, cerotti, garze sterili, crema solare con SPF 50+, crema lenitiva post-sole e una soluzione fisiologica multiuso (ideale per lavaggi nasali o piccole ferite). Non devono mancare un repellente anti-zanzare a base di icaridina (meglio se spray) e, soprattutto, una crema antistaminica o cortisonica contro reazioni a punture di insetti. Per chi viaggia in aree marine, meglio includere anche un gel specifico per le tossine delle meduse.
Importante anche il fronte digestivo: sali reidratanti, fermenti lattici e farmaci contro nausea e vomito, inclusi quelli per la cinetosi, che possono essere utili nei lunghi tragitti in auto o in barca. In aereo, i farmaci liquidi devono rispettare il limite dei 100 ml e devono essere accompagnati da ricetta in caso di medicinali salvavita o speciali.
Chi ha bambini con patologie croniche dovrà valutare con il pediatra una scorta di farmaci per tutto il soggiorno, aggiungendo anche eventuali strumenti di monitoraggio. Un consiglio pratico: non dimenticare le prescrizioni mediche in duplice copia e controllare scrupolosamente le date di scadenza. Il foglietto illustrativo, spesso ignorato, può diventare un’ancora di salvezza. E attenzione alla temperatura: alcuni farmaci non tollerano il caldo e vanno tenuti al fresco o in borsa termica.
2. Quando il mal d’auto rovina il viaggio
Per molti genitori, l’inizio delle vacanze coincide con l’incubo del mal d’auto. Nausea, pallore, sudorazione fredda e vomito sono i sintomi classici della cinetosi, una condizione comune tra i 3 e i 12 anni che trasforma ogni spostamento in una prova di sopportazione. A scatenarla è il conflitto tra ciò che gli occhi vedono (un paesaggio in movimento) e ciò che l’equilibrio interno percepisce (stasi). Questo disallineamento manda in tilt l’apparato vestibolare e si traduce in un malessere che può essere molto fastidioso.
La prevenzione, in questo caso, è l’arma migliore. I pediatri consigliano di partire al mattino presto, sfruttando il sonno naturale del bambino, e guidare con fluidità, evitando frenate brusche e curve strette. L’auto dev’essere ben ventilata, senza odori forti (stop a deodoranti e snack dal profumo invadente) e il bambino dovrebbe essere seduto in modo eretto, guardando in avanti. Un piccolo spuntino salato (come crackers o grissini) può aiutare a stabilizzare lo stomaco, mentre sono da evitare cibi grassi e bevande gassate prima del viaggio.
Durante il tragitto, la parola d’ordine è distrazione. Meglio cantare, ascoltare audiolibri o proporre giochi verbali che mantengano il piccolo rivolto verso l’anteriore dell’auto. Libri, tablet e videogiochi sono controproducenti. Ogni due-tre ore è consigliabile fare una sosta, scendere dall’auto e camminare.
Se il bambino ha già manifestato episodi di cinetosi in passato, si può valutare l’uso di farmaci da banco (su consiglio del pediatra), come quelli a base di dimenidrinato, disponibili anche in forma di gomme da masticare. In alternativa, si possono testare i braccialetti elastici basati sulla digitopressione: non hanno controindicazioni, anche se la loro efficacia non è universalmente riconosciuta dalla comunità scientifica.
3. Caldo, sole e disidratazione
In estate, il corpo dei bambini funziona in modo diverso da quello degli adulti. La loro capacità di termoregolazione è meno efficiente e ciò li rende particolarmente vulnerabili a colpi di calore, disidratazione e scottature. Spesso i segnali di sofferenza arrivano tardi e possono essere sottovalutati. I sintomi più comuni sono spossatezza, mal di testa, febbre, nausea, crampi muscolari e, nei casi più gravi, confusione o svenimento.
Per questo, le raccomandazioni degli esperti del Bambino Gesù vanno seguite con rigore: niente sole diretto nelle ore centrali della giornata (11-17), vestiti leggeri in tessuti naturali, cappellino a tesa larga, occhiali da sole con lenti certificate e idratazione costante con acqua a piccoli sorsi. Anche l’alimentazione deve essere rivista: meno fritti e più frutta, verdura, yogurt e piatti freddi ricchi di liquidi e sali minerali.
