Denatalità nel Lazio, Ugl: “Non ci saranno più giovani che andranno a lavorare”
- 11/03/2024
- Famiglia
Cresce la preoccupazione nel Lazio per il calo delle nascite. “Meno di 40.000 nuovi nati nel 2022 nella Regione Lazio, un record negativo preoccupante, sulla scia di un calo che va avanti da diversi anni e che potrebbe causare effetti devastanti: occorrono politiche di welfare rivoluzionarie immediate e di lungo respiro”. Le parole di Armando Valiani, segretario regionale Ugl Lazio e Paolo Tedesco, vicesegretario, sono un monito che richiede attenzione da parte dei governatori locali.
Intervenendo sul tema della bassa natalità, l’unione regionale Lazio, ha spiegato anche le problematiche che questo fenomeno sta avendo su pressione fiscale, futuro economico e sociale del territorio laziale e dell’intero Paese.
Tra le proposte alle quali stanno lavorando, Armando Valiani ci racconta di voler firmare un protocollo per l’abbattimento dell’Irpef. Una misura finalizzata a rendere economicamente più vantaggiosa la condizione dei giovani e incentivare la genitorialità. Nell’ambito del Tour nazionale “Lavoro è partecipazione” che l’Unione sta svolgendo, il dialogo con assessori e sindaci, inoltre, ha generato la volontà di fare rete, stimolando i comuni della Regione Lazio a mettersi in linea con i doveri raccomandati dall’Unione europea e con i piani di zona.
“Se questo trend non prenderà strade diverse – ci racconta Valiani -, il sistema sanitario, sociale ed economico (non solo regionale) non reggerà. Non ci saranno più giovani che andranno a lavorare”. Ma vediamo cos’altro è emerso.
L’impatto della denatalità
“La bassa natalità, oltre a mettere in discussione l’aspetto demografico, ha un impatto significativo sull’economia e sulla coesione sociale della Regione Lazio. Le cause del fenomeno – hanno spiegato Valiani e Tedesco – vanno ricercate nelle difficili condizioni economiche in cui versano le famiglie e in particolare le giovani coppie, l’alta pressione fiscale come l’addizionale regionale Irpef al 3,33%, e la mancanza di opportunità lavorative stabili e ben retribuite: tutto ciò porta soprattutto i neosposi alla decisione di non avere figli. A questi fattori va aggiunto quello della difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, altro ostacolo importante”.
La Regione Lazio, così come numerose altre del nostro Paese, stanno vivendo profonde conseguenze sulla crescita economica. La diminuzione della popolazione corrisponde ad una diminuzione di forza lavoro e personale nei servizi. Il rischio, come spiegato dall’Ugl, è quello di trovare politiche familiari utili e concrete che possano sostenere un welfare dedicato al tema della natalità.
Welfare familiare e proposte
“Per favorire l’aumento della natalità – hanno continuato Valiani e Tedesco – è necessario considerare una serie di soluzioni a livello regionale: queste includono incentivi fiscali per le famiglie, politiche di sostegno alla maternità e misure per migliorare la conciliazione tra lavoro e famiglia. È inoltre fondamentale promuovere una cultura che valorizzi la famiglia come pilastro fondamentale della società laziale. In conclusione, invertire la tendenza alla bassa natalità rappresenta una sfida urgente per la Regione Lazio. È un problema che influisce direttamente sull’economia regionale, sulla società e sul futuro del territorio. È pertanto necessario lavorare insieme per affrontare questa sfida, adottando politiche e misure che favoriscano la crescita demografica e che agevolino l’accesso a un’istruzione di qualità per tutti, incoraggiando la formazione continua e il riconoscimento delle diverse competenze, investendo nella creazione di opportunità lavorative e sostenendo nuovi settori legati all’innovazione e alla sostenibilità, anche a livello regionale”.
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