Caro-vita, “indebitati” anche i neonati di 10mila euro
- 27/11/2023
- Famiglia
In Italia non fai in tempo a nascere che sei già indebitato. Questo è ciò che è emerso dai dati di Assoutenti che ha lanciato l’allarme sovraindebitamento e usura. Ogni cittadino italiano, infatti, neonati compresi, risulterà indebitato entro la fine dell’anno per quasi 10mila euro. Ogni famiglia residente, inoltre, porta un debito verso banche e società finanziare che ammonta mediamente a 22.674 euro.
“Una situazione incendiaria – la definisce Assoutenti che denuncia – che da un lato alimenta il fenomeno del sovraindebitamento, dall’altro spinge una fetta crescente di popolazione a finire nelle maglie dell’usura”.
Tale fenomeno, in Italia è ancora molto diffuso, anche se il Ministero dell’Interno ha attivato diverse iniziative, tra cui il numero verde 800 999 000 dell’Ufficio Relazioni Pubbliche e una pagina sul sito istituzionale che fornisce gli elenchi di associazioni e fondazioni che operano sul territorio per aiutare le vittime di usura. Esistono poi diverse forme di intervento pubblico:
- Fondo di prevenzione usura, istituito con risorse ministeriali per evitare che le persone sovraindebitate si rivolgano agli usurai;
- Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura, attivo sia per privati che per operatori economici e piccole e medie imprese, che fornisce un mutuo senza interessi da restituire entro 10 anni, con un importo legato agli interessi usurari pagati.
Italiani, risparmi a rischio
Per reagire all’inflazione, invece, gli italiani hanno dovuto, negli ultimi due anni, mettere mano ai propri risparmi. La rapida crescita dei tassi di interesse sui mutui ha peggiorato le cose e, secondo l’Istat, la propensione al risparmio è scesa del -3,6% nei primi sei mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo stock dei mutui accesi dalle famiglie ammonta invece oggi a 425 miliardi di euro: 162 miliardi di euro il valore dei soli mutui a tasso variabile. Prestiti, mutui e finanziamenti che pesano complessivamente per 585 miliardi di euro, pari ad un debito medio, considerata la popolazione italiana, di 22.674 euro a famiglia, quasi 10mila euro a cittadino residente.
“A fine 2023 – ha stimato Assoutenti – il valore del credito al consumo raggiungerà il record di 160 miliardi di euro in Italia, con una crescita del +220% rispetto a 20 anni fa, considerato che a fine 2002 l’ammontare dei debiti per l’acquisto di beni e servizi era sotto i 50 miliardi di euro”.
Il trimestre antinflazione
L’attuale esecutivo, per venire incontro alle famiglie, ha proposto il cosiddetto “Trimestre antinflazione” che durerà fino alla fine del mese di dicembre. Attiva da ottobre, l’’iniziativa è nata con lo scopo di contenere i prezzi dei beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, i prodotti per l’infanzia e la cura della persona. L’obiettivo può essere raggiunto con la collaborazione che coinvolge i protagonisti del settore: dalla distribuzione moderna e classica al mondo delle cooperative, delle farmacie, delle parafarmacie, dell’industria, della produzione, dell’artigianato e agricoltura. Le imprese della distribuzione che aderiscono all’iniziativa si impegnano a offrire una selezione di articoli a prezzi contenuti. Si è trattato, però, di un intervento che non ha avuto gli esiti sperati e che, rispetto alle aspettative, è stato più volte considerato un flop, in quanto la variazione dei prezzi è stata pressoché nulla.
Ciò ha portato ad una generale incertezza economica che spesso costringe le famiglie a frenare gli investimenti e le coppie a ridurre le prospettive progettuali relative alla possibilità di ampliare il nucleo familiare, ad esempio. Non è un caso, infatti, che il piano e le misure messe in atto dal governo siano state criticate. L’Unione nazionale consumatori ha definito il piano antinflazione “un patto senza obblighi, in cui ci si appella al buon cuore di chi lo ha sottoscritto, perché diventi più buono. Un fioretto in previsione del prossimo Natale”. E, ora che il Natale è sempre più vicino, l’acquisto dei regali e le spese che ci si aspetta avvengano, sarà il modo più lampante per considerare le condizioni economiche in cui versano i cittadini, abituati a spendere in particolari periodi dell’anno.
‘Aggiungi un posto a tavola che…’
Arriva dal ministero delle Imprese e del made in Italy, invece, la proposta di assicurare una maggiore partecipazione delle famiglie nel settore della ristorazione che, dalla pandemia in poi, ha dovuto fare i conti con un costante confronto con i prezzi, l’aumento delle bollette e del costo delle materie prime. Da gennaio 2024 fino al primo quadrimestre del prossimo anno, infatti, si intende portare avanti l’iniziativa ‘Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più’. La proposta sarebbe sviluppata “al fine di garantire un effetto calmierante sui prezzi della ristorazione”, contribuendo così a “raffreddare la spinta inflazionistica”. Allo stesso tempo, l’iniziativa mira a realizzare un rapporto di fiducia tra esercenti e famiglie invogliate a tornare a frequentare i locali della ristorazione, attraverso una campagna di comunicazione.
Proprio per affrontare la delicata situazione delle famiglie italiane e discutere delle iniziative da intraprendere per creare una economia più sostenibile e vicina ai bisogni dei consumatori e del Paese, si terrà dal 12 al 14 dicembre a Portici (Napoli) la kermesse “Expo consumatori 2023” presso il Museo Nazionale delle Ferrovie di Pietrarsa, in una edizione combinata al villaggio della sostenibilità promosso da Adiconsum. Appuntamento annuale l’Expo dove consumatori, istituzioni e autorità si confrontano sui temi di attualità, evento intitolato quest’anno “Per un’Italia che cresce, originale, circolare, felice” e che vedrà protagonisti rappresentanti del Governo, della politica, delle grandi aziende e associazioni dei consumatori.
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