Conti correnti delle famiglie italiane più costosi: in media 104 euro all’anno
- 22/01/2024
- Famiglia
La Banca d’Italia ha reso pubblici i risultati dell’indagine condotta nel 2023 sulla spesa effettiva dei conti correnti delle famiglie italiane nel corso del 2022. L’indagine si basa su informazioni analitiche raccolte dagli estratti conto, fornendo una panoramica delle spese di gestione sostenute dalle famiglie e offre una visione dettagliata delle dinamiche finanziarie, evidenziando tendenze significative e cambiamenti nei comportamenti dei correntisti.
L’impatto finanziario dei servizi bancari sulle famiglie italiane.
L’indagine sul costo dei conti correnti, che viene svolta annualmente, si basa sulla raccolta di informazioni analitiche documentate negli estratti conto di fine anno e prende in considerazione gli oneri e le commissioni diversi dagli interessi effettivamente addebitati nel corso dell’anno di riferimento. Vengono registrati il numero di operazioni e la spesa associata per ciascun servizio e conto, permettendo di calcolare il costo unitario delle operazioni. La stima della spesa riflette gli effettivi comportamenti dei correntisti e le condizioni applicate dagli intermediari, differenziandosi dall’approccio basato su ipotetici panieri di servizi.
L’indagine del 2023 ha coinvolto oltre 12.000 conti correnti bancari, di cui 605 sportelli fisici, 1.085 conti online, e 1.000 conti postali provenienti da 50 sportelli dedicati.
Nel 2022, la spesa media per la gestione di un conto corrente tradizionale è salita a 104 euro, registrando un aumento rispetto all’anno precedente di 9,3 euro (da 94,7 a 104 euro): si tratta del settimo aumento consecutivo della spesa. Questo incremento è attribuibile principalmente alla crescita delle spese fisse (aumento di 5,9 euro, principalmente dovuto ai canoni di base) e delle spese variabili (aumento di 3,4 euro, principalmente a causa dell’incremento dell’operatività della clientela), mentre le commissioni sono rimaste pressoché invariate. La spesa per i conti correnti online ha registrato un incremento più modesto, pari a 0,7 euro, raggiungendo i 33,7 euro nel 2022. Nel caso dei conti postali, la spesa è passata da 58,0 a 59,6 euro.
Un aumento influenzato da una combinazione di spese fisse e variabili. La maggiore operatività della clientela è identificata come uno dei principali driver dell’incremento delle spese variabili.
Principali punti emergenti
L’aumento del 10% della spesa per la gestione di un conto corrente bancario di tipo “tradizionale” è attribuibile principalmente alla crescita delle spese fisse e variabili.
- Spese fisse: Le spese fisse hanno contribuito in modo significativo all’aumento complessivo, rappresentando il 63,4% dell’incremento totale. In particolare, i canoni di base hanno registrato un aumento di 5,9 euro
- Spese variabili: Le spese variabili sono cresciute di 3,4 euro, prevalentemente a causa di una maggiore operatività della clientela.
- Commissioni: Nonostante l’aumento complessivo della spesa, le commissioni sono rimaste pressoché invariate.
- Conti collegati a credito in conto corrente: Per i conti collegati a contratti di apertura di credito, la commissione per la messa a disposizione dei fondi è rimasta stabile all’1,7% del credito accordato. La commissione di istruttoria veloce è leggermente diminuita da 16,9 a 16,4 euro, con una riduzione della durata degli sconfinamenti.
L’aumento dei costi dei conti corrente è un ulteriore tassello che si aggiunge al paniere di spese a cui fanno fronte le famiglie italiane: dai servizi commercializzabili cresciuti del 2%, ai consumi totali del 2,1%, alle spese obbligate del 2,9%, dentro le quali i costi per le famiglie dei consumi energetici sono cresciuti mediamente del 3,7% all’anno.
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