Sotto i sei mesi, è sconsigliata l’esposizione diretta al sole. Dai sei mesi ai due anni, evitare la fascia oraria 10.30–18.30. Dopo i due anni, via libera solo al mattino presto o dopo le 17, con protezioni adeguate. La crema solare deve avere fattore di protezione 50+, essere applicata 20 minuti prima dell’esposizione e riapplicata ogni due ore, specialmente dopo il bagno.
Da sfatare il mito dell’abbronzatura sana: ogni scottatura in età pediatrica aumenta il rischio di tumori cutanei in età adulta. E nemmeno l’ombra dell’ombrellone offre una protezione completa: sabbia e acqua riflettono i raggi UV. Dopo l’esposizione, idratare la pelle con una crema emolliente è un gesto semplice ma efficace per prevenire secchezza e desquamazione. In caso di ustione, mai improvvisare: le creme cortisoniche vanno usate solo su indicazione medica. Se compaiono bolle, è obbligatorio consultare un pediatra.
4. Bagno sì, ma con sorveglianza attiva
Il mare e la piscina sono l’emblema delle vacanze estive, ma anche i luoghi dove si registrano alcuni degli incidenti più gravi. Secondo i dati nazionali, ogni anno circa 400 persone muoiono per annegamento. Il 10% sono minori. Di qui l’allerta dei pediatri: mai sottovalutare il pericolo, anche quando l’acqua arriva solo alle ginocchia.
Per i neonati sotto i sei mesi, meglio evitare bagni in mare o piscina. Dopo questa soglia, sì all’acqua, ma solo se tiepida e in condizioni ambientali favorevoli, sempre in braccio a un adulto. La permanenza deve essere breve e seguita da un risciacquo con acqua dolce. Con i bambini fino a 5-6 anni, è obbligatoria la presenza di un genitore in acqua, a distanza di braccio. Barriere di sicurezza, cancelli e piscine coperte devono impedire l’accesso incontrollato.
Braccioli e ciambelle possono essere un supporto, ma non devono mai sostituire la vigilanza attiva. I genitori devono mantenere il contatto visivo e fisico, pronti a intervenire. L’insegnamento del nuoto è utile, ma non elimina il rischio. I corsi possono iniziare già dai 2-3 anni, ma non rendono il bambino “immune” dal pericolo.
Altra regola spesso dimenticata: rispetto delle bandiere di segnalazione, delle indicazioni dei bagnini e dei limiti di balneazione. Esempio ed educazione degli adulti sono fondamentali. Dopo ogni bagno, asciugare bene il bambino e cambiare il costume aiuta a prevenire irritazioni e infezioni.
L’acqua può nascondere altri pericoli. Il contatto con meduse o tracine può provocare dolore intenso. Il consiglio più efficace, in questi casi, è applicare immediatamente aceto (acido acetico al 5%) e poi immergere la zona colpita in acqua molto calda per almeno 20 minuti. Il calore, infatti, inattiva la tossina. Solo dopo si può procedere con creme antistaminiche o cortisoniche. Evitare il ghiaccio o l’acqua dolce fredda subito dopo l’esposizione, peggiorano il dolore.
Anche a terra i rischi non mancano. Le punture di insetti si trattano con pulizia locale, crema antistaminica e impacchi di ghiaccio. Se la reazione cutanea è ampia, una valutazione allergologica può essere necessaria. Più rari ma pericolosi i morsi di serpente, possibili nelle aree rurali. In quel caso, niente panico, fasciatura morbida a monte del morso, niente laccio emostatico e corsa al Pronto Soccorso. Per evitare incidenti, abiti chiusi, scarpe alte e attenzione a dove si cammina.
In acqua, così come in montagna o in campeggio, la parola d’ordine è prevenzione. Nessuna regola vale per tutto, ma ogni consiglio giusto può fare la differenza. I bambini non hanno bisogno solo di divertimento, ma di adulti informati e attenti. L’estate è lunga e piena di occasioni: viverla in sicurezza non significa rinunciare al gioco, ma renderlo finalmente libero da rischi evitabili.