Dl Caivano, Roccella: “Contro la diffusione del porno tra i minori, ruolo della famiglia è insostituibile”
- 08/09/2023
- Famiglia
Contro la diffusione del porno tra i minori, occorre sollecitare la responsabilità educativa soprattutto della famiglia. E’ la linea sostenuta dal governo, che intende aumentare il controllo genitoriale su quello a cui bambini e ragazzi hanno accesso on line. Nel dl recante ‘misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile’, approvato ieri in Consiglio dei ministri e ribattezzato ‘Dl Caivano’, si prevede infatti la diffusione capillare del parental control, o filtro famiglia.
Si tratta di un sistema grazie al quale i genitori possono monitorare o bloccare l’accesso dei figli a determinate attività sul web (siti pornografici ma anche immagini violente o contenuti pericolosi per la salute) così come di impostare il tempo di utilizzo del dispositivo (computer, tv, smartphone e tablet).
Come ha ricordato la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella nella conferenza stampa che ha seguito il Cdm dove è stato approvato il decreto, “l’età di accesso ai siti porno è di 6-7 anni“. Inoltre, l’Osservatorio Internet@Minori, che vigila sul rapporto tra minori e nuovi media, rileva che all’età di 12-13 anni otto bambini su dieci navigano regolarmente su internet e nel 57% dei casi senza il controllo dei genitori.
”Sappiamo che tutto questo produce danni alla salute, crea indipendenza. E non solo. Caivano lo ha fatto emergere”, ha detto Roccella sottolineando che occorre intervenire ”anche attraverso la scuola”, ma ”in primo luogo attraverso la famiglia che ha un compito insostituibile”.
Anche il premier Giorgia Meloni ha commentato: “Quando il ministro Roccella ha citato l’età in cui si stima oggi il primo accesso ai siti pornografici tra 6 e 7 anni ho visto la faccia di qualche mamma terrorizzata ed è più o meno la faccia che ho fatto io quando ho scoperto questo dato”.
Cosa prevede il ‘Dl Caivano’
Per combattere l’accesso precoce al porno, dunque, il ‘dl Caivano’ prevede due articoli in cui da una parte si intende mettere a disposizione di tutti le app per attuare il parental control attraverso l’obbligo per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica e per i produttori dei dispositivi di prevederle, dall’altra si mira alla alfabetizzazione digitale per le famiglie.
“Vogliamo che il parental control in prospettiva sia offerto automaticamente in tutti i device”, ha spiegato la ministra sottolineando come debba anche esserci “un accompagnamento” per imparare a usare questo strumento: “c’è una mancanza di formazione e informazione da parte della famiglia”, cosa che spiega perché le app di filtro, benché esistenti da tempo, non siano molto usate.
Il dl prevede dunque campagne di informazione e la divulgazione di linee guida, ma anche un ruolo attivo dei Centri per la famiglia, che “devono diventare una sorta di luogo di informazione continua per dare alle famiglie gli strumenti e la possibilità di usare il parental control”, ha concluso Roccella.
